Primi episodi di boicottaggio nei confronti della Russia per la controversa legge approvata dalla Duma che proibisce la propaganda dell’omosessualità tra i minori.
Il boicottaggio stavolta non viene da atleti o sportivi, ma da un coreografo britannico che ha rifiutato un invito a lavorare in Russia a causa della posizione del Cremlino sui diritti gay e quella che a suo giudizio è una ”letale legittimazione del pregiudizio”.
Ben Wright, fondatore della compagnia di ballerini BGroup nel 2008, era stato invitato a partecipare a un programma promosso dal Ministero della Cultura russo per insegnare a ballerini e coreografi in provincia.
Ma in una lettera aperta pubblicata questa settimana su un periodico dedicato alla danza contemporanea e riportata dall’agenzia russa Ria Novosti, scrive: ”Non posso acconsentire” a un invito che viene da ”uno stato che promuove anche penalizzazione, maltrattamenti e stigmatizzazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali” (LGBT).
Impegnato in una relazione da 17 anni con suo marito su cui non tollera censure nota che il presidente russo ”Vladimir Putin ha reso acutamente evidente che le persone come me non sono benvenute in Russia”.
Come per l’attore inglese Stephen Fry, per Wright ”l’agenda di Putin per progettare e applicare una cultura ‘etero’ in Russia” sarebbe addirittura ”simile alla ‘soluzione’ di Hitler per gli ebrei e le minoranze che considerava indesiderabili nella Germania nazista”.
fonte http://www.blitzquotidiano.it
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lunedì 2 settembre 2013
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