Il nuovo documentario di Jeff Orlowski apre il dibattito su cosa
possiamo fare per invertire le logiche persuasive dei social network.
Non è un grido al boicottaggio, ma un invito a una presa di coscienza
collettiva per mettere in atto un cambiamento, prima che sia troppo
tardi. Ecco come la pensano dirigenti e programmatori di Facebook,
Google, Instagram «Mai nella storia 50 designer, ragazzi dai 20 ai 35 anni in
California, avevano preso decisioni che avrebbero cambiato la storia di 2
miliardi di persone. Quegli stessi 2 miliardi di persone che penseranno
a cose a cui non avrebbero mai pensato».
A parlare non sono nostalgici o
dallo spirito anticonformista, i protagonista del nuovo documentario
Netflix «The social dilemma», che mette in guardia dal
potere subdolo e persuasivo dei social media, sono proprio gli stessi
«smanettoni» che lavorano per queste tecnologie.
Parlano dirigenti e programmatori di Google, Facebook, Youtube,
Pinterest, Instagram, c’è anche l’ingegnere Justin Rosenstein,
l’ideatore del tasto «Like» su Facebook. Sì, quella reazione social
positiva che ha causato in adolescenti ma non solo, una dipendenza
emotiva da dose quotidiana di dopamine, che fanno bene all’umore e alla
autostima.
Il documentario, presentato al Sundance festival è del regista Jeff
Orlowski, che affronta la questione senza troppe recriminazioni o grida
al boicottaggio, ma con un occhio al futuro: cosa possiamo cambiare
adesso? Il dibattito è aperto e parlarne vale veramente la pena.
Nessuno aveva previsto come sarebbe cambiata la società con i social
network, che l’algoritmo sarebbe diventato sempre più intelligente e che
noi, non pagando per il servizio offerto, diventassimo i veri prodotti.
«Se non stai pagando il prodotto, allora quel prodotto sei tu». Siamo
noi con i nostri dati, le nostre abitudini, i nostri “mi piace”, la
nostra cerchia di rapporti quotidiani sempre più indotti e profilati
dalla tecnologia.
Ci hanno trasformato in dei bersagli da centrare per fare soldi o per
passare messaggi a cui siamo più vulnerabili. Ed è questo il terreno su
cui attecchiscono meglio populismi e fake news. L’intelligenza
artificiale ci legge dentro, ci guida, anticipa le nostre azioni,
controlla il nostro inconscio, manipola la nostra mente senza che ne
abbiamo la consapevolezza, affermano nel documentario. «È il graduale,
lento, impercettibile cambiamento nel tuo comportamento e percezione a
essere il prodotto: è l’unica cosa da cui possono trarre profitto».
Utopia o distopia? Questo è uno dei problemi sociali e umani che più
condizionerà il nostro futuro insieme al climate change, di cui per altro proprio lo stesso regista ha già parlato.
«La società sana dipende dall’abbandono di questo modello di
business. Possiamo pretendere che questi prodotti siano progettati
umanamente, di non essere trattati come una risorsa estraibile, la
domanda è: come possiamo migliorare il mondo?». Ci muoviamo così perché
non abbiamo altra scelta, ma tutto è impermanente. «Servirà un miracolo
per poterne uscire e quel miracolo è la volontà collettiva». Ci voleva
una Greta Thumberg per smuovere le coscienze sul cambiamento climatico
e, forse, ci voleva un documentario come «The social dilemma»,
per smuovere un’osservazione piò oggettiva di una realtà totalmente
immersiva.
The Social Dilemma | Official Trailer | Netflix > QUI
7 CONSIGLI PER GESTIRE I SOCIAL IN MODO CONSAPEVOLE (DA CHI PER I SOCIAL CI LAVORA)
– Eliminate tutte le app che fanno perdere tempo e disattivate le
notifiche che distolgono l’attenzione per informazioni che non sono
essenziali in quel momento. È lo stesso motivo per cui è meglio non
tenere dei biscotti in tasca!
– Non accettate video consigliate da Youtube, siate voi a scegliere.
– Prima di condividere qualcosa verificate la fonte, analizzate i
fatti, fate qualche ricerca in più per non cedere solo all’emotività.
– Assicuratevi di ricevere diversi tipi di informazione, seguite
anche persone con cui non siete d’accordo, così da essere esposti a
diversi punti di vista.
– Molte persone che lavorano nella tecnologia non lasciano usare i social media ai loro figli.
– Lasciate tutti i dispositivi fuori dalla camera da letto a un’ora precisa ogni sera.
– Stabilite un tempo di utilizzo ragionevole dei social e della tecnologia, per voi o per i vostri figli.
fonte:
di Alice Rosati www.vanityfair.it