Allargare la legge Mancino, che oggi punisce le discriminazioni su base etnica e religiosa, anche all'istigazione, alla propaganda e alla violenza contro omosessuali e transessuali.
E spedire gli eventuali trasgressori, che non potranno più cavarsela con una multa di 6mila euro, ai lavori socialmente utili da svolgere anche presso le associazioni in difesa dei diritti gay.
È questo, in sintesi, il contenuto del testo-base sull'omofobia e la transfobia approvato oggi pomeriggio dalla commissione Giustizia della Camera dopo un complesso lavoro di mediazione tra le proposte – antitetiche – presentate dal Pd e dal Pdl. La proposta di legge ora potrà essere modificata con gli emendamenti da presentare entro il prossimo martedì e infine approderà in aula il 22 luglio.
“Sono soddisfatto”, è il primo commento a caldo di Ivan Scalfarotto (Pd) che insieme al deputato Leone (Pdl) è relatore del testo. “Come Partito democratico chiedevamo giustamente la modifica della legge Mancino per stabilire finalmente il principio educativo secondo il quale istigare e propagandare l'omofobia e la transfobia è sbagliato e costituisce reato”.
La proposta del Pdl invece mirava a inserire l'omofobia come aggravante nei reati contro la persona, con l'obiettivo di aumentare la pena a coloro che per esempio picchiano o uccidono una persona omosessuale in quanto omosessuale: un'ipotesi che non piaceva a molte associazioni lgbt e che è stata cassata.
In cambio il Pd (che si basava su due proposte di legge firmate da Scalfarotto e Emanuele Fiano) ha dovuto accantonare l'idea di inasprire la legge Mancino per poter punire anche la diffusione e l'incitamento all'omofobia e non soltanto l'istigazione e la propaganda: apparentemente sottigliezze linguistiche, che però preoccupano numerosi parlamentari di stampo cattolico come Paola Binetti e Carlo Giovanardi che in varie occasioni hanno paventato il pericolo di finire in tribunale soltanto per aver espresso contrarietà al matrimonio gay.
Se il testo-base passerà così come è oggi, dunque, potranno essere trascinati davanti a un giudice coloro che con ogni mezzo – e dunque anche attraverso Facebook – compiono atti discriminatorii nei confronti delle persone omosessuali e transessuali, rischiando un anno e sei mesi di carcere senza la possibilità di chiedere in alternativa la multa da 6mila euro. Potranno invece essere obbligati a svolgere un'attività gratuita a favore della collettività, anche presso organizzazioni lgbtq.
Non saranno invece punite le ingiurie contro i gay “poiché”, spiega sempre Scalfarotto, “l'ingiuria è già un reato nel codice penale” e la finalità della legge sull'omofobia “è quella di stabilire la discriminazione omofoba come nuovo reato a sé stante”.
fonte http://www.huffingtonpost.it/Laura Eduati
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