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martedì 10 agosto 2010
Lgbt, Congedato dall’esercito il leader dei soldati gay americani
Il “Don’t Ask, Don’t Tell” miete un’altra vittima. La terribile e omofoba legge americana che vieta ai soldati omosessuali di dichiarare il proprio orientamento sessuale, pena la radiazione immediata, ha fatto sì che il tenente Dan Choi fosse congedato.
Choi ha un curriculum militare di tutto rispetto – è un veterano della guerra in Iraq, dove ha comandato un plotone di fanteria, e parla fluentemente l’arabo -, ma ciò nonostante ha pagato con il suo amato posto di lavoro l’outing fatto in diretta tv ala rete MSNBC. L’esercito ha avviato, nel marzo dello scorso anno, il provvedimento disciplinare a suo carico che ha portato alla decisione di espulsione presa giovedì scorso.
Choi è uno dei militanti più conosciuti nella battaglia che i gay che servono l’esercito degli Stati Uniti stanno conducendo da anni per il riconoscimento dei loro diritti, da quando l’ex presidente Bill Clinton firmò questa norma che da quasi vent’anni condiziona la vita di migliaia di gay e lesbiche.
L’ex tenente è stato arrestato un paio di volte ed è arrivato perfino a incatenarsi davanti alla Casa Bianca per protestare contro questa legge. È il fondatore di KnightsOut.org, un’organizzazione composta da cadetti e diplomati dell’accademia militare di West Point che promuovono i diritti delle persone lgbt: lo stesso gruppo stima che ci siano 65mila omosessuali all’interno delle forze armate statunitense e che 12.500 siano stati congedati a causa del “Don’Ask, Don’t Tell”.
”Dopo undici anni di servizio, dall’accademia di West Point al campo di battaglia, questa notizia mi riempie di dolore”, ha commentato Choi. ”Nonostante sia molto triste – ha aggiunto – non mi sento una vittima. Non sono io a essere colpito, ma tutto l’esercito americano che si priva di una persona che ha fatto bene il suo lavoro, che era utile agli Stati Uniti. Questo è allo stesso tempo un annuncio doloroso e insopportabile, ma il mio impegno continua. Rimanere in silenzio quando i miei concittadini vengono licenziati e puniti per esprimere semplicemente quello che sono come persone significherebbe andare contro il significato dell’uniforme e dell’America”.
L’amministrazione Obama si sta impegnando in questi mesi per abrogare questa normativa, che penalizza sia il mondo gay sia l’intero Paese, ma sul suo cammino sta incontrando le resistenze delle gerarchie militari e di alcuni settori repubblicani della società a stelle e strisce.
La proposta di riforma della legge dovrà essere prima approvata dal Congresso e poi dal Pentagono, ma tutto fa sperare per il meglio – viste anche le ultime novità in materia sanitaria e fiscale approntate dal presidente USA a favore delle coppie gay – per la futura cancellazione di questa norma discriminatoria.
fonte Blitz Quotidiano
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