mercoledì 24 marzo 2010

LGBT,La Corte Europea per i diritti dell’uomo riconosce il diritto subentro in contratto d’affitto del compagno convivente.


Con una sentenza del 2 marzo, la Corte europea per i diritti dell`uomo ha riconosciuto a un uomo il diritto di subentrare nel contratto d`affitto del suo compagno convivente. La corte europea aveva preso in esame il caso licenziato dalla giustizia ordinaria polacca che aveva negato questo diritto, non essendovi in quel paese norme che tutelino le coppie omosessuali, mentre per quelle eterosessuali, in qualche caso sono previste dall`attuale ordinamento. Il cittadino polacco aveva chiesto al Comune di residenza di poter subentrare al contratto d`affitto stipulato dal proprio compagno con cui aveva convissuto per molti anni. Dopo il respingimento ha deciso a ricorrere alla Corte europea che gli ha dato ragione, affermando che non è possibile riconoscere alcune tutele alle convivenze eterosessuali e precluderle a quelle dello stesso sesso in ragione del proprio orientamento sessuale.
Per la Corte rimane naturalmente salvo il principio adottato in tutti i Trattati europei che lascia agli Stati la potestà in materia di matrimonio e norme familiari, allo stesso tempo la tutela della famiglia tradizionale non può impedire il riconoscimento di un`evidente evoluzione sociale “non c`è un solo modo o una sola scelta nel modo di condurre la propria vita personale e familiare”. La Corte ha, quindi, condannato la Polonia per aver violato il principio di non discriminazione. La sentenza riguarda anche il nostro Paese, perché è ora chiaro, che quando finalmente si affronterà nel nostro ordinamento la questione del riconoscimento delle convivenze, discriminare tra quelle eterosessuali e omosessuali non sarà possibile.
Inoltre il Comitato sugli affari giuridici e i diritti umani del Consiglio d`Europa il 16 marzo ha chiesto agli Stati di garantire i diritti delle coppie dello stesso sesso. In attesa che domani la Corte Costituzionale si pronunci rispetto al quesito posto da quattro tribunali italiani sull`inammissibilità del matrimonio tra due persone dello stesso sesso, è chiaro che la questione è tutta politica e riguarda il Parlamento, e la responsabilità di una classe politica arretrata e sorda ai diritti negati di milioni di persone.
fonte virgilio

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