sabato 18 settembre 2010

Lgbt, La Russia cerca di sabotare il Festival Internazionale Queer di San Pietroburgo e arresta un attivista gay a Mosca


Due episodi allarmanti sono stati denunciati ieri dalle organizzazioni lgbtq europee e da Arcigay. La prima riguarda il Festival Internazionale Queer di San Pietroburgo che ha dovuto cambiare location dopo il niet del direttore dell’Union of Artists di San Pietroburgo, una delle massime istituzioni culturali della città nonché sede principale degli eventi del Festival, motivato da una forte pressione da parte di alcune fantomatiche associazioni genitoriali e dei gruppi politici che si oppongono al ‘festival dei sodomiti’ che persegue “il vizio e la perversione”.

A quanto si sa, l’inaugurazione ha avuto comunque luogo alla presenza del Consolato Generale di Svezia, Gran Bretagna, di una delegazione del Consolato Olandese e di una rappresentanza dell’Unione Europea, dopo una ferma protesta da parte degli organizzatori e delle associazioni lgbtq europee (Coming Out e altri) che hanno ravvisato una preventiva censura e una insopportabile omofobia verso un festival a marchio queer.

Il Festival Queer , per la seconda volta, intende aprire i propri spazi agli artisti e spettatori, con il teatro sperimentale, la musica, la multimedialità e la fotografia dove i soggetti sono unici, l’arte diventa libertà di espressione di sé, libertà di capire noi stessi, accettare ed essere accettati; . seminari dove discutere di cultura queer. Serve a questo l’appuntamento di San Pietroburgo in una Russia istituzionale ancora cieca e sorda verso i suoi cittadini lgbtq, trattati con violenza e censure.

Ci saranno i Dragking Studio, Snega, Glyuklya (N.Pershina), Sindel, C.H.U. Group, MULTFILMY, Mona Pepperoni, Nerazluchniki, i nostrani Eyes Wild Drag in scena con Océan Le Roy, unit* ancora una volta in un unico spettacolo! Attraverso e oltre il kinging saranno donne, uomini, sogno, fantasia, realtà, vita, erotismo, seduzione, denuncia.

Cosa c’è di perverso in una manifestazione del genere, quale vizio, se non quello di diffondere cultura? La Russia di Putin ci sta abituando sempre più al dominio dell’economia e alla repressione verso le libertà civili individuali, particolarmente verso manifestazioni come queste o i Gay Pride impossibili a celebrarsi senza scontri con la polizia o gruppi organizzati di integralisti religiosi e naziskin.

Perché L’amministrazione comunale e il comitato per la cultura hanno fortemente raccomandato all’Unione Artisti di chiudere l’evento a causa della sua ‘propaganda omosessuale’, dimenticando che anche dalle nostre parti si fa cultura?

Nello stesso giorno in cui era in forse l’inizio del Festival Queer di San Pietroburgo, secondo quanto riferisce Pinknews e denunciato da Arcigay, Nikolai Alekseev, un importante attivista gay per i diritti umani, è stato arrestato all’aeroporto di Mosca. Da quanto si apprende, Alekseev è stato trattenuto e interrogato dal FSB e gli sarebbero state fatte pressioni perché ritiri le denunce contro la Federazione Russa presso la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), sulle continue violazioni del diritto di riunione e associazione per la comunità lesbica, gay e trans in Russia e sul divieto a manifestare in occasione del gay pride di Mosca.

Se questa è la Russia che intende entrare in Europa, c’è da sperare che chi al potere cambi mentalità e ragioni verso la comunità lgbtq; che non ci sia più quell’alone poliziesco di persecuzione verso le persone che vogliono liberamente manifestare e propagandare cultura e non solo difendere la propria e altrui omosessualità.
fonte queerblog

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