Uno in piedi
con gli occhi a Gerusalemme, l'altro in ginocchio con il volto in
direzione della Mecca. Due mondi contrapposti da decenni riuniti in uno
scatto che sta facendo il giro del pianeta.
Protagonisti dell'immagine
sono Avraham Mintz e Zoher Abu Jama, due paramedici del Magen David
Adom, il servizio di soccorso sanitario israeliano, immortalati a
pregare insieme durante un momento di tranquillità. Per loro nulla di
nuovo, per molti un simbolo di speranza che arriva in uno dei momenti
più bui della storia umana.
"Cerchiamo di pregare insieme, anziché prenderci dei momenti separati. Abbiamo molte emergenze da affrontare in questo momento", ha spiegato Mintz in un'intervista al New York Times.
Con oltre 3600 casi confermati e una dozzina di morti, l'emergenza da coronavirus inizia a farsi sentire anche in Israele. Con le richieste d'aiuto arrivate anche 100mila al giorno nelle giornate di punta: dieci volte il volume normale.
"Il mondo intero sta combattendo contro il coronavirus", ha aggiunto Abu Jama. "Questa è una malattia che non fa distinzione di religione o di altro genere. Le differenze le metti da parte. Lavoriamo insieme, viviamo insieme. Questa è la nostra vita"
La foto, scattata nella città meridionale di Be'er Sheva (o Beersheva) da un loro collega, è stata pubblicata su Facebook e Instagram dallo "Scudo Rosso di David" accompagnata da un messaggio: "Una bellissima foto che mostra come gli israeliani si uniscono in un periodo di crisi". E poi ancora: "Siamo felici che questa potente immagine abbia ispirato le persone in tutto il mondo in questo momento difficile".
fonte: Valentina Ruggiu www.repubblica.it © Riproduzione riservata
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