venerdì 18 maggio 2012

Lgbt: Nozze gay, il Pd non ce la fa. Di Pietro favorevole ai matrimoni omosex

Obama si è schierato e Hollande pure. Da noi invece i vertici del Pd continuano con i distinguo. Ormai superati non solo da Vendola e dai Radicali, ma anche da Di Pietro

Obama si è schierato e Hollande pure. Da noi invece i vertici del maggiore partito progressista continuano con le prudenze e i distinguo. Ormai superati non solo da Vendola e dai Radicali, ma anche da Di Pietro, che si dice apertamente favorevole al matrimonio omosessuale. Ignota invece la posizione in merito del Movimento 5 Stelle

Barack Obama compie un atto storico dichiarando che «è importante affermare che le coppie omosessuali debbano potersi anche sposare»; in Francia François Hollande apre ai matrimoni gay in campagna elettorale. E il Commissario europeo agli affari interni, Cecilia Malmstrom - esponente del Partito Popolare Liberale svedese, si complimenta sostenendo che la tendenza prevalente in Europa è quella dell'estensione del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali.
E in Italia?

Le forze politiche - dopo Dico, Pacs e altri improbabili acronimi - sembrano spaesate e incapaci di dare concreti segni di apertura a una questione che riguarda da vicino milioni di persone e di coppie. ll Partito democratico che dichiara di avere «un'ampia convergenza di vedute con le forze progressiste europee e di essere impegnato ad elaborare una piattaforma programmatica comune», non sembra avere sui diritti civili la stessa comunanza di programmi e prospettive.

Pierluigi Bersani, sostiene di ispirarsi ai due presidenti, ma preferisce «regolare con forme non sovrapponibili a quella del matrimonio». Secondo Bersani, bisogna «tenere fuori dal dibattito la parola matrimonio, che da noi comporta una discussione di natura costituzionale, al contrario di altri paesi. Tuttavia dobbiamo dare dignità e presidio giuridico alle convivenze stabili tra omosessuali perché il tema non può essere lasciato al far west».

Sulla stessa linea anche Dario Franceschini capogruppo alla Camera che si appella alla Costituzione per dire no al matrimonio gay: «La Costituzione parla di uomo e donna. Penso che in Italia sarebbe una conquista giusta il riconoscimento delle unioni civili e ho già proposto di inserire presto in calendario la proposta di legge. Sull'argomento ci sono tante chiacchiere e invece dobbiamo uscire dagli schemi ideologici e regolamentare un fenomeno sociale ormai molto diffuso». Anche tra persone dello stesso sesso? «Nel momento in cui si riconoscono dei diritti alle persone che scelgono di convivere non c'è questo confine, possono essere anche due fratelli».

«Contrarre un vincolo che determini gli stessi effetti del matrimonio»: è questa la strada da seguire secondo il sindaco di Bari Michele Emiliano che condivide «la posizione espressa dal presidente Obama che rende effettiva l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. E' la stessa Costituzione italiana che obbliga a prendere questa direzione, perché l'articolo 3 prevede che la Repubblica debba rimuovere ogni ostacolo che non consente l'effettiva parità di doveri e diritti fra tutti i cittadini. Pensioni di reversibilità, il diritto al mantenimento del compagno o della compagna più debole, i diritti ereditari, gli obblighi di assistenza familiare, non possono avere regimi diversi se l'amore che tiene insieme le persone ha la medesima sostanza e cioè prendersi cura l'uno dell'altro per tutta la vita».

«La vera democrazia passa attraverso i diritti delle persone e Barack Obama e François Hollande lo hanno sottolineato», dice il senatore Ignazio Marino: «Un Paese moderno non può permettersi di arretrare giustificando la discriminazione delle coppie omosessuali. Un partito come il Pd, che si candida alla guida del Paese, deve occuparsi di questo problema: l'Italia non si è ancora dotata di una legge che equipari i diritti e i doveri di tutte le coppie, a prescindere dall'orientamento sessuale.

Ed è sorprendente che una regola di base della democrazia, come l'uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, sia ignorata e venga piuttosto trattata come un tema di dibattito e di contrasto politico. Bisogna invece elaborare una proposta di legge seria, in linea con le legislazioni degli altri Paesi: ciò che conta veramente è che i diritti di tutte le coppie legate da un rapporto affettivo e d'amore siano gli stessi, a prescindere dal genere di chi ne fa parte.

Qualsiasi altra visione è datata. Ben diverso è quanto accade nel resto d'Europa, dove ben 20 paesi, dal Portogallo, alla Finlandia, dalla Francia alla Germania, alla cattolicissima Irlanda e alla Slovenia, hanno adottato normative che garantiscono e tutelano i diritti di tutte le coppie, comprese quelle omosessuali».

Lo stesso Marino ha poi rincarato la dose in diretta radiofonica alla trasmissione 'Un giorno da pecora' con un vero e proprio appello allo stesso Bersani: "Pierluigi dillo. Io sono sicuro che sei favorevole all'unione di coppie omosessuali che abbiano gli stessi diritti delle coppie sposate, e che possono crescere dei bambini. Pierluigi, sei d'accordo o no? Rispondi".

Invoca il coraggio di Obama Anna Paola Concia che per sposare la compagna Ricarda è dovuta volare a Francoforte. «Le ricerche rivelano che i bambini, figli di coppie gay, crescono in maniera assolutamente serena e normale e invece in Commissione giustizia ci si confronta ancora con imbarazzo».

Dello stesso parere Ivan Scalfarotto, vicepresidente del partito. Secondo lui «per sedere al tavolo dei grandi dobbiamo convergere non solo sul piano delle proposte economiche, ma anche sulla visione di tutela e promozione delle differenze e sul riconoscimento dei diritti civili per le persone omosessuali».

Rimarca la distanza dall'Europa anche Deborah Serracchiani che vorrebbe «iniziare ad aprire un confronto, a dare delle risposte. Serve fare un salto culturale. Siamo tra i pochi Paesi a non avere una regolamentazione chiara per le unioni di fatto, indipendentemente dal sesso». Ma sulle adozioni per le coppie omosessuali l'eurodeputata «si sta ancora interrogando».

Non si interroga invece più Flavia Perina di Futuro e Libertà. «Sulle adozioni ho cambiato idea, fino a poco tempo fa la pensavo diversamente, ma oggi credo sia giusto consentire le adozioni anche alle coppie omosessuali. Sicuramente i ragazzi possono vivere meglio con una coppia che dà affetto e solidità economica, piuttosto che in orfanotrofio».

Per la deputata di Fli «Obama ha fatto una scelta coraggiosa. In Italia siamo talmente indietro che credo sarà premiato chi sarà capace di aprire questa partita dei diritti in modo concreto. A parole, ad esempio, c'è una grandissima intesa sul tema delle unioni civili, però nessuno ha il coraggio di trasformare questi progetti in qualcosa di concreto. Tutto ciò che riguarda la sfera dei diritti delle persone, da noi, non arriva mai ad una conclusione pratica.

Per questo dovremmo prendere esempio da Obama. In un momento in cui puoi garantire poco alle persone sui temi sociali, del welfare e dell'assistenza, perché c'è la crisi, ci sono dei diritti immateriali che garantiscono alle persone più felicità, che non costano niente, ma che cambiano la vita delle persone».

Unioni civili, ma non matrimoni per la Perina perché «chi fa politica ha il dovere di essere realista. In Italia parlare di matrimonio tra omosessuali è improponibile». Quella delle unioni di fatto regolamentate «è una delle battaglie di Futuro e Libertà, fin dall'inizio», sottolinea Fabio Granata per il quale però «l'unica perplessità è sulle adozioni». L'IdV invece «si schiera ufficialmente con Obama sul sì all'estensione del matrimonio civile anche alle persone omosessuali, perché occorre costruire una società inclusiva che cancelli qualsiasi discriminazione, a partire della vita di coppia e dalla vita familiare che è il perno di ogni società e della sua coesione».

Per il leader Antonio di Pietro «è giunto il tempo di seguire un principio di uguaglianza più concreto e sostanziale, senza ipocrisie. Per questa ragione già da tempo l'IdV ha nei suoi punti programmatici la libertà di autodeterminazione di scelta dei singoli di poter amare senza distinzioni, come dice la Costituzione.

Un modello riformista e moderno, che abbia a cuore l'uguaglianza dei cittadini, non può prescindere dai diritti fondamentali, come quello dell'autodeterminazione e mi auguro che gli elettori diano un'indicazione precisa, scegliendo le forze politiche che su un tema così importante non si nascondono dietro all'ipocrisia».

E Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo del partito, chiede « se gli altri partiti siano disponibili a costruire un fronte ampio sul tema dei diritti civili, vera questione che divide destra e sinistra, liberali e conservatori, modernisti da medioevalisti». Un sì senza mezzi termini perché «è un passaggio di civiltà indispensabile» rimarca il capogruppo alla Camera Massimo Donadi. «Chiamiamoli matrimoni, unioni, non ne sto a fare una questione di nomi, ma di sostanza.

Dal mio punto di vista una coppia omosessuale deve poter avere tutti i diritti civili, compresa la successione ereditaria, gli alimenti, che derivano da un'unione stabile».

Ma sull'adozione Donadi manifesta il suo dissenso: «Sono contrario perché si ribalta il piano degli interessi.
L'interesse prevalente non è più quello dei coniugi, ma quello dei minori e io credo che l'interesse dei minori sia quello di avere una famiglia eterosessuale».
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http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nozze-gay-il-pd-non-ce-la-fa/2180744//2(di Silvia Cerami)
fonte http://espresso.repubblica.it via http://www.gaynews.it

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