Come cambieranno le sfilate, cosa vorranno i consumatori, il "revenge
spending" che non c'è: Tom Ford a ruota libera sul futuro della moda.
In foto: Tom Ford all’Hammer Museum Gala Award del 2019
"La moda deve fermarsi, andare in letargo, almeno per un anno": queste le dichiarazioni, dal sapore definitivo, che Tom Ford ha rilasciato nei giorni scorsi a Bridget Foley, in un'intervista al WWD.
E la sua opinione non ha solo rilevanza in misura alla considerazione
che ha di lui il mercato americano, ma anche perché Ford è dall'anno
scorso il presidente del CFDA, il Council of Fashion Designers of America.
L'omologo statunitense di Carlo Capasa, quindi ha spiegato che la
"ripartenza" non arriverà, secondo lui, a stretto giro, sottolineando
che la riapertura dei negozi è stata un'esigenza dettata da pressioni
politiche, più che una risposta al desiderio di acquisto del pubblico,
che pare ancora latitare (senza contare che, al momento, per via degli
scontri che stanno infiammando diverse città americane a seguito della
morte di George Floyd, alcune maison e giganti del tech come Apple hanno
nuovamente chiuso i loro store).
«Ce ne siamo accorti nei luoghi in cui
abbiamo avuto la possibilità di riaprire» ha dichiarato. «Non c’è
mercato ora, non c’è desiderio per la moda in questo momento. Credo che
la moda abbia bisogno di andare in letargo. Se non si può andare al
ristorante, perché avresti bisogno di un nuovo vestito e un paio di scarpe col tacco?
Se non puoi andare in ufficio perché dovresti comprare un nuovo
completo e una cravatta? Magari potresti aver bisogno di nuove sneakers.
Per fortuna produciamo anche sneakers, t-shirt, underwear e facciamo fragranze
e cosmetici».
E anche sul make up, Ford pensa che il mercato subirà un
naturale declino temporaneo. « Parte di quel business è legato al
duty-free degli aeroporti. Inoltre, le persone indossano le mascherine
quindi perché mettere il rossetto?
Penso che le persone in futuro si abitueranno a non vestirsi più e
uscire. Sempre di più, anche durante riunioni di lavoro, ci sono su Zoom
donne che hanno rinunciato al make-up, stanno bene e iniziano ad essere
a proprio agio così».
Certo, però, secondo il texano questo non vorrà
dire arrendersi, ma semplicemente, adeguarsi a un nuovo corso,
sopratutto optando per due sole fashion week all'anno, facendo sfilare
insieme uomo e donna, come era già stato consigliato in un comunicato
congiunto del CFDA e del British Fashion Council dove,
appunto, "si raccomanda fortemente agli stilisti di non concentrarsi su
più di due collezioni l'anno".
«In America il
settore del menswear non è così sviluppato, come in Italia e Francia.
Qui, raccomandare due show annuali combinando uomo e donna ha senso.
Capisco perché la Francia e l’Italia siano diversi, sono entrambi dei
centri manifatturieri potenti con altre necessità, ma siamo tutti
d’accordo sul taglio del numero delle collezioni».
Un progetto sul quale sta già lavorando, con il CFDA, le cui riunioni
dei prossimi giorni porteranno sicuramente a delle risoluzioni pratiche,
anche se, si spera «si riuscirà a tornare alla sfilata fisica, che è
diventata un momento instagrammabile, ma è ancora il modo migliore per
mostrare i vestiti a stampa e buyer».L'ultima stoccata? Al fenomeno del see now- buy now, che pure Tom Ford ha utilizzato per qualche stagione, senza sperimentare un grande successo, come da sua stessa ammissione. «È molto difficile produrre in anticipo, stimando cosa avrà successo e cosa no, si rischia di avere tanta merce invenduta. Inoltre, il consumatore ha bisogno di tempo. Spesso si guarda una sfilata pensando ‘non credo di volerlo’, ma col tempo guardando ancora la collezione su Instagram, nei magazine e indossata da qualche celebrities si cambia idea». E forse, rallentare, cambiare, passo, per Tom Ford vuol dire anche abbandonare strategie che sfamavano solo momentaneamente i desideri d'acquisto dei consumatori. Desideri che adesso sono dormienti, e ritorneranno cambiati. Tom Ford e l'America lo sanno. E si stanno preparando per la prossima fase.
fonte: Di www.marieclaire.com
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