lunedì 9 luglio 2012

Lgbt: "Caro Generale sono militare e gay. Lei indietro di decenni"

L'Appuntato Scelto della Guardia di Finanza Marcello Strati scrive al Generale Gasparri secondo il quale dichiarare di essere gay non si addice ad un Carabiniere.

Polis Aperta: "L'Europa si indigna"


"Buongiorno Generale, non so se sono io il “graduato” della Guardia di Finanza a cui si riferisce nel suo discorso che ha “ammesso” (come se si trattasse di una colpa) di essere gay.

Forse sì o forse no, chissà. In ogni caso, caro Generale, eccomi qua, Appuntato Scelto della Guardia di Finanza Strati Marcello in servizio nel Corpo da 26 anni, attualmente a Como, al Gruppo di Ponte Chiasso, fiero di appartenere alle Fiamme Gialle. Servo il mio Paese con onestà e senso del dovere. Ah, dimenticavo, sono omosessuale".

Inizia così la lettera aperta che Strati scrive al vice comandante generale dell'Arma dei Carabinieri e Generale di Corpo d'Armata Clemente Gasparri, fratello dell'ex ministro Maurizio, che qualche giorno fa aveva dichiarato che "ammettere di essere gay, magari facendolo su un social network, come un graduato della Guardia di Finanza, non è pertinente allo status di Carabiniere".


"Ho “ammesso” questa vergogna (perché Lei, Generale, sembra considerarla tale) - continua Strati che è stato il primo finanziere ad aver raccontato la vita da gay in caserma - già da parecchio tempo.

In caserma sanno di me da circa 12 anni e, Le sembrerà strano, ma pare che ai colleghi e soprattutto ai miei Superiori gerarchici non interessi proprio nulla del mio orientamento sessuale.

E’ per questo che nell’anno del Signore 2012 mi ha fatto impressione leggere certe affermazioni da parte del Vice Comandante di una delle più importanti Istituzione della nostra Repubblica, l’Arma dei Carabinieri. Cosa vuol dire, che “ammettere di essere gay non è pertinente allo status di Carabiniere”?
Io non vado in giro con un cartello appeso al collo con su scritto “omosessuale” nè quando mi presento dico “piacere, sono l’App. Sc. Strati e sono gay”
.

"Le sue affermazioni - prosegue l'appuntato scelto - ci riportano indietro di decenni. Il suo “consiglio” a non palesare il proprio orientamento sessuale è un macigno che cade in testa a quei militari che magari dopo tanta fatica e sofferenza interiore avevano deciso di uscire alla luce del sole. Di essere e di vivere finalmente la loro vera natura senza dover più fingere di essere quello che non sono. Sperando di essere giudicati non per chi si portano a letto o per chi amano ma solo in quanto buoni militari".

Strati spiega poi di far orgogliosamente parte di Polis Aperta, l'associazione che raggruppa gli appartenenti alle Forze dell'Ordine e Forze Armate gay e invita il generale a incontrare l'associazione assicurandogli che "si troverà di fronte ad un Carabiniere come tutti gli altri, con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Non impedisca ad un suo militare di amare".

"Nessuno dovrebbe vergognarsi di quello che è - conclude Strati -. Io non sono fiero di essere gay, così come non sarei fiero di essere etero. Io sono fiero di essere quello che sono. Punto. Non so se la Sua posizione sia condivisa dal Comandante Generale dell’Arma ma spero vivamente di no".

Ed è proprio da Polis Aperta che sono giunte parole di forte critica alle posizioni di Gasparri giudicate "gravissime".

"Come rappresentanti delle forze di polizia - dice la presidente di Polis Aperta, Simonetta Moro - ci interroghiamo sulla coerenza di tali affermazioni con gli obbiettivi dell' Oscad (l'osservatorio contro gli atti discriminatori, al quale partecipano polizia e carabinieri, ndr) e ci chiediamo come una persona gay possa essere motivata a denunciare un crimine subito per il proprio orientamento sessuale presso una caserma dei Carabinieri, sapendo che una delle figure apicali dell'Arma stessa giudica tale condizione come sporca e vergognosa".

"Ci auguriamo che l'Arma dei Carabinieri e il Ministero della Difesa prendano una posizione chiara al riguardo e censurino le parole espresse dal generale Gasparri - continua Moro -. Polis Aperta è in questi giorni a Dublino, dove una sua delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Irlandese in occasione della VI Conferenza della European Gay Police Association (Egpa - rete europea di Polizia di cui Polis Aperta fa parte).

Il Presidente dell'Egpa, Herman Renes, della Polizia Nazionale Olandese, informato dell'accaduto, ha condiviso il nostro disappunto esprimendo il suo appoggio incondizionato nel contrasto a questo tipo di affermazioni omofobiche ed auspicando una ferma presa di posizione da parte delle autorità italiane".
fonte http://www.gay.it

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