venerdì 30 marzo 2012

Firenze: Teatro della Limonaia "MUOIO COME UN PAESE RESISTERE" di Dimitri Dimitriadis e di Barbara Nativi da stasera fino al 1° aprile ore 21

"MUOIO COME UN PAESE RESISTERE"
Teatro della Limonaia via Gramsci 426, 50019 Sesto Fiorentino


adattamento, scene e regia Dimitri Milopulos
con Marcella Ermini, Riccardo Naldini, Daniela D'Argenio
e con Filippo Angerame, Gianni Bertoli, Rossella Chirulli, Ludovica Fazio, Fabio H. A. Berens, Alessandro Paiano, Sonia Remorini, Maurizio Stefanizzi, Cosimo Strigaro, Federico Valeri e la partecipazione degli allievi della Scuola di Teatro Intercity
con la partecipazione straordinaria di Franca Sisti, e in registrazione Greta Milopulos e Silvia Guidi
assistente alla regia Iacopo Reggioli
collaborazione Alessandra Comanducci, Gianfranco Ruscigno, Vanni Cassori
traduzione di Muoio come un paese di Dimitri Milopulos e Barbara Nativi

Due testi che, per avere senso una volta uniti, devono essere messi in modo contrario nella sequenza in scena e nel titolo. Nasce così uno spettacolo in due parti, due mondi completamente diversi ma allo stesso tempo molto simili.

Resistere, il primo nella sequenza (ma secondo nel titolo), è un testo creato in due fasi (nel 1995 e nel 1999) da Barbara Nativi e basato su interviste a testimoni diretti dei vari avvenimenti accaduti a Sesto Fiorentino durante il periodo della Resistenza.

Tra le note di Barbara per il programma di sala dello spettacolo si legge:
“Siamo stati due mesi a fare incontri in teatro, o ad ascoltare gli attori, che si rannicchiavano su una sedia e ripercorrevano i racconti fatti dai loro nonni, dai genitori, dai vari intervistati, cercando di comunicarci anche il modo di quella narrazione: chi si era arrabbiato, chi si era commosso, chi sembrava ormai stanco, senza energie, chi si ostinava a negare tutto, anche la guerra.

E abbiamo deciso di non presentare soltanto il punto di vista dei migliori, di quelli che sono stati capaci di reagire e di mantenere una loro dignità in quella grande tragedia che furono la guerra e il fascismo. Non abbiamo messo in scena gli eroi. Né la Storia.

… Le varie voci si contraddicono, si completano, si ignorano: ognuno ricorda i suoi colori, i suoi sapori, e ci aiuta, crediamo, ad uscire da un rapporto puramente celebrativo con la resistenza, a strapparla al passato, e ritrovarvi dentro parti di noi.

…Resistere dentro, innanzi tutto, nelle coscienze, non abbandonarsi alla barbarie, al menefreghismo, alla pigrizia intellettuale; resistere come una strada da percorrere, sia da soli che in compagnia, in molti o in pochi, non importa.”

Muoio come un paese, il secondo nella sequenza (ma primo nel titolo), è un “disegno per un romanzo”, come indica il sottotitolo di quest’opera non dichiaratamente teatrale di Dimitri Dimitriadis, già rappresentata nel 2003 durante l’edizione Intercity Atene nei locali dell’Affratellamento, allora fatiscenti e inagibili.
Il testo è stato creato dall’autore durante il suo “esilio” a Parigi nel periodo della dittatura dei colonnelli in Grecia.

Da quel malessere nasce questo “sfogo” artistico di straordinaria intensità poetica, una metafora tra un paese e un corpo umano nel momento della più grande delle sofferenze: la malattia, il tormento, il dolore e forse la morte.

Il testo narra dunque quella che spesso viene chiamata “la fase finale”. Quando non si sopporta più. Quando si perde il controllo e logica e buon senso non esistono più. Quando carne e mente si uniscono per liberarsi da un peso insostenibile. Lì non esistono né nomi, né volti, né personalità.

Lì siamo soli, talmente soli che manchiamo anche noi stessi. È l’umiliazione estrema, la sconfitta, la fine. E’ il momento in cui l’anima ci abbandona per annegare nella fogna “quando il corpo non sopporta il peso di quell’ altro corpo…”.
È la fine di un ciclo. Ma dopo ogni fine (fino a prova contraria) arriva un nuovo inizio.

Muoio come un paese>Resistere dunque è un cerchio che si chiude.
Si parte da un racconto storico, realistico e locale per arrivare ad un altro surreale, allegorico e privo di confini territoriali.

In scena, oltre ad un cast di attori “storici” della Limonaia come Marcella Ermini, Riccardo Naldini e Daniela D'Argenio, tutta la “forza” giovane della struttura tanto amata da Barbara e cioè gli allievi di tutti i corsi della Scuola di Teatro Intercity pronti ad affrontare questa “fatica” non indifferente.
Dedicato a Barbara…
fonte: evento Creato da Dimitri Milopulos

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