lunedì 6 febbraio 2012

Lgbt Arcigay: La trans Patrizia e gli insulti omofobici in RAI

Ancora una volta è necessario ricominciare dalle parole.

Arcigay ha più volte sottolineato la necessità di una formazione sulle tematiche lesbiche, gay, bisessuali e transessuali per chi fa informazione, siano essi giornalisti, presentatori, blogger e così via.

La violenta morte, ieri a Milano, di Patrizia, una transessuale, una persona, una vittima, ci addolora profondamente. Rivolgersi alle persone transessuali in modo corretto è un dovere che la stampa ha, in un Paese in cui non è riconosciuto loro alcun diritto.
Al contrario, su tutta la stampa nazionale, con rare eccezioni, abbiamo letto un irrispettoso e violento raccontare la morte di una Patrizia inesistente, raccontata tutta al maschile.

L’Italia è il secondo Stato in Europa in fatto di violenza a danno delle persone transessuali e ricominciare dalle parole è fondamentale per il superamento dei pregiudizi e degli stereotipi da cui germina la transfobia.

Un articolo indeterminativo, un aggettivo declinato al maschile o al femminile, accompagnano messaggi diversi e se declinati in modo corretto possono valere il rispetto della persona, della sua identità di genere e del suo, talvolta difficile, percorso di transizione.

E’ poi notizia di qualche giorno fa che in una nota trasmissione RAI, L’isola dei famosi, Cristiano Malgioglio è stato oggetto di un penoso insulto omofobo da parte di Mariano Apicella. “Non è mai ammissibile che l’identità delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali sia utilizzata in funzione di oltraggio, scherno, disprezzo o discriminazione”, spiega il presidente di Arcigay Paolo Patanè in una dura lettera aperta che abbiamo inviato quest’oggi al Presidente della RAI e alla Commissione di vigilanza dell’azienda.

Nella lettera chiediamo, ancora una volta, “una maggiore qualità dei programmi che vedono coinvolti personaggi della comunità omosessuale e transessuale e la capacità di esponenti autorevoli della stessa di non partecipare a programmi che siano costruiti con finalità rissose e “spettacolari”, utili solo ad una facile ma mortificante audience”.

Le parole sono importanti e Arcigay auspica che i media italiani possano farsi autori di un modo sensibile e corretto di fare informazione anche sulle tematiche LGBT, lesbiche, gay, bisessuali e trans.
fonte http://www.arcigay.it Maura Chiulli, responsabile cultura Arcigay

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