lunedì 28 giugno 2010

Associazioni Lgbt, Gay in divisa


"Fino a non molti anni fa ti dicevano: se sei drogato, fuori di testa o frocio non puoi fare il militare, e io sono stato ben zitto" dice con amarezza e rabbia Piero, omosessuale, ricordando i tempi della naja. Ma cosa è cambiato e sta cambiando, a livello legislativo, per quanto riguarda il rapporto delle persone omoaffettive con le istituzioni militari e di polizia, chi difende i diritti delle donne e degli uomini, lesbiche e gay, che servono lo Stato vestendo la divisa?

Si chiama "POLIS APERTA", è un'associazione nata nel 2005, riunisce prevalentemente, ma non in modo esclusivo, persone che operano nelle forze di polizia e nelle forze armate e che hanno un orientamento affettivo omosessuale.
Ne è presidente Nicola Cicchitti, finanziere, che vive e lavora in Trieste. Polis Aperta fa parte di una rete europea di associazioni LGBT (lesbiche – gay – bisessuali – transgender) di polizia, EUROPEAN GAY POLICE NETWORK, il cui obiettivo principale è lottare contro le discriminazioni, in particolar modo quelle fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, trasmettendo l'idea di una polizia aperta in una società aperta, per la creazione di un ambiente rispettoso anche delle persone gay e lesbiche che servono il loro Paese in uniforme.

I suoi membri sono circa 200, ma tendono ad aumentare.
"Da più di dieci anni sono nella Guardia di Finanza – ricorda Cicchitti – non ho mai nascosto di essere gay, i miei superiori non mi hanno mai discriminato, marginali gli episodi di intolleranza da parte di colleghi; tuttavia servono leggi e regole chiare, come la proposta di legge della senatrice PD Roberta Pinotti, che prevede il divieto di ogni riferimento all'orientamento sessuale nelle selezioni per qualsiasi corpo". E aggiunge: "Ai colleghi diciamo che è meglio vivere alla luce del sole la propria realtà, il cosiddetto coming out, ma so che per chi fa il carabiniere, il poliziotto o il paracadutista questa scelta può comportare prezzi altissimi".

Sempre più spesso sportivi, attori, professionisti, artisti ed anche persone in divisa dichiarano la loro omosessualità, anche se a volte in forma ambigua, autoreferenziale ed autocelebrativa. Specialmente se ciò può aiutare a vendere libri o dischi. Nel mondo politico, invece, l'omoaffettività è ancora un tabù quasi assoluto. Spicca in tal senso la scelta coraggiosa della deputata del PD Paola Concia, unica parlamentare ad essersi dichiarata apertamente lesbica, e sempre in prima linea, nella lotta politica, per l'approvazione di una legge contro l'omofobia. L'Italia, con pochissimi altri paesi, non punisce ancora con un aggravio di pena gli atti di violenza, verbale e fisica, basati sull'intolleranza sessuale, come invece avviene nel resto d'Europa.

"Secondo me non esiste incompatibilità tra omosessualità e servizio militare nelle Forze Armate nazionali – dichiara il ministro della Difesa Ignazio La Russa – adesso che c'è un servizio professionale e non obbligatorio, l'essere gay o il non esserlo non ha rilevanza per essere ammesso, ma non bisogna molestare persone del proprio o dell'altro sesso, ora ci sono le ragazze nelle forze armate, non dimentichiamolo".
Il direttivo di Polis Aperta prende atto delle parole del ministro, ma precisa che la discriminazione di gay e lesbiche nelle forze armate e nelle forze dell'ordine è questione non completamente risolta, affermando la propria disponibilità ad incontrare il titolare del dicastero della Difesa per dare il proprio contributo.

A livello continentale Polis Aperta partecipa, in qualità di osservatore, ai lavori biennali di una vasta rete di associazioni LGBT, per operare con comuni strategie nella lotta contro le discriminazioni sessuali: l'European Gay Police Network. Gli obiettivi della conferenza biennale sono: promuovere l'eguaglianza e la diversità all'interno delle forze di polizia in Europa, utilizzando i mezzi di comunicazione per accrescere la consapevolezza sulle questioni LGBT; scambiare informazioni e sostenere lo sviluppo delle reti di polizia LGBT; operare con i governi ed il Parlamento europeo per promuovere il cambiamento e per l'attuazione locale della vigente legislazione contro le discriminazioni. E, ovviamente, aumentare la visibilità delle persone omosessuali delle forze dell'ordine nel continente.

Anche in sede extraeuropea qualche cosa si muove: "Sono qui con un messaggio semplice – ha ribadito il presidente statunitense Barack Obama – sono con voi in questa battaglia: porrò fine alla politica del don't ask, don't tell (non chiedere, non dire, la riforma introdotta da Bill Clinton), e rimuoveremo il divieto per i gay dichiarati ad entrare nelle forze armate".

Tornando all'Italia e a Polis Aperta, una delle sue più importanti iniziative è la creazione di un Vademecum per informare i cittadini su come agire per rispondere a comportamenti criminali (hate crimes) dettati da un sentimento di avversione per questioni riguardanti l'orientamento sessuale, le origini etniche, il credo religioso. Il vademecum si può scaricare dal sito dell'associazione, http://www.polisaperta.it

Quella dell'associazione Polis Aperta, tuttavia, non è solo l'azione di aiuto da parte di donne e uomini omoaffettivi in divisa nei confronti di colleghi ed altri cittadini, ma piuttosto un grande e faticoso lavoro teso alla fondazione di un nuovo pensiero, una novella cultura sociale, una lunga e difficile battaglia civile in difesa dell'inalienabile diritto di ogni cittadino di tutelare la possibilità di essere liberamente se stesso. Diverso, alla luce del più grande principio di ogni matura e compiuta democrazia: l'uguaglianza.
fonte nuovasocieta.it di Paolo Fallico

Nessun commento:

Posta un commento