venerdì 4 febbraio 2011

Viaggi: Bormio dedica una settimana bianca al mondo lgbt «Scelta turistica e non provocazione»


Il direttore dell'Apt: «Una strategia per riempire gli alberghi e le piste da sci».
«Non è solo una trovata comunicativa: da uomo di marketing mi rivolgo ad un target specifico».

Sono queste le parole di Laurent Samou, direttore commerciale dell'Apt di Bormio, intervistato dalla redazione di Vaol.it in merito alla settimana bianca dedicata al mondo gay in programma in Alta Valtellina dal 10 al 17 aprile.

SENZA DISCRIMINAZIONE

«L'idea è nata dal mio brain storming – ha spiegato -. Nel riflettere in generale, ho realizzato che, come vengono organizzati pacchetti dedicati agli studenti universitari oppure ai guru dell'economia, è possibile aprire le porte anche al mondo gay, un target di persone come un altro.

È una scelta fatta non in maniera discriminatoria: sono persone che incontriamo nella nostra quotidianità e per questo bisogna rispettarli e far capire loro che sono i benvenuti».

RIEMPIRE IL PAESE

«Tra le iniziative che attiveremo nella settimana in questione – continua Samou - ci sono una shopping card apposita, una gara e una cena di gala. Tutti i ristoranti e i locali, inoltre, verranno coinvolti nell'evento.

Come ho spiegato prima non è una trovata rivolta a fare solo del sensazionalismo: il turismo è anche questo. È un modo per riempire il paese, per occupare gli alberghi e le piste».

RITORNO TURISTICO NON PROVOCAZIONE

«Da questa offerta non mi aspetto nulla di diverso dal solito: vorrei vedere i clienti divertirsi, sciare. Vederli felici, insomma, e che, magari, facciano una bella pubblicità a Bormio.

L'anno prossimo potrei persino organizzare la settimana dei single: le persone possono pensare che questa sia una provocazione, ma non lo è. Questo è fare turismo».
fonte www.vaol.it di Viviana Bonetti

Lgbt iniziative: Donne Pensanti, un’arma contro le discriminazioni sul lavoro


Oggi voglio parlarvi di Donne Pensanti, un progetto creato dalle donne per le donne e che tra i vari progetti si propone anche di aiutare e offrire un valido sostegno a chi ha subito discriminazioni sul lavoro.

Per noi donne la situazione non sempre è molto felice, spesso veniamo discriminate per i motivi più disparati ma soprattutto per il fatto di essere madri, di dover rincorrere un ideale di bellezza, gioventù, insomma al giorno d’oggi si viene licenziate anche perchè si resta incinta o perchè non si vuole mettere una gonna corta o un determinato make up!

Donne Pensanti è un progetto a tutto tondo che si occupa di noi ragazze a 360 gradi, vi invito intanto a visitare il sito andando all’indirizzo www.donnepensanti.net, e magari potreste anche diventare socie!

Sul sito di Donne Pensanti c’è un’apposita sezione chiamata “Consulenza lavoro”, tramite un form apposito potete scrivere quello che vi è successo e la discriminazione che avete subito, riceverete una consulenza gratuita dalla Dott.ssa Di Lonardo Mirella, consulente del lavoro che vi aiuterà a risolvere il vostro problema. Con tante voci le cose possono cambiare!

A voi è mai capitato di subire discriminazioni sul lavoro? se si, cosa è successo e soprattutto, avete risolto in qualche modo?
fonte pourfemme.it di Serena Vasta

Lgbt Cinema: L'italiano "Io sono l'amore" miglior film agli "Oscar gay" americani


Per il secondo anno i critici cinematografici gay e lesbiche degli Stati Uniti, riuniti nella Gay and Lesbian Entertainment Critics Association (GALECA), hanno assegnato i Dorian Awards e hanno scelto come miglior film una pellicola italiana: Io sono l’amore di Luca Guadagnino.

Il film, che ha ottenuto grandi consensi fuori dall’Italia anche più che in patria, è stato preferito a titoli molto noti e soprattutto a opere americane come Black Swan, The Kids Are All Right, The Social Network e Toy Story 3.

Ma oltre al film di Guadagnino, ci sono tutti i premiate nelle altre categorie.

Si va da Annette Bening, miglior interprete per The Kids, il documentario Joan Rivers: A Piece of Work, al miglior film a tematica Lgbt, I Love You Phillip Morris, fino a Burlesque, trionfatore come miglior film “camp” dell’anno.

Per la tv, migliori serie The Good Wife come dramma e Glee tra le commedie.
fonte queerblog

Trama :
Casa Recchi: specchi, fiori, denaro e freddezza. Emma e Tancredi, i loro figli, Elisabetta, Edoardo, Gianluca, i compagni e promessi sposi, i nonni, la genealogia e le future generazioni celebrano, tra le camere e i corridoi, i giardini innevati, le grandi cucine di Villa Recchi, passaggi di consegne, avvicendamenti alla guida dell'impresa strategie familiari e consolidamenti.

Consolidamenti progressivi di ruoli sempre più raggelati dalla consapevolezza della classe di appartenenza, la grande borghesia industriale lombarda. Estraneo a quel mondo Antonio giovane cuoco poco avvezzo al compromesso, condensa emozioni in piatti che non hanno diritto di cittadinanza nella trattoria di famiglia.

Emma e Antonio, due creature inorganiche agli universi in cui gravitano.
La passione che li porta in rotta di collisione. Spezzando i legami e mettendo entrambi in diretto contatto con la natura.
Da cui Antonio trae vita per le sue creazioni, da cui Emma ha preso le distanze costruendo una nuova identità. Altissimo il prezzo da pagare. Una sola possibilità di redenzione: l'amore.

giovedì 3 febbraio 2011

Libri Lgbt: Scrivere sulla diversità, "Evviva la neve, vite di trans e transgender" di Delia Vaccarello


Delia Vaccarello ha scritto e scrive su omosessualità e transgenderismo, ha curato le antologie "Principesse azzurre" e successive uscite per la Oscar Mondadori e ora con "Evviva la neve" ha scritto invece di transessualità.

Nuovasocietà ha scambiato due parole con lei, sulla scrittura e sulla diversità.

Vuoi presentare il tuo ultimo libro e spiegare perché ti occupi di transgenderismo, argomento tabù anche presso certi ambienti omosessuali?

Ho compiuto un viaggio appassionato scrivendo "Evviva la neve, vite di trans e transgender", e ho voluto prendere il lettore per mano portandolo dove altrimenti non sarebbe giunto, visitando le persone in attesa dell'operazione, indagando sul dopo, entrando in luoghi di lavoro, blog, famiglie.

Al centro della mia ricerca c'è il concetto di rinascita, chi adegua il corpo al genere sentito come proprio spessissimo è spinto da un fortissimo sentire, la persona trans non è un corpo muto come vorrebbero il pregiudizio e la morbosità, non è quello che ci hanno mostrato con il caso Marrazzo.

La transessualità è una vicenda umana che ci riguarda, perché allargare l'area del nostro sentire vuol dire essere più libero.

Cosa vuol dire, in termini di difficoltà ma anche di vantaggi, scrivere di omosessualità e transessualità, in un Paese come l'Italia che non riconosce queste realtà per una serie di ragioni?

Non c'è nessun vantaggio. Campeggia un grande rischio, il pericolo che il pregiudizio, che ama etichettare e non comprendere, spinga a creare categorie che azzerano l'impatto del messaggio. Così un autore che si occupa di temi scomodi viene spesso liquidato come autore di nicchia.

Insegni media e cultura della differenza alla scuola di giornalismo di Bologna: in che cosa consiste la tua materia e come è importante per formare i nuovi professionisti dell'informazione?

Cerco di far comprendere il valore di concetti come "orientamento sessuale" e "identità di genere". Si tratta di concetti che illuminano il vivere di ciascuno e devono far parte del bagaglio di chi si occuperà di informazione.

Spesso diciture come "mondo gay", "realtà trans" congelano la narrazione di un fatto veicolando sottotesti che sono frutto di stereotipi.

Di recente abbiamo fatto una scoperta: in oltre dieci mesi le agenzie stampa avevano lanciato numerose notizie sotto la testatina "inchiesta trans", ma si parlava di Brenda, di pusher, di prostituzione trans. Il termine trans veniva usato come equivalente di prostituzione.

Ho fatto decine di inchieste trans nella pagina Liberi tutti dell'Unità, raccontando storie, vissuti, operazioni, proposte di legge, difficoltà sul lavoro, non parlando di prostituzione.

I ragazzi che domani racconteranno il mondo non devono cadere nelle trappole tese dai media oggi che deformano la realtà.

Hai curato le antologie Principesse azzurre, che parlano di donne omosessuali. Come ti sembra quest'universo, di cui si parla relativamente meno rispetto a quello degli uomini gay?

Ci sono fragilità e delicatezze che domani potrebbero diventare forze, ma che ancora adesso temono il dialogo aperto e la libera iniziativa.
La paura di essere libere e coraggiose frena molte nel dare tutta la fertilità di cui sarebbero capaci.
di Elena Romanello
fonte associazioneculturalegalilea.blogspot.com, via nuovasocieta.it

Lgbt Arte: Dal Moma agli Uffizi, viaggio virtuale nei maggiori musei digitalizzati da Google

La visita virtuale nel sito di Google al Metropolitan di New York

Fra le missioni di Google non c’è solamente di trovarvi la migliore ricetta per fare il risotto ai funghi, o informazioni su come combattere il raffreddore o le ultime notizie sulla rivolta in Egitto: il gigante di Internet ha tra i proprio scopi anche quello di digitalizzare la massima parte possibile della cultura umana.

Una scommessa gigantesca. Che di quando in quando compie un nuovo passo avanti. Proprio ieri, a Londra, la società californiana ha presentato il primo “capitolo” di un nuova straordinaria creazione: la visita in alta definizione all’interno di alcuni dei più noti e amati musei del mondo.

Nel sito googleartproject.com si aprono le porte dei primi 17 musei che hanno collaborato con la società di Mountain View.
C’è la Tate Modern di Londra, dove il progetto è stato presentato alla stampa, e il Moma di New York, l’Hermitage di San Pietroburgo e il Rijksmuseum di Amsterdam.

E ci sono gli Uffizi di Firenze: «Gli Uffizi sono il museo più vecchio del mondo - ha spiegato la direttrice Cristina Acidini, ora il nostro Museo può essere visto dovunque, a ogni ora».

E non sarà il solo museo italiano a venire proiettato nell’universo digitale: Google continuerà ad ampliare il sito dedicato ai musei e includerà anche il Museo Capodimonte a Napoli, la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, la Galleria Borghese di Roma e la Pinacoteca di Brera di Milano.

Allo stato attuale, Google ha applicato agli interni dei musei la stessa tecnologia già sperimentata per la Street View. Si può cioè entrare dentro le stanze dei musei, e guidando i propri spostamenti con il mouse del computer ci si può avvicinare ai quadri, guardarli da vicino, godendo dell’alta risoluzione che li rende limpidi come mai era accaduto prima.

In totale i quadri presenti in queste gallerie virtuali sono oltre mille, in 385 stanze, e 17 sono riprodotti al livello di “gigapixel”, cioè ad altissima risoluzione e un livello di chiarezza superiore a quello della migliore macchina fotografica digitale oggi esistente. Agli Uffizi, l’onore dell’altissima definizione è andata alla “Nascita di Venere” di Botticelli.

La missione dei “Musei in Casa”, viene dopo altre iniziative di digitalizzazione, o di “democratizzazione” come talvolta i “creativi” di Google amano descrivere queste iniziative.

Google ha già digitalizzato 15 milioni di libri, e il direttore del progetto, Santiago de la Mora, sostiene che nel pubblico c’è un’altissima richiesta di cultura digitalizzata: «Almeno l’80 per cento dei libri viene consultato regolarmente» spiega de la Mora.

L’opinione è condivisa in Italia, al Ministero dei Beni Culturali, dal direttore generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, Mario Resca, che ha dichiarato: «Con Google abbiamo un rapporto privilegiato, visto che il nostro Paese resta depositario del più grande patrimonio culturale del mondo».

Non solo, a sentire Resca, questa iniziativa dovrebbe avere anche «un aumento nell’indotto del turismo».

Difatti, i direttori dei grandi Musei pensano che diffondere i loro capolavori in modo facilmente accessibile e allo stesso tempo limpido e solleticante, servirà a spingere la gente del mondo a voler andare di persona a vedere quello che hanno guardato e assaporato virtualmente, sullo schermo di un computer.

D’altro canto, c’è chi si chiede se Van Gogh o Botticelli abbiano mai sospettato che un giorno le loro opere sarebbero state guardate con tale precisione di particolari, che un singolo capello nella capigliatura della Venere potrebbe diventare oggetto di studio ossessivo.
fonte .ilmessaggero.it di Anna Guaita

LGBT DANZA: LONDRA, SCOPERTO UNICO FILMATO BALLETTI RUSSI DIAGHILEV


L'unico filmato al mondo dei Balletti Russi di Serge Diaghilev è stato scoperto quasi per caso da un'appassionata di ballo britannico in un archivio online.

Secondo Jane Pritchard, curatrice di una mostra sul celebre corpo di ballo conclusasi il mese scorso al Victoria and Albert Museum di Londra, i trenta secondi di performance sarebbero stati catturati nel 1928 a Montreux, in Svizzera, da una telecamera con molta probabilità nascosta.

Nell'archivio britannico della casa di produzione e distribuzione Pathé, il filmato in bianco e nero era stato etichettato come di origine sconosciuta. Ma dopo essersi recata alla mostra del Victoria and Albert, a Susan Eastwood, membro di un club di fan della danza, era venuto il sospetto che si trattasse dei Balletti Russi.

Quando le è stato mostrato il video, la Pritchard ha potuto confermare che si trattava proprio del corpo di ballo di Diaghilev e che la performance in questione era Le Sylphides con Serge Lifar nelle vesti di primo ballerino.

Forse nel timore che tutti potessero vedere le rivoluzionarie performance dei suoi Balletti Russi senza recarsi a teatro, Diaghilev proibiva tassativamente alle telecamere di filmare i balletti e proprio per questo finora si credeva qualsiasi documentazione video fosse inesistente.

Ma qualcuno a Montreux era riuscito ad entrare con una telecamera e a filmare, sebbene da lontano e per pochi secondi, i ballerini sul palco.

"Mi rimangio tutto! ha scritto la Pritchard sul suo blog,ho sempre detto che se la Fete de Narcisses venisse rappresentata oggi tutti la filmerebbero di nascosto e che purtroppo all'epoca nessuno non era riuscito a farlo.

Il film è di cattiva qualità (girato da lontano e quasi certamente senza permesso); molto breve, ma ora posso dire che i balletti Russi di Diaghilev sono stati filmati!".
fonte (ANSA).

Short documentary featuring the Joffrey Ballet's celebration of the 100th anniversary of the Ballets Russes.
With special guests Millicent Hodson and Kenneth Archer.

mercoledì 2 febbraio 2011

Lgbt Thailandia: Se la hostess è una Ladyboy, al debutto una compagnia aerea che "prima al mondo" arruolerà persone transessuali


Thailandia, al debutto una compagnia aerea che "prima al mondo" arruolerà transessuali come assistenti di volo. Voli da Bangkok a Seoul, Tokyo e Osaka

Le pari opportunità devono valere anche per la gente dell'aria, e anche per chi è spinto dalla natura a cambiare sesso.
La piccola rivoluzione viene dalla Thailandia. Debutta una nuova compagnia aerea, P.C.Air, la cui specialità sarà una scelta radicale in questo senso.

La P.C.Air si è posta l'obiettivo di assumere sistematicamente transessuali come hostess. Cosa che finora nessuna airline del mondo aveva avuto il coraggio di fare. P.C. Air ha già assunto sei "ladyboys" come membri dei suoi equipaggi, e la campagna assunzioni prosegue a ritmo serrato.

P.C. Air debutterà con voli commerciali in aprile, e vuole dare l'esempio di una vera parità di diritti tra i sessi.

E'quanto sottolinea il suo numero uno, Peter Chan, elogiando i transessuali: "Penso", egli ha dichiarato a Bild online (l'edizione digitale del quotidiano più letto d'Europa, la quale ha dedicato un ampio servizio al tema) "che queste persone (i transessuali appunto, ndr) possano svolgere al meglio molti lavori, e non soltanto nel campo dello spettacolo e dell'intrattenimento come si tende a pensare.

E molti di loro hanno un sogno: appunto, diventare hostess. Io voglio tradurre il loro sogno in realtà".

Thanyarat Jiraphathorn, ventitreenne, e famosa in Thailandia per essere stata eletta reginetta dell'edizione 2007 di "Miss Tiffany", un noto concorso di bellezza per transessuali, e per essere la protagonista di diverse soap operas di successo, è una delle vincitrici dei primi posti di lavoro di hostess assegnati da P.C.Air tra gli oltre cento transessuali che hanno risposto al bando d'assunzione presentando domanda.

Secondo Peter Chan, quel che conta per essere assunticome hostess transessuali non è aver effettuato o meno l'operazione chirurgida per il cambio di sesso. Le doti importanti sono la gentilezza e la buona conoscenza dlele lingue.

La Thailandia, la cui economia attraversa da anni una fase di boom economico e di accelerata industrializzazione, è famosa non solo come grande mèta del turismo internazionale, ma anche per la bellezza, lo stile e l'eleganza delle sue signore. E anche dei transessuali, perché il regno è tra i paesi col più alto numero di transessuali nel mondo, in rapporto al totale della popolazione.

Molti di loro si sottopongono all'operazione per il cambio di sesso, e diversi chirurghi thailandesi offrono la possibilità di effettuarla a prezzi modici.

La nuova compagnia aerea P.C. Air comincerà i suoi servizi regolari con due jet a larga capacità del tipo Airbus A 310, acquistati di seconda mano. La sua base sarà il modernissimo aeroporto internazionale Suvarnabhumi, che è il più nuovo e importante dei due scali di Bangkok.

Da Suvarnabhumi i jet di P.C.Air effettueranno tra gli altri voli per Seoul, la capitale sudcoreana, Tokyo e Osaka. In seguito la compagnia progetta di espandere la sua rete con altri collegamenti in Asia.
fonte viaggi.repubblica.it di Andrea Tarquini

Lgbt Teatro: "Tutto su mia madre" tutto su tutti


“Tutto su mia madre” di Pedro Almodovar, una favola perfetta per il teatro, dopo il debutto al Goldoni di Venezia con la carismatica partecipazione di Elisabetta Pozzi nel ruolo della protagonista e di Eva Robin’s nei panni, ben calzati, di Agrado il transessuale prestato a voce narrante nella storia, è al Teatro comunale di Ferrara per la stagione di prosa 2011 .

“Tutto su mia madre”, film di Pedro Almodovar uscito nelle sale italiane nel ’99 e premio miglior regia a Cannes, dopo il debutto al Goldoni di Venezia con il linguaggio meta teatrale di Samuel Adamson e la regia di Leo Muscato torna alla ribalta nella platea del Teatro Comunale di Ferrara per la stagione di prosa 2011.

Il cast con la partecipazione già certa di una interprete di grande carisma come Elisabetta Pozzi nel ruolo della protagonista, non manca di attrarre il pubblico grazie anche alla straordinaria presenza di Eva Robin’s nei panni, ben calzati, di Agrado il transessuale prestato a voce narrante nella storia.

Una storia con un dolore di fondo, che non impedisce tra risa e gioia di affrontare, e con un pubblico sicuramente più maturo dall’epoca dell’esordio del film, temi come la differenza sessuale, giustificata, compresa soprattutto vissuta da donne sempre capaci di amare senza giudizi o condanne.

“La storia, tra favola e solidarietà - come racconta la stessa Pozzi a La Repubblica è un mondo in cui gli incontri fanno nascere e scoprire nuove affettività e nuove possibilità di raccontarci”.

La protagonista Manuela torna a confrontarsi con il passato alla ricerca di quel padre a cui poter raccontare tutto su suo figlio e a mantenere la stessa promessa fatta a quest'ultimo Esteban poco prima di morire di raccontargli tutta la verità su suo padre….

Come la visione dell'antica tragedia greca, la visione della vita umana coincide nella rappresentazione tragica di un sacrificio simbolico in cui è l’essere maschile a morire e le donne vive ne piangono la morte.

Esteban e Lola suo padre, il transessuale che sparge attorno a sé l’Aids come un'epidemia e ne muore, sono coloro attorno i quali ruotano i colpi di scena del concetto di famiglia naturale e allargata e la consapevolezza dell’azione dell’arte come terapia sulle persone, non a caso Manuela entra in contatto con l’ambiente del palcoscenico, le scene di Un Tram del desiderio di Tennessee Williams e Nozze di sangue di Garcia Lorca il cui pianto della donna sul figlio è ciò lega la consapevolezza del dramma, al suo superamento nell’ode finale.
fonte agoravox.it

Lgbt: Padre Cosimo Scordato, il prete "gay friendly"


"Bisogna avere rispetto per gli omosessuali perché quello che conta è l'amore, loro amano al pari degli etero. E dove c'è amore c'è Dio".

"Gli omosessuali sono persone normali, non errori di natura o dei malati. Sono persone che hanno tutto il diritto di amare e di essere amati e in quanto tali di formare delle famiglie".

Queste le semplici parole di padre Cosimo Scordato, parroco della chiesa San Francesco Saverio all'Albergheria, uno dei quartieri più poveri di Palermo, partecipando alla presentazione del progetto "PROSPETTIVA QUEER".

Il parroco del quartiere popolare dell'Albergheria chiede alla Chiesa di rivedere le sue posizioni: "Bisogna avere rispetto per gli omosessuali perché quello che conta è l'amore, loro amano al pari degli etero. E dove c'è amore c'è Dio".

Padre Scordato non è nuovo a prese di posizioni 'forti' e in controtendenza: è stato, infatti, in prima fila negli anni Ottanta quando ha fondato il "Comitato popolare antimafia" a Casteldaccia (PA).

E ancora sull'onda del caso di Eluana Englaro ha organizzato in chiesa un referendum per fare decidere all'assemblea ecclesiale l'orientamento della comunità sulla sospensione della nutrizione in questo e in altri casi.

Adesso, come già avvenuto in passato, il sacerdote torna a parlare dei Dico e dell'omosessualità: "L'omosessualità non è un 'peccato contro natura' - sottolinea il parroco palermitano, né un elemento di disordine.

Conta la persona con la sua capacità di amare e in quanto tale deve essere rispettato". Per padre Scordato "è la persona, infatti, che qualifica la dignità umana. E dove c'è amore c'è Dio.

Per questo la Chiesa dovrebbe rivedere radicalmente il suo pensiero".
La parrocchia di San Saverio ospita, non a caso, la sede dell'Agedo (Associazione genitori di omosessuali)
fonte .guidasicilia.it

domenica 30 gennaio 2011

Lgbt: “Anche i/le trans si possono unire civilmente”


Rivoluzionaria sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha definito gravemente discriminatoria l’attuale legislazione

Una transessuale di 62 anni, nata come maschio ma che da molto tempo vive come una donna, si potrà unire civilmente con la sua compagna. Dopo molte cause perse la Corte Costituzionale tedesca ha sancito che la trans avrà diritto a contrarre la “partnership registrata” prevista in Germania per le coppie gay.

Finora la transessuale non aveva potuto farlo perchè solo due persone dello stesso stesso potevano unirsi civilmente, ma la sentenza della Corte potrà cambiare la giurisprudenza in modo significativo. Il massimo tribunale tedesco ha inoltre smantellato la legge sui transessuali vigente in Germania, definendola discriminatoria.

DIRITTI ANCHE AI TRANS - Finora i transessuali dovevano cambiare sesso per poter accedere come coppia gay ad un’unione civile. I giudici hanno stabilito che una simile imposizione era una discriminazione contraria al dettato costituzionale. Nella decisione la Corte ha rimarcato come non contino tanto gli aspetti fisici, ma come una persona senta la propria sessualità, e se questo sentimento sia coerente con la sua fisicità.

Manfred Bruns dell’unione delle lesbiche e dei gay tedeschi ha salutato il giudizio della magistratura costituzionale con parole di soddifsfazione : ” I diritti fondamentali non sono più dipendenti dal sesso biologico, ma dalla sessualità vissuta dalla persona.” Questa è la sesta volta che la Corte di Karlsruhe ha criticato la legge sui transessuali, in vigore in Germania dal 1980.

“E’ tempo che arrivi una nuova legge, moderna, che assicuri i diritti anche ai trans e non che li discrimini come finora è stato”. Una richiesta condivisa anche dal deputato ecologista Volker Beck, che ha rimarcato come la Corte abbia dato uno schiaffo al governo Merkel, immobile su questi temi per la divisione che corre tra i liberali, laici, e i conservatori della Cdu, contrari a riconoscere nuovi diritti alla comunità LGBT tedesca.

LEGGE DISCRIMINATORIA - Finora la normativa sui transessuali offre due possibilità alle persone di cambiare il loro sesso. Due percorsi chiamati piccola soluzione, oppure grossa soluzione. Nel primo caso una persona ha bisogna di una prova che certifichi la diversa sessualità biologica vissuta dal soggetto. Con la testimonianza di due persone indipendenti è possibile cambiare il proprio nome, adeguandolo alla sessualità del soggetto.

La soluzione grossa consiste invece nella trasformazione del sesso, possibile solo attraverso operazioni di rimozione dell’apparato genitale, o comunque cambiamenti significativi del proprio corpo.

Simili interventi sono potenzialmente pericolosi per le persone che si sottopongono, e la Corte costituzionale tedesca ha stabilito come una simile predisposizione normativa costituisca un’indebita discriminazione.
fonte giornalettismo.com di Andrea Mollica

Lgbt Colombia: tribunale reintegra una tenente di polizia licenziata perché lesbica


Il Tribunale Amministrativo del Dipartimento del Meta in Colombia ha ordinato alla Policía Nacional il reintegro della tenente Sandra Yaneth Mora Morales (in foto), che era stata licenziata nel 2000 perché lesbica.

La sentenza, che conferma la decisione già adottata da un altro tribunale nel 2009, specifica, inoltre, che non solo Sandra Yaneth Mora Morales dovrà essere reintegrata con lo stesso grado che aveva al momento del licenziamo o con uno superiore valutato in base all’anzianità di servizio ma le dovranno essere versati gli stipendi arretrati a partire dalla data di licenziamento.

La tenente Mora fu licenziata con l’accusa di avere legami con il narcotraffico ma non sono mai state fornite prove di questo presunto legame. Al contrario, aveva ricevuto sempre attestazioni di merito mentre prestava servizio.

Tutto indica che la vera ragione del licenziamento, invece, sia stata l’omofobia dei suoi superiori, divampata quando si venne a sapere che la Mora Morales aveva una relazione stabile con una pilota.

Stando alle informazioni raccolte, infatti, la tenente venne messa dinanzi a un aut aut da parte dei suoi superiori: o lasciava la sua compagnia o sarebbe stata licenziata.

Una reintegrazione, questa, che ne ricorda un altro avvenuto a marzo 2010, quando un tribunale di Bogotà ordinò la riassunzione di Juan Carlos Hernández Urueña, che era stato licenziato per via del suo orientamento sessuale, dopo essere stato vittima di attacchi omofobi.

Sembra che gradualmente l’uguaglianza sul posto di lavoro per le persone lgbt viene sempre più riconosciuta dalla giustizia nelle istituzioni pubbliche e private della Colombia.
fonte queerblog.it Foto | La F.m.