martedì 29 giugno 2010

LGBT, NAPOLI: QUANDO COCCINELLE TRASFORMO' I FEMMINIELLI IN TRANS


A Napoli il primo caso italiano. Le difficoltà dei medici di fronte al cambio di sesso
«La prima volta che ho incontrato una persona transessuale è accaduto 12-13 anni fa, quando arrivò, inviata dal reparto di uroandrologia del Policlinico di Napoli, una persona che si era rivolta a loro per fare il cambio di sesso. All'epoca avevo avuto molti contatti con il mondo della diversità, ma non avevo mai incontrato una persona che ponesse un simile quesito». Il racconto di Paolo Valerio, ordinario di psicologia clinica alla facoltà di Medicina della Federico II e membro dell'Osservatorio nazionale identità di genere, è contenuto nel volume Elementi di critica trans, a cura di Laurella Arietti, Christian Ballarin, Giorgio Cuccio e Porpora Marcasciano. «Vedevo continua Valerio una ragazza di quasi 18 anni, molto carina, molto femminile, che aveva la sua ragazza e voleva cambiare sesso; mi sembrava una follia. (...)

Non aveva sperimentato quello che poi appresi essere un real life test, né assunto ormoni, né aveva alcuna consapevolezza dell'iter medico legale». Ma non era solo a lei che mancava la consapevolezza, ammette Valerio: «Erano molte le incertezze con cui io stesso mi stavo confrontando, non avendo altra conoscenza del mondo trans se non quella acquisita attraverso la lettura di testi di psichiatria». Guardando la questione da un altro punto di vista, «se il transessualismo sia una patologia o un'esperienza umana significativa è una domanda delicata, alla quale le persone transessuali non possono sottrarsi, perché volenti o nolenti sono chiamate a confrontarsi con medicina e psicologia», spiega nella prefazione Porpora Marcasciano, sociologa e vicepresidente del Movimento italiano transgender: «Lo stesso termine transessuale nasce in ambito medico.

Fu infatti il dottor Caudwell, uno psichiatra tedesco, a coniare il termine nel 1948; poi, nel 1952, il professor Harry Benjamin lo presentò all'Accademia delle Scienze. Paradossalmente, la stessa scienza che aveva contribuito a far emergere l'esperienza dalle tenebre in cui era stata cacciata per secoli, poneva il marchio inconfondibile di disforico o disturbato sulla vita di tantissime persone». A tale marchio le risposte sono spesso molto diverse, come è emerso nel corso del seminario tenuto in Toscana ricostruito nel volume.

«L'incontro con Coccinelle è stato come vedere la Madonna. (...) Una nanetta, però fiera in mezzo alla gente, altera», racconta per esempio Roberta. E Porpora spiega: «Fa riferimento alla Coccinelle di Napoli, considerata la prima trans a Napoli e in Italia. Per uno strano caso della vita sono morte a distanza di una settimana: la Coccinelle francese e la Coccinelle di Napoli». Pia domanda: «Prima dov'erano le trans? I femminielli che, invece, a Napoli sono un fenomeno storico, si può pensare che siano una prima traccia di transessualismo?».

Risponde Porpora: «Io credo che la tradizione dei femminielli napoletani, paradossalmente abbia cominciato a finire quando è cominciato il percorso transessuale che è un percorso di liberazione dove noi cominciamo a riprenderci quella che è la nostra esperienza».

Sono solo brevi spunti da un dibattito ricco di interesse anche per chi si sente totalmente estraneo al mondo in esplorazione. Cosa è accaduto nei due anni trascorsi da quel seminario? «Negli ultimi tempi scrive Porpora Marcasciano si sono verificati fatti preoccupanti come l'aumento esponenziale della violenza transfobica e della penalizzazione dell'accesso al lavoro». Anche da questo nasce il Gay pride.
fonte gaynews

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