Alla Sapienza di Roma l'associazione Di'Gay Project ha consegnato un assegno a due lavori sui temi dell'omogenitorialità e del gergo queer. I relatori: "Ogni anno che passa le ricerche raggiungono un livello più alto"
Studi gay: la cultura contro l'omofobia. All'università Sapienza di Roma, l'associazione Di'Gay Project ha staccato due assegni agli autori delle migliori tesi di laurea e post-laurea lgbt nell'ambito della IX edizione del premio Maria Baiocchi. Ad aggiudicarseli sono stati Corinna Sabrina Guerzoni, che ha vinto mille euro con una tesi di laurea specialistica sull'omogenitorialità in Lombardia (Università Bicocca di Milano), e Daniel De Lucia, che di euro ne ha vinti 2mila, con la tesi di dottorato "Il gergo queer (termine ombrello per indicare tutte le persone lgbt ndr) nell'italiano novecentesco e contemporaneo" (Università "G. D'Annunzio" Chieti-Pescara).
Vince la linguistica lavanda. De Lucia si è inserito nel filone di studi della cosiddetta "linguistica lavanda" fondata da William Leap (il termine deriva dal colore della lavanda che soprattutto negli Usa viene associato alla comunità lgbt ndr): "E' una traduzione italiana della linguistica queer: finora se ne sono occupati solo giornalisti, psicologi, scrittori. Ho cercato di collocare il mio lavoro tra i professionisti del settore". Ma quando nasce il gergo gay? "Quando le persone omo o bisessuali - spiega De Lucia - hanno bisogno di parlarsi in codice, ovvero quando la condizione gay è considerata una malattia o un reato".
In genere si studia come la comunità italiana parla dei gay, ma la prospettiva del lavoro di De Lucia è diversa: "Ho voluto capire - afferma - come parlano le persone omo o bisessuali tra loro, quali sono i codici linguistici utilizzati". Oggi si può parlare di 'degergalizzazione'? "Nella società attuale non si può parlare solo di italiano contemporaneo, di gergalizzazione o di degergalizzazione perché questi linguaggi convivono a seconda dell'età delle persone e della loro cultura di riferimento". E il giovane studioso fa un esempio: "Prendiamo l'uso del maschile. Quando un ragazzo gay declina al femminile il nome di un suo coetaneo, quest'ultimo potrebbe ricordargli - risentito - che è un uomo. Ciò non avviene tra le persone gay over 50, che per scherzare utilizzano con più scioltezza e senso dell'ironia il femminile per parlarsi".
"Lgbt & Gender Studies: per una cultura della diversità". La premiazione è avvenuta alla facoltà di Psicologia nell'ambito di un convegno sugli studi lgbt nel mondo accademico italiano. Vittorio Lingiardi, docente di Psicologia dinamica alla Sapienza e autore di studi sul vissuto delle persone omosessuali, ha condotto l'incontro. Sono intervenuti tra gli altri Silvia Mazzoni, docente di Psicologia dinamica alla Sapienza, Roberto Baiocco, ricercatore in Psicologia e responsabile del servizio "6 come sei" della Sapienza, Michela Fusaschi, ricercatrice in Antropologia culturale e sociale all'Università Roma Tre, Luca Trappolin, ricercatore in Sociologia all'Università di Padova, e Alessandro Baracchini, giornalista di RaiNews 24. Ogni anno che passa le tesi raggiungono un livello più alto, hanno sottolineato i relatori. Gli studi lgbt, nonostante le diffidenze ancora presenti nel mondo accademico, cominciano ad avere anche in Italia la dignità che hanno in altri Paesi.
"In memoria di Maria Baiocchi continuiamo a premiare il merito nonostante la crisi" ha detto Imma Battaglia, presidente onoraria del DìGay Project, che per la prima volta ha salutato la premiazione da consigliera di Roma Capitale. "In un momento di crisi tanto drammatica per il Paese, vogliamo continuare a dare un segnale di continuità ai giovani che hanno il coraggio di credere in se stessi per provare a costruire un futuro diverso da questo". Investire sui giovani e sugli studi lgbt. "Anno dopo anno - continua Battaglia - rinnoviamo il nostro impegno a puntare sui giovani, consapevoli di muoverci spesso controcorrente, ma convinti che investire risorse nella ricerca in generale e, nello specifico, in quella sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali, sia un modo per accendere piccole luci di speranza".
Maria Antonietta Baiocchi era un'attivista lesbica morta il 20 settembre 2002 all'età di 43 anni. "Maria ha vissuto la sua condizione con coraggio ed entusiasmo - ricordano gli amici - La malattia che la colpì a 18 anni, la limitò nella mobilità fisica, ma non riuscì a scalfire in lei il desiderio di impegnarsi verso il prossimo e verso la comunità lgbt. Con passione e forza interiore non permise che la malattia prendesse il sopravvento, ma partecipò fino alla fine a quante più occasioni di visibilità e di rivendicazione dei diritti negati, confrontandosi, cercando ed offrendo sia amore che amicizia. Un luminoso esempio di vita".
Nelle sue nove edizioni, hanno concorso al Premio oltre 200 tesi di laurea e post-laurea, archiviate e disponibili alla consultazione presso la sede dell'associazione Di'Gay Project. Più di 40 docenti e ricercatori sono stati coinvolti per la valutazione dei singoli lavori ogni anno, 23mila euro i contributi erogati finora agli studenti migliori. "Non credevamo, sinceramente, che così tanti fossero i giovani desiderosi di approfondire questi temi - commenta Battaglia: molti affezionati all'Italia, altri curiosi di indagare il mondo e gettare ponti su altre realtà: studiosi di medicina, esploratori dell'antropologia, tutti con una straordinaria voglia di scoprire, approfondire e condividere l'unicità di una prospettiva sulla vita".
Fonte: www.repubblica.it (20/12/13) via http://www.digayproject.org di PASQUALE QUARANTA
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sabato 21 dicembre 2013
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