sabato 14 agosto 2010

Lgbt, Hong Kong peggio di Pechino: negata l’autorizzazione per il matrimonio a una giovane transessuale

Scene di un matrimonio cinese (Credits: La Presse)

Olanda, Belgio, Spagna, Gran Bretagna, e, negli Stati Uniti, Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire, Iowa e Distretto di Columbia. Sono questi gli Stati in cui sono state recentemente riconosciute le unioni omosessuali. Nessuno in Asia, dove le coppie dello stesso sesso continuano ad essere considerate un tabù. Ecco perché il caso dell’anno, a Hong Kong, è proprio l’annullamento del matrimonio tra una transessuale e il suo fidanzato. Un’unione che in Europa, negli Stati Uniti e addirittura nella Repubblica popolare è consentita.

Le autorità dell’ex-colonia britannica hanno negato alla giovane ‘W’ il diritto di convolare a nozze con il fidanzato perché il certificato di nascita presentato dalla giovane continua a classificarla come un uomo. L’avvocato Mike Vidler sostiene che alla sua assistita siano stati negati i diritti che vengono invece riconosciuti a tutte le altre donne di Hong Kong. Ma la legge locale impedisce qualunque tipo di modifica al certificato di nascita, quindi il matrimonio è stato bloccato onde evitare che fosse prima celebrato e poi annullato perché illegale.

Questo caso è destinato a fare storia in un Paese, anzi, in una regione, in cui i matrimoni omosessuali sono vietati e le operazioni chirurgiche per cambiare sesso no. Mentre nella Repubblica popolare, o, per meglio dire, nel resto del Paese, i transessuali che hanno cambiato sesso possono felicemente sposarsi. ‘W’ è diventata una donna al 100% solo qualche anno fa, ma ha raccontato alla stampa locale di essersi sempre sentita tale, sin da bambina.

E se Hong Kong vuole continuare a presentarsi al mondo come un’enclave modello per modernità e sviluppo, non può essere più indietro del resto della Cina sul piano di alcuni diritti civili. Ecco perché ‘W’ vuole insistere e trovare un modo per sposarsi nella sua città. Del resto, è stato il governo di Hong Kong a rilasciarle una carta d’identità ‘femminile’ dopo l’ultima operazione. Quindi, se il documento di identificazione personale è stato cambiato, perché il certificato di nascita non può essere modificato?

Articolo scritto per Panorama da Claudia Astarita, 30 anni, lavora da quattro come ricercatrice presso il Centro di Studi Asiatici della prestigiosa Hong Kong University. È sposata con un diplomatico italiano in Cina.
fonte blog.panorama.it di claudia astarita

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