sabato 3 ottobre 2020

Tecnologia: «The Social Dilemma», cosa abbiamo imparato dal documentario Netflix

Il nuovo documentario di Jeff Orlowski apre il dibattito su cosa possiamo fare per invertire le logiche persuasive dei social network. Non è un grido al boicottaggio, ma un invito a una presa di coscienza collettiva per mettere in atto un cambiamento, prima che sia troppo tardi. Ecco come la pensano dirigenti e programmatori di Facebook, Google, Instagram

 «Mai nella storia 50 designer, ragazzi dai 20 ai 35 anni in California, avevano preso decisioni che avrebbero cambiato la storia di 2 miliardi di persone. Quegli stessi 2 miliardi di persone che penseranno a cose a cui non avrebbero mai pensato». 

 

A parlare non sono nostalgici o dallo spirito anticonformista, i protagonista del nuovo documentario Netflix «The social dilemma», che mette in guardia dal potere subdolo e persuasivo dei social media, sono proprio gli stessi «smanettoni» che lavorano per queste tecnologie.

Parlano dirigenti e programmatori di Google, Facebook, Youtube, Pinterest, Instagram, c’è anche l’ingegnere Justin Rosenstein, l’ideatore del tasto «Like» su Facebook. Sì, quella reazione social positiva che ha causato in adolescenti ma non solo, una dipendenza emotiva da dose quotidiana di dopamine, che fanno bene all’umore e alla autostima.

Il documentario, presentato al Sundance festival è del regista Jeff Orlowski, che affronta la questione senza troppe recriminazioni o grida al boicottaggio, ma con un occhio al futuro: cosa possiamo cambiare adesso? Il dibattito è aperto e parlarne vale veramente la pena.

Nessuno aveva previsto come sarebbe cambiata la società con i social network, che l’algoritmo sarebbe diventato sempre più intelligente e che noi, non pagando per il servizio offerto, diventassimo i veri prodotti. «Se non stai pagando il prodotto, allora quel prodotto sei tu». Siamo noi con i nostri dati, le nostre abitudini, i nostri “mi piace”, la nostra cerchia di rapporti quotidiani sempre più indotti e profilati dalla tecnologia.

Ci hanno trasformato in dei bersagli da centrare per fare soldi o per passare messaggi a cui siamo più vulnerabili. Ed è questo il terreno su cui attecchiscono meglio populismi e fake news. L’intelligenza artificiale ci legge dentro, ci guida, anticipa le nostre azioni, controlla il nostro inconscio, manipola la nostra mente senza che ne abbiamo la consapevolezza, affermano nel documentario. «È il graduale, lento, impercettibile cambiamento nel tuo comportamento e percezione a essere il prodotto: è l’unica cosa da cui possono trarre profitto». Utopia o distopia? Questo è uno dei problemi sociali e umani che più condizionerà il nostro futuro insieme al climate change, di cui per altro proprio lo stesso regista ha già parlato.

«La società sana dipende dall’abbandono di questo modello di business. Possiamo pretendere che questi prodotti siano progettati umanamente, di non essere trattati come una risorsa estraibile, la domanda è: come possiamo migliorare il mondo?». Ci muoviamo così perché non abbiamo altra scelta, ma tutto è impermanente. «Servirà un miracolo per poterne uscire e quel miracolo è la volontà collettiva». Ci voleva una Greta Thumberg per smuovere le coscienze sul cambiamento climatico e, forse, ci voleva un documentario come «The social dilemma», per smuovere un’osservazione piò oggettiva di una realtà totalmente immersiva.

The Social Dilemma | Official Trailer | Netflix  > QUI

7 CONSIGLI PER GESTIRE I SOCIAL IN MODO CONSAPEVOLE (DA CHI PER I SOCIAL CI LAVORA)

– Eliminate tutte le app che fanno perdere tempo e disattivate le notifiche che distolgono l’attenzione per informazioni che non sono essenziali in quel momento. È lo stesso motivo per cui è meglio non tenere dei biscotti in tasca!

– Non accettate video consigliate da Youtube, siate voi a scegliere.

– Prima di condividere qualcosa verificate la fonte, analizzate i fatti, fate qualche ricerca in più per non cedere solo all’emotività.

–  Assicuratevi di ricevere diversi tipi di informazione, seguite anche persone con cui non siete d’accordo, così da essere esposti a diversi punti di vista.

– Molte persone che lavorano nella tecnologia non lasciano usare i social media ai loro figli.

– Lasciate tutti i dispositivi fuori dalla camera da letto a un’ora precisa ogni sera.

– Stabilite un tempo di utilizzo ragionevole dei social e della tecnologia, per voi o per i vostri figli.

fonte: di Alice Rosati    www.vanityfair.it

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