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lunedì 29 novembre 2010
Lgbt social network: Facebook svela a terzi i nostri gusti sessuali?
Un nuovo studio di Microsoft del tedesco Max Planck Institute sembra mostrare che Facebook potrebbe rivelare l’identità sessuale dei propri utenti ai propri inserzionisti
La cosa era nell’aria.
A molti single (o almeno dichiarati come tali sul proprio profilo) sarà certamente capitato di vedere sulla colonna di destra della propria bacheca annunci pubblicitari “mirati” a siti di dating on line, ossia quei siti, quasi sempre a pagamento che promettono incontri con “l’anima gemella”,
oppure pubblicizzano le straordinarie doti passionali delle donne di un determinato paese (quasi sempre dell’est europeo).
Sulla vulnerabilità delle informazioni relative al proprio status e alla propria privacy sul popolare social network, c’era stato in passato più di un sospetto.
Oggi quel sospetto comincia a prendere corpo, tanto che qualcuno già lancia l’allarme su una presunta responsabilità, più o meno diretta, dello stesso Facebook nel rilasciare informazioni molto importanti a terzi.
TACI, QUALCUNO CI SPIA? In questo articolo di pochi giorni fa, a firma di Viola Afrifa, pubblicato su Giornalettismo è stato raccontato come lo stesso autorevole Wall Street Journal avesse avanzato più di un dubbio sulla “privacy colabrodo” del social netowork più famoso del mondo.
In particolare, si ricordava come: “Quando si utilizza un’applicazione di Facebook i dati sensibili dell’utente vengono inviati a terzi, anche se questi crede di aver blindato il suo profilo grazie ai privacy settings apparentemente a prova di bomba”.
I terzi, sarebbero appunto le aziende che creano applicazioni particolari, specie quelle a fine ludico come la nota “Farmville”.
Il giornale economico americano sostiene che “una volta ricevute le informazioni di coloro che si dimostrano intenzionati ad usufruire del servizio di turno”, queste vengono rese disponibile dietro pagamento, ovviamente a delle agenzie pubblicitarie che, così facendo, possono inondarci di ADV dei loro prodotti”.
Prodotti, questo sarebbe l’assunto di base che ci devono comunque interessare, proprio per le nostre preferenze mostrate durante la navigazione ed il nostro tempo di permanenza su Facebook e per quanto, ovviamente, da noi scritto nelle nostro “info”.
NON SOLO PRIVACY COLABRODO, I ricercatori di Microsoft e quelli del Max Plank Iinstitute hanno voluto facebook privacy Facebook svela a terzi i nostri gusti sessuali?verificare però un altro aspetto, persino più preoccupate, vale a dire, se gli annunci pubblicati su Facebook fossero mirati in base alla sessualità.
Sono stati perciò creati molti falsi profili, con informazioni volutamente controllate. Inoltre, nelle “conversazioni” della prima settimana, nelle variazioni di stato, foto, link e quant’altro, si è esplicitamente fatto riferimento a preferenze e a gusti sessuali.
Ad esempio, in un profilo (falso) che faceva riferimento ad un uomo che si è dichiarato (a Facebook) gay, sono comparse molte “pubblicità” che facevano riferimento guarda caso a siti che invitano ad intrattenere amicizie omosessuali, oppure di locali “omosex”.
Viceversa, sulle bacheche di quanti si dichiarava “etero” (ossia nelle info della propria bacheca era presenta la voce “mi piacciono: Donne” per i maschi oppure “mi piacciono: Uomini” per le donne, gli ADV a luoghi di ritrovo, siti o riviste per soli gay (o lesbiche) non apparivano.
Altri “spot” invece mostravano un’affinità alle proprie attività lavorative o ludiche anche se queste non erano state manifestamente espresse nel proprio profilo.
Secondo i ricercatori, “cliccando su queste pubblicità, soggetti terzi vengano a conoscenze dei nostri gusti ed appetiti sessuali, questo all’insaputa dell’interessato”.
Rispetto all’inchiesta del WSJ succitata, se lo studio di Microsoft e Max Plank venisse ulteriormente confermato, questa volta ci troveremo di fronte ad una violazione ben più grave.
Si attendono ulteriori sviluppi.
fonte giornalettismo.com di Pietro Salvato
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