“Dal Parlamento europeo ci giungono analisi e solleciti sul fenomeno
dell’omotransfobia che è opportuno che il governo italiano, così come
gli altri governi degli Stati membri, raccolgano con molta attenzione“:
Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, commenta la
risoluzione approvata lo scorso 18 dicembre da un’ampia maggioranza del
Parlamento europeo (463 i voti a favore, qui il documento: http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0101_EN.pdf),
attraverso la quale si esprime condanna nei confronti delle cosiddette
“LGBTI free zones” propagandate in Polonia e apprensione per i sempre
più frequenti fenomeni di omotransfobia, anche istituzionale, che si
registrano negli Stati che compongono l’Unione europea.
“Nella risoluzione – spiega Roberto Muzzetta, delegato alle politiche internazionali nella segreteria di Arcigay – si
affronta in modo esplicito il problema degli attacchi omotransfobici
provenienti da politici di Paesi europei che spesso, in modo
irresponsabile e spregiudicato, utilizzano un linguaggio violento e
discriminatorio per guadagnare facile consenso. La risoluzione,
tuttavia, ha un obiettivo chiaro: la proliferazione in Polonia della
deprecate “free LGBTI zones”.
Negli ultimi mesi in Polonia attacchi verbali e fisici nei confronti
della comunità LGBTI locale sono stati giustificati come un tentativo di
resistenza e liberazione della nazione polacca dai dannosi influssi
della cosiddetta ideologia LGBTI. È perciò un segnale importante la condanna che il Parlamento europeo ha espresso,
con una maggioranza ampia e trasversale, nei confronti di questa
deriva, inscrivendola in un contesto generale allarmante e da non
sottovalutare.
La risoluzione riconosce infatti, nelle premesse, che il
fenomeno della violenza omotransfobica purtroppo riguarda tutto il
continente e tutti gli ambiti sociali e politici. Questi attacchi, si
legge nell’istanza, rappresentano una minaccia seria ai diritti
fondamentali nell’Unione europea e vanno di pari passo con gli
attacchi rivolti alle donne e alle minoranze.
Non solo: essi,
assieme alla propaganda xenofoba, contribuiscono a creare un clima
insicuro per tutti e tutte e in particolare per le persone che si
battono per l’affermazione di questi diritti. E ancora: il Parlamento
europeo, attraverso questa risoluzione, denuncia l’assenza di un
monitoraggio sistematico di questi crimini, e il persistere di rischi e
paure legati allo svelamento dell’orientamento sessuale e
dell’identità di genere, fenomeno che rappresenta un potente deterrente
alla denuncia dei crimini”.
“Nelle passate settimane – riprende Piazzoni – si è
avviato nel nostro Parlamento l’iter per la discussione di una legge
contro l’omotransfobia: questa risoluzione può rappresentare un
contributo importante e concreto a questo percorso. Le cosiddette
“lgbti free zones” non sono un mito lontano: durante il passato
Governo, il Conte 1, abbiamo toccato con mano, in occasione del
Congresso delle Famiglie a Verona, la saldatura oscura tra alcuni
partiti italiani e i movimenti che in Polonia reiterano pratiche e
discorsi d’odio ai danni delle persone LGBTI. E sappiamo che esiste un
network internazionale che organizza questi movimenti, anche nel nostro
Paese. Più che legittima quindi la preoccupazione degli euodeputati,
che è anche la nostra e che ci auguriamo sia anche quella degli eletti e
delle elette del Parlamento italiano”, conclude.
fonte: www.spyit.it
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venerdì 10 gennaio 2020
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