Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
venerdì 3 dicembre 2010
Teatro lgbt: Jennifer, la trans di Annibale Ruccello
La portata in scena, Il 26 novembre 2010,ore 21, presso il teatro del Centro Sociale Barrio’s di Milano, dell’opera di Annibale Ruccello “Le cinque rose di Jennifer” a cura dagli Arcobaleni in marcia, con la regia di Sergio, l’interpretazione di Ernani e Giulio e la collaborazione alle voci di Giusi, mi offre il pretesto di parlare un po’ di Annibale Ruccello, precocemente scomparso in un tragico incidente nel 1986, e della sua opera.
Ricordo che la prima volta che lessi il nome dello scrittore napoletano fu su un trafiletto del libro “Meno di zero” di Bret Easton Ellis, edito in Italia da Tullio Pironti nel 1986, in cui si affermava che editore e traduttore dedicavano il libro proprio a Ruccello, il quale, ne era talmente entusiasta che se non fosse così tragicamente scomparso, ne avrebbe tratto una riduzione teatrale.
Ma cosa lega i personaggi di “Meno di zero” a quelli del drammaturgo napoletano? Probabilmente l’angoscia e la paura di vivere; l’aprioristica rinuncia a qualsiasi tentativo di controllare la realtà. Jennifer, la trans di Ruccello,come Clay, l’autodistruttivo adolescente di Ellis, trascina la sua vita in vorticoso vuoto quotidiano, subendo passivamente tutto quanto le accade intorno con un’inerte quanto stoica rassegnazione.
La solitudine di Jennifer è abissale, ma non individuale, è una solitudine che avviluppa e condanna. “… Io non so come spiegarti, Gloria … Ma mi sento come nella plastica … Mi sento divisa dagli altri come da un muro di cellophane …” recita alla radio un’altra voce di trans.
Voci alla radio e voci al telefono, uniche compagne di Jennifer; una Jennifer che trascorre le sue giornate in attesa di un chimerico Franco, quanto mai oscuro e inafferrabile novello Godot .
Insomma Ruccello (1956-1986), con la sua straordinaria ricerca linguistica e l’indiscussa capacità di analizzare le mille sfaccettature dell’animo umano, si rivela un sicuro rinnovatore del teatro italiano e ci regala un lavoro quanto mai attuale e complesso che ha come protagonisti estraniati e tragici eroi metropolitani.
Angela Caporaso
fonte arcobaleniinmarcia.blogspot.com
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento