lunedì 1 giugno 2020

Annunciato il commissariamento del Teatro Regio di Torino

Da due anni non regna la pace al Teatro Regio di Torino. Dopo le vicissitudini legate alle dimissioni del Sovrintendente Walter Vergnano, con la conseguente decadenza del Direttore musicale Gianandrea Noseda e del Direttore artistico Gastón Fournier Facio, la nomina spiccatamente politica del successore William Graziosi, il suo allontanamento dopo appena un anno e l’ingaggio di Sebastian Schwarz, nella doppia veste di Sovrintendente e Direttore artistico, è arrivata la notizia della volontà di procedere al commissariamento della Fondazione.

La notizia, comunicata dal Sindaco Chiara Appendino, è stata divulgata venerdì sera ed è lapidaria: “Di fronte a una situazione finanziaria di eccezionale gravità, resa ancora più difficile dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19, il Consiglio di indirizzo del teatro si accinge ad approvare, con profondo rammarico, un bilancio consuntivo del 2019 che presenta un passivo di 2,3 milioni di euro. La crisi è tale che non si procederà al ripiano delle perdite, richiedendo Mibact la nomina di un commissario ministeriale per operare il necessario ed improcrastinabile risanamento strutturale dei conti dell’ente lirico torinese, la cui criticità è nota da anni. Il Regio ha bisogno di ricominciare e ripartire senza essere condizionato dai vincoli di uno stato debitorio pesante: una situazione non ripianabile alla luce dell’attuale contesto, se non attraverso un intervento straordinario e la nomina di un commissario risponde proprio a questa esigenza. Chiederò al ministro Franceschini di individuare insieme la giusta figura che possa traghettare il nostro Teatro in questa fase delicata, garantendo continuità alla gestione e alla programmazione artistica.

A ruota è seguita la comunicazione della Regione con le parole del Presidente Alberto Cirio e dell’Assessore alla Cultura Vittoria Poggio: “Non è più possibile tollerare una situazione di continuo passivo per una eccellenza come il  Regio. Serve pertanto una scelta forte e per questo abbiamo condiviso con il Comune e le Fondazioni bancarie una soluzione di netta discontinuità con il passato, che in questo momento solo un commissario può garantire”.

La decisione di procedere con il commissariamento, non taciamolo, ha tutta l’apparenza di una risposta politica alla notizia dell’indagine in corso, aperta dalla Guardia di finanza di Torino coordinata dal Pubblico ministero Elisa Buffa e dall'aggiunto Enrica Gabetta, a carico di William Graziosi per l’ipotesi di reato di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. L’inchiesta, con avvisi di garanzia a quattro persone coinvolte tra Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona e il coinvolgimento di due società (di cui una svizzera), ha colpito anche Roberto Guenno, candidato non eletto alla Regionali del 2014 per il Movimento 5 stelle, corista del Regio e, a seguito dell’arrivo a Torino di Graziosi, promosso sul campo come collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di innovazione e sviluppo. Guenno sarebbe accusato di aver favorito l’affidamento del servizio di marketing a un’azienda, che si occupa di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, predisponendo, attraverso la complicità del titolare stesso, un bando di gara con elementi selettivi eccessivamente stringenti per altri partecipanti.

Di fronte a tali fatti e all’ennesimo grave danno d’immagine del teatro, le stesse fondazioni bancarie (Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Compagnia di San Paolo) non si sono più dichiarate disponibili per ripianare il deficit del bilancio consuntivo dello scorso anno. Cosa accadrà ora? Non ci è dato saperlo. Con il commissariamento del teatro Sebastian Schwarz, giunto al Regio meno di un anno fa a seguito di una selezione pubblica, potrebbe decidere di mollare la spugna (con il nostro rammarico per non aver potuto apprezzare a Torino le sue doti professionali internazionali) oppure rimanere al Regio nel ruolo di consulente artistico del commissario o, chissà, essere nominato egli stesso come commissario. Di fronte a vicende tanto tristi per la Fondazione, l’unica certezza è che ora la musica al Regio dovrà cambiare e non si escludono, purtroppo, lacrime amare per i lavoratori. 
fonte: Lodovico Buscatti  www.operaclick.com

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