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mercoledì 2 febbraio 2011
Lgbt Teatro: "Tutto su mia madre" tutto su tutti
“Tutto su mia madre” di Pedro Almodovar, una favola perfetta per il teatro, dopo il debutto al Goldoni di Venezia con la carismatica partecipazione di Elisabetta Pozzi nel ruolo della protagonista e di Eva Robin’s nei panni, ben calzati, di Agrado il transessuale prestato a voce narrante nella storia, è al Teatro comunale di Ferrara per la stagione di prosa 2011 .
“Tutto su mia madre”, film di Pedro Almodovar uscito nelle sale italiane nel ’99 e premio miglior regia a Cannes, dopo il debutto al Goldoni di Venezia con il linguaggio meta teatrale di Samuel Adamson e la regia di Leo Muscato torna alla ribalta nella platea del Teatro Comunale di Ferrara per la stagione di prosa 2011.
Il cast con la partecipazione già certa di una interprete di grande carisma come Elisabetta Pozzi nel ruolo della protagonista, non manca di attrarre il pubblico grazie anche alla straordinaria presenza di Eva Robin’s nei panni, ben calzati, di Agrado il transessuale prestato a voce narrante nella storia.
Una storia con un dolore di fondo, che non impedisce tra risa e gioia di affrontare, e con un pubblico sicuramente più maturo dall’epoca dell’esordio del film, temi come la differenza sessuale, giustificata, compresa soprattutto vissuta da donne sempre capaci di amare senza giudizi o condanne.
“La storia, tra favola e solidarietà - come racconta la stessa Pozzi a La Repubblica è un mondo in cui gli incontri fanno nascere e scoprire nuove affettività e nuove possibilità di raccontarci”.
La protagonista Manuela torna a confrontarsi con il passato alla ricerca di quel padre a cui poter raccontare tutto su suo figlio e a mantenere la stessa promessa fatta a quest'ultimo Esteban poco prima di morire di raccontargli tutta la verità su suo padre….
Come la visione dell'antica tragedia greca, la visione della vita umana coincide nella rappresentazione tragica di un sacrificio simbolico in cui è l’essere maschile a morire e le donne vive ne piangono la morte.
Esteban e Lola suo padre, il transessuale che sparge attorno a sé l’Aids come un'epidemia e ne muore, sono coloro attorno i quali ruotano i colpi di scena del concetto di famiglia naturale e allargata e la consapevolezza dell’azione dell’arte come terapia sulle persone, non a caso Manuela entra in contatto con l’ambiente del palcoscenico, le scene di Un Tram del desiderio di Tennessee Williams e Nozze di sangue di Garcia Lorca il cui pianto della donna sul figlio è ciò lega la consapevolezza del dramma, al suo superamento nell’ode finale.
fonte agoravox.it
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