Grazie al sostegno dell’Associazione Transessuali Andalusia, tre famiglie hanno ingaggiato una battaglia legale contro gli istituti frequentati dai figli
L‘ultimo caso di famiglie che assecondano i figli, che sentono di appartenere a un sesso diverso da quello biologico, viene dalla Spagna, come ha raccontato El País: «La procura dell’Andalusia ha aperto un’indagine contro tre scuole di Málaga, due religiose e una pubblica, che hanno mostrato reticenze ad accogliere la sollecitudine dei genitori per il rispetto dell’identità di genere dei loro figli». Due scuole, per non incappare in problemi legali, hanno ceduto alle richieste della famiglie, mentre una terza non vuole accettare di inserire un maschio «nella lista degli alunni con il suo nome da femmina».
ASSECONDARE I BAMBINI. La madre di quest’ultimo bambino ha fatto causa alla scuola perché il collegio dei professori non vuole consegnare al piccolo l’uniforme da femmina. Le tre denunce sono state presentate dall’Associazione Transessuali Andalusia (Atc), che consiglia alle famiglie di assecondare il disagio e la volontà di cambiare sesso dei figli e ha convinto 12 genitori a ingaggiare una battaglia legale contro le scuole. E, oltre alla richiesta di vestire i bambini con uniformi del sesso opposto e a usare i bagni di conseguenza, l’Atc ha chiesto al governo dell’Andalusia di diffondere nelle scuole un nuovo metodo educativo che rispetti la loro libertà di scelta.
ALTRI CASI. I casi spagnoli sono solo gli ultimi di un elenco che si fa sempre più lungo. In Colorado i genitori del piccolo Coy hanno vinto la battaglia legale con la scuola che non voleva permettergli di usare il bagno delle bambine. Coy, da quando aveva appena 18 mesi, è trattato da genitori come una femmina solo perché giocava con i giochi della sorella.
Anche la mamma e il papà della canadese Wrenna hanno deciso che la figlia era un maschio perché lei si sentiva così. Perciò la scuola ha accettato di accoglierla negli spogliatoi maschili.
Lo stesso è accaduto a Manuel che a sei anni, grazie a sua madre, è diventato Lulu: lo Stato argentino gli ha permesso di ottenere documenti femminili.
fonte http://www.tempi.it/Benedetta Frigerio
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lunedì 14 ottobre 2013
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