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giovedì 28 febbraio 2013
Stati Uniti: Apple scrive alla Corte Suprema sostenendo le nozze gay e i diritti Lgbt
Già più volte vi abbiamo parlato di come la Apple sia una delle tante società che, senza alcun timore, si è esposta in prima persona sui diritti Lgbt.
Da sempre, questa società sostiene e appoggia gli omosessuali.
Ricordate? Quando arrivo la terribile notizia della morte di Steve Jobs, vi avevamo elencato cinque punti a dimostrazione di questa tesi.
Adesso, la Apple ha deciso nuovamente di agire e ha presentato alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America un documento controfirmato da molti altri gruppi influenti come Facebook o Intel.
A darci la notizia sono stati i colleghi di Melablog, supportando i diritti Lgbt.
Proprio la Corte Suprema deve valutare in merito alla tristemente famosa “Proposizione 8″ che ha impedito in California i matrimoni gay. Cupertino, in questo caso, aveva già donato in passato ben 100.000 dollari in favore per il “NO” alla proposta di legge.
Ecco, invece, le parole di Bloomberg:
“I giudici ascolteranno le parti coinvolte il 26 marzo riguardo la Proposition 8 della California, l’iniziativa che alle urne ha stroncato il matrimonio gay a cinque mesi dalla sua istituzione. Il gruppo di società, che include tra l’altro Facebook e Intel, sosterranno nelle proprie tesi che i divieti sul matrimonio omosessuale in 41 stati danneggiano il morale del posto di lavoro e infiacchiscono le assunzioni. A prescindere dalla gran tolleranza interna, la cultura aziendale da sola non può superare lo stigma sociale istituzionalizzato dalla Proposition 8 e da leggi simili” questa sarà la tesi delle società”
Non sono nemmeno una decina, su cinquanta totali, gli Stati che permettono le nozze tra persone dello stesso sesso. E la battaglia per i diritti Lgbt sta finalmente coinvolgente non solo i diretti interessati ma sempre più societa e sempre più persone che, per interesse o per solidarietà, decidono di metterci i soldi e la faccia.
E un applauso se lo meritano sempre.
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola
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