#TeatroLuogoSicuro
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Il
settore dello spettacolo, duramente colpito dall'emergenza sanitaria
provocata dal Covid-19, si trova oggi a vivere una gravissima crisi che
rischia di mettere in ginocchio l'intero settore produttivo e
distributivo, con ricadute pesanti che potrebbero protrarsi ben oltre la
crisi sanitaria. Con oltre 500 mila lavoratori e lavoratrici, oggi il
mondo dello spettacolo è uno di quelli che soffre maggiormente questa
crisi a causa di norme frettolose, divieti indifferenziati che non
tengono conto delle specificità del settore e delle modalità di
fruizione degli spettacoli dal vivo.
Nei giorni scorsi ho pubblicato sul mio profilo social un post indirizzato al Presidente Giuseppe Conte, al MiBACT e ai Ministri Franceschini e Speranza,
per condividere la mia recente esperienza diretta come spettatore e
come utente del servizio del trasporto pubblico di Roma, trovando che vi
sia un eccessivo accanimento nei confronti dell'attività teatrale e
invitando ad una revisione dei limiti imposti alla stessa in ragione
delle particolarità uniche dell'evento teatrale. Il post è stato
attualmente condiviso da oltre 1200 persone che sposano la causa e
credono che vi sia qualcosa da rivedere.
Perché il Teatro è diverso da altre attività al chiuso?
Uno
dei maggiori punti da analizzare è la valutazione di un indice di
rischio oggettivo dell'evento teatrale. Non risultato, ad oggi, notizie
di focolai esplosi partendo dalle platee teatrali e come riportato nella
mia esperienza, il teatro è un luogo che si presta a pochi contatti
diretti in quanto la sua fruizione avviene immobili:
- non vi sono contatti con altri spettatori;
- la fruizione dello spettacolo avviene senza spostamenti dal proprio posto;
- non si parla e non si toccano gli altri spettatori;
- di norma vi è un solo evento al giorno e questo facilita le operazioni di sanificazione della sala tra un evento e l'altro.
Inoltre
nelle sale teatrali ho potuto osservare la più rigorosa osservanza
delle regole in fatto di: misurazione della temperatura, raccolta dei
nominativi, utilizzo della mascherina, distanziamento e fila
all'ingresso in sala. Noi lavoratori dello spettacolo, seppur categoria
fragile, abbiamo messo in campo il massimo sforzo cooperativo con le
autorità al fine di contenere l'epidemia. Alla luce delle crescenti
difficoltà e in virtù dell'unicità degli eventi teatrali, nonché della
serietà e collaborazione che noi operatori abbiamo dimostrato sia come
parte attiva e produttiva, sia quando ci troviamo ad essere noi stessi
spettatori, chiediamo che vengano valutate e adottate misure urgenti per
salvare il settore da una crisi senza precedenti. Noi mettiamo il
nostro sudore e il nostro sacrificio, alla politica chiediamo di non
operare divieti indifferenziati ma di valutare delle norme specifiche
per settori specifici.
Pertanto chiediamo non solo che
vengano innalzati i limiti all'ingresso in sala, ma che vengano valutate
norme e obblighi specifici che non compromettano la gestione ma
facilitino tracciamento e contenimento dell'epidemia.
Fermo
restando l'obbligo della mascherina, della misurazione della
temperatura e dell'igienizzazione delle mani all'ingresso, chiediamo e
mettiamo sul tavolo della discussione:
Innalzamento dei limiti al fino al 70/80% della capienza massima:
1) incondizionatamente per tutte le sale sotto i 200 posti;
2) per le sale oltre i 200 posti che adottino le seguenti misure:
- interruzione del servizio di guardaroba per evitare assembramenti;
- biglietti elettronici e prenotazioni online per evitare contatto col personale di sala (in larga misura questo già avviene);
- spettacoli privi di intervallo e/o limitata durata degli intervalli senza allontanamento del pubblico;
- spettacoli che rientrino in un certo limite di durata;
- ingressi scaglionati in gruppi per l'entrata e differenziati per settore;
- uscita ordinata con il personale di sala che provvede a far uscire ordinatamente il pubblico una fila per volta;
Abbiamo bisogno di interventi mirati, di autentiche soluzioni e per soluzioni intendiamo sedersi ad un tavolo con le parti, capire specificità e criticità di ogni attività e dare delle regole specifiche che permettano il regolare svolgimento in sicurezza, per limitare non solo i danni sanitari, ma anche quelli economici.
Siamo coscienti dell'enorme sforzo che le autorità stanno portando avanti per affrontare questa emergenza, ma al tempo stesso conosciamo il nostro lavoro. Al mondo politico chiediamo coraggio e scelte non unilaterali. FIRMA LA PETIZIONE > QUI
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