lunedì 7 gennaio 2013

Lgbt Rugby: Nuova Zelanda, cercasi gay tra gli All Black, per sconfiggere l’omofobia

In foto gli All Blacks durante al mitica Haka, la danza di guerra che apre le partite della nazionale neozelandese


Lettera aperta agli All Blacks: “Siete così bravi a vincere le partite di rugby, ora dateci una mano a sconfiggere l’omofobia. Se tra di voi c’è un gay, lo dichiari”.



Un appello particolare quello avanzato dai difensori dei diritti degli
omosessuali ai giocatori degli All Blacks: dichiarare apertamente la loro omosessualità per infrangere un tabù che non solo in Nuova Zelanda è duro a morire.

La questione dei giocatori omosessuali tra il XV campione del mondo tiene banco da diversi giorni in Nuova Zelanda, da quando un noto presentatore televisimo apertamente gay, Steve Gray, ha affermato di essere certo che diversi giocatori della nazionale di Rugby neozelandese sono omosessuali: «Posso assicurare che tra gli All Blacks ci sono diversi gay, perchè sono stato a letto con uno di loro», ha detto il presentatore.

Tony Simpson, presidente dell’associazione Rainbow Wellington, ha detto di sperare che un ”coming out” di un campione del rugby potrebbe spingere molti neozelandesi a considerare normale l’omosessualità.
Nelle ultime settimane, la stella del calcio inglese Matt Jarvis (eterosessuale) è apparso sulla rivista Attitude, rivolta al pubblico gay, con un messaggio rivolto ai compagni omosessuali: “Venite allo scoperto, è tempo di rompere il muro”.

Tornando al rugby, c’è almeno un caso celebre di coming out, ma nell’emisfero nord: nel 2009, l’ex capitano della nazionale gallese di rugby, Gareth Thomas, dichiarò apertamente di essere omosessuale: “Ma non voglio essere cosiderato un rugbista gay – disse – Sono un giocatore come un altro. E soprattuto un uomo”.

Sempre in Galles, anche l’arbitro internazionale Nigel Owens dichiarò la propria omosessualità con un’intervista a cuore aperto a un quotidiano del suo paese prima dei Mondiali di Francia (2007): l’International Board ci pensò su, ma non ebbe – per fortuna – la forza di chiudere la sua carriera.

Meno fortunato fu Justin Fashanu, ma siamo nel calcio: l’ex giocatore di Norwich, Nottingham e Hearts of Midlothian dopo il coming out del 1990 aprì una pagina nera della sua vita, fatta di umiliazioni e incomprensioni. Otto anni dopo si tolse la vita.
fonte http://mondovale.corriere.it di Paolo Ligammari e Roberto Iasoni

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