«Così com'è stata approvata dalla Camera, va a inficiare e peggiorare tutta la legge Mancino. Adesso, per esempio, un'associazione cattolica potrebbe discriminare uno studente gay o un ospedale privato potrebbe rifiutare un rom».
Parla il deputato di Sel Alessandro Zan
In foto Ivan Scalfarotto (Pd) e Alessandro Zan (Sel)
I deputati gay vanno alla guerra nel nome dell'omofobia.
Uno è del Pd: Ivan Scalfarotto, relatore della legge sull'omofobia appena varata dalla Camera, che ha scatenato polemiche e critiche da parte delle associazioni gay. L'altro è Alessandro Zan, padovano di Sel, alla prima legislatura. Gay dichiarato pure lui, in prima linea per i diritti civili in Italia, dopo il varo della norma edulcorata dai vari accordi con Pdl, Scelta civica, cattolici di destra e di sinistra, smette i panni del politically correct e attacca il Pd: «Deprecabile e inspiegabile la scelta di far naufragare una buona legge, che poteva essere approvata con i voti di Pd, Sel e M5s nel nome delle larghe intese. A perderci non sono solo i gay, ma anche le altre minoranze che, così, sarebbero meno tutelate di prima». Zan chiede al Senato di modificare la norma. Anche se sa che sarà difficile. Visto che già alla Camera, dove i numeri per il centrosinistra erano oceanici, non si è riusciti a varare la legge come richiesta dalle associazioni gay.
Onorevole Zan, in Parlamento c'era una buona proposta di legge con maggioranza Pd-M5s. Anziché votarla è stata trasformata in una legge che fa insorgere tutte le associazioni gay, pur di avere i voti di Scelta civica e Pdl. Che ne pensa?
«Penso che peggio di così non si poteva. La proposta di legge che chiedeva una piena estensione della Legge Mancino-Reale ai reati di omofobia e transfobia è stata tra le proposte più sottoscritte della nostra storia parlamentare. Segno che c'era e c'è una larghissima maggioranza favorevole ad estenderla davvero».
Però la linea del Pd, e del relatore Ivan Scalfarotto, è stata la ricerca di "larghe intese"
«Sì, a scapito della legge. E, detto tra noi, non sono state nemmeno così larghe queste intese. Anzi, è assolutamente falso dire che l'emendamento Gitti, approvato da un pezzo di Pd e da una parte di Scelta Civica fosse necessario per costruire un largo consenso parlamentare. A riprova di questo c'è anche la constatazione del fatto che su quell'emendamento il Pd si è spaccato con circa 80 deputati che hanno votato contro e anche la parte laica dei deputati di Scelta Civica era in forte imbarazzo nell'approvarlo».
L'emendamento Gitti dice, in sostanza, che alcuni italiani (esponenti religiosi o di movimenti politici) possono avere condotte omofobe. Ma non solo, giusto?
«L'emendamento Gitti è disastroso per tutta la Legge Mancino, perché va a inficiare l'efficacia di tutta la legge anche su fattispecie di reato che la norma già prevedeva. In pratica, era meglio non far nulla. Così come è passato alla Camera, la legge crea delle zone franche dove chi compie incitamento alla discriminazione viene esentato dagli effetti punitivi di una legge, la Mancino, che è stata una conquista per contrastare antisemitismo e razzismo nel nostro Paese. Ecco perché Scalfarotto non doveva assolutamente piegarsi alla logica di compromesso della parte più arretrata delle larghe intese. E' stato un atteggiamento inspiegabile e deprecabile».
In pratica, fatta così, la legge potrebbe addirittura favorire l'omofobia organizzata. O no?
«Se la legge entrasse in vigore così come approvata dalla Camera, omofobi, razzisti e antisemiti se organizzati avrebbero libertà d'azione».
Faccia un esempio
«Ne faccio più d'uno: potrebbe verificarsi il caso di un rifiuto a prestare cure mediche verso un omosessuale o un transessuale da parte di una struttura ospedaliera privata; potrebbe verificarsi il caso in una scuola cattolica di un allontanamento di uno studente perché transgender, se per caso si veste con abiti femminili, o perché gay; potrebbe verificarsi il caso di una chiamata a raccolta da parte di un'organizzazione di estrema destra o fondamentalista cattolica per contestare una pacifica manifestazione lgbt o un pride. Ricordiamo il caso dei manifesti di Forza Nuova in occasione di un Pride che invitavano a mettere i gay nel Colosseo con i leoni e a contestare la manifestazione. Così come non potrebbe essere sciolta un'organizzazione che propaganda idee antisemite, razziste od omofobe. Cosa che è un caposaldo della Legge Mancino».
fonte http://espresso.repubblica.it di Tommaso Cerno
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