Da due anni non regna la pace al Teatro
Regio di Torino. Dopo le vicissitudini legate alle dimissioni del
Sovrintendente Walter Vergnano, con la conseguente decadenza del
Direttore musicale Gianandrea Noseda e del Direttore artistico Gastón
Fournier Facio, la nomina spiccatamente politica del successore William
Graziosi, il suo allontanamento dopo appena un anno e l’ingaggio di
Sebastian Schwarz, nella doppia veste di Sovrintendente e Direttore
artistico, è arrivata la notizia della volontà di procedere al commissariamento della Fondazione.
La notizia, comunicata dal Sindaco Chiara Appendino, è stata divulgata venerdì sera ed è lapidaria: “Di
fronte a una situazione finanziaria di eccezionale gravità, resa ancora
più difficile dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19, il Consiglio
di indirizzo del teatro si accinge ad approvare, con profondo rammarico,
un bilancio consuntivo del 2019 che presenta un passivo di 2,3 milioni
di euro. La crisi è tale che non si procederà al ripiano delle perdite,
richiedendo Mibact la nomina di un commissario ministeriale per operare
il necessario ed improcrastinabile risanamento strutturale dei conti
dell’ente lirico torinese, la cui criticità è nota da anni. Il Regio ha
bisogno di ricominciare e ripartire senza essere condizionato dai
vincoli di uno stato debitorio pesante: una situazione non ripianabile
alla luce dell’attuale contesto, se non attraverso un intervento
straordinario e la nomina di un commissario risponde proprio a questa
esigenza. Chiederò al ministro Franceschini di individuare insieme la
giusta figura che possa traghettare il nostro Teatro in questa fase
delicata, garantendo continuità alla gestione e alla programmazione
artistica”.
A ruota è seguita la comunicazione della
Regione con le parole del Presidente Alberto Cirio e dell’Assessore
alla Cultura Vittoria Poggio: “Non è più possibile tollerare una
situazione di continuo passivo per una eccellenza come il Regio. Serve
pertanto una scelta forte e per questo abbiamo condiviso con il Comune e
le Fondazioni bancarie una soluzione di netta discontinuità con il
passato, che in questo momento solo un commissario può garantire”.
La decisione di procedere con il
commissariamento, non taciamolo, ha tutta l’apparenza di una risposta
politica alla notizia dell’indagine in corso, aperta dalla Guardia di
finanza di Torino coordinata dal Pubblico ministero Elisa Buffa e
dall'aggiunto Enrica Gabetta, a carico di William Graziosi per l’ipotesi
di reato di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
L’inchiesta, con avvisi di garanzia a quattro persone coinvolte tra
Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona e il coinvolgimento di due società
(di cui una svizzera), ha colpito anche Roberto Guenno, candidato non
eletto alla Regionali del 2014 per il Movimento 5 stelle, corista del
Regio e, a seguito dell’arrivo a Torino di Graziosi, promosso sul campo
come collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di
innovazione e sviluppo. Guenno sarebbe accusato di aver favorito
l’affidamento del servizio di marketing a un’azienda, che si occupa di
ricerche di mercato e sondaggi di opinione, predisponendo, attraverso la
complicità del titolare stesso, un bando di gara con elementi selettivi
eccessivamente stringenti per altri partecipanti.
Di fronte a tali fatti e all’ennesimo
grave danno d’immagine del teatro, le stesse fondazioni bancarie
(Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Compagnia di San Paolo) non
si sono più dichiarate disponibili per ripianare il deficit del bilancio
consuntivo dello scorso anno. Cosa accadrà ora? Non ci è dato saperlo.
Con il commissariamento del teatro Sebastian Schwarz, giunto al Regio
meno di un anno fa a seguito di una selezione pubblica, potrebbe
decidere di mollare la spugna (con il nostro rammarico per non aver
potuto apprezzare a Torino le sue doti professionali internazionali)
oppure rimanere al Regio nel ruolo di consulente artistico del
commissario o, chissà, essere nominato egli stesso come commissario. Di
fronte a vicende tanto tristi per la Fondazione, l’unica certezza è che
ora la musica al Regio dovrà cambiare e non si escludono, purtroppo,
lacrime amare per i lavoratori.
fonte: Lodovico Buscatti www.operaclick.com
Nessun commento:
Posta un commento