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mercoledì 6 marzo 2013
Barletta: Omosessualità, la realtà LGBT nel nostro territorio: a colloquio con il presidente “Mine Vaganti” Antolini
“L’amore non ha sesso, il brivido è lo stesso” cantava una nota artista italiana; purtroppo però i sentimenti devono fare i conti con la realtà, sia culturale che legislativa, del nostro Paese, in cui la distinzione tra coppie etero e omo ha il suo peso specifico notevole.
Frutto di ipocrisia? Certo è impossibile chiudere gli occhi e non vedere i “non etero”: omosessuali bisessuali, lesbiche e transgender. Ma a Barletta come si affronta la tematica LGBT? E in uno scenario un po’ più ampio, come la BAT, nella sesta provincia così come in tutto il sud Italia, ci sono ancora pregiudizi al riguardo? Nonostante le numerose battaglie per il riconoscimento dei diritti civili delle coppie omosessuali?
Abbiamo affrontato la questione con il presidente dell’ associazione “Mine vaganti” (Comitato Arcigay Bat) Michele Pio Antolini (in foto con l’on. Anna Paola Concia), che rappresenta di certo una voce non trascurabile nel contesto territoriale, per esplorare meglio la natura e la realtà del mondo omosessuale, e le rivendicazioni per le quali da sempre si sono battute le coppie Lesbiche Gay Bisessuali e Transgender, sottaciute e trascurate per anni.
Inaugurata da appena un anno, nel marzo 2012, l’associazione “Mine Vaganti” conta oggi 150 iscritti; eppure, stando ai dati Istat, la popolazione LGBT, tra chi si dichiara e chi no, su scala nazionale sarebbe pari al 10% del totale.
Nella Bat la stima dell’associazione è di circa 10 mila persone, che convivono troppo spesso con il peso di una condizione non accettata, da sé stessi o dagli altri.
Nel mondo dello spettacolo, della moda, della politica, sono sempre più frequenti i coming out di personaggi noti e meno noti, che liberano e affermano la propria essenza più intima. Molto spesso l’omofobia è dettata dall’ignoranza e dalla paura del “diverso”, ma oggigiorno sono tanti i ragazzi e le ragazze che scoprono la propria sessualità, specie in età adolescenziale, e intendono manifestarla senza preconcetti e pregiudizi, al di là della “normalità”, concetto alquanto relativo; pertanto abbiamo ritenuto opportuno analizzare la situazione nostrana, cercando di capire come in un ambiente forse ancora un po’ “arretrato” nei confronti del fenomeno da sempre esistito dell’omosessualità, gli LGBT vivono e affrontano la propria “natura umana” nel contesto sociale cittadino.
D: Da giovane barlettano come vivi la tua omosessualità in famiglia?
Bè, non’è stato facile fare coming out in famiglia. Tuttavia ora le cose vanno molto bene. Comunque dei due genitori, il padre (almeno per noi maschi) è lo scoglio più arduo.
D Quando hai capito di essere omosessuale?
Bella domanda: credo a 11 o 12 anni, tuttavia credevo fossero, nella mia totale ignoranza, solo delle “pulsioni” meramente sessuali. La mia vita sessualmente è stata molto complicata ma avvincente, ho avuto molte donne, che ho amato, sino ad arrivare al 2003, quando ho fatto il mio coming out interno.
D Credi che nella nostra provincia, e nella fattispecie a Barletta, ci siano ancori molti pregiudizi nei vostri confronti? Ricordi un episodio nel quale ti sei sentito “diverso”?
I pregiudizi, spesso, derivano dall’ignoranza. Credo che questa città, come le altre viciniore, siano “ignoranti” in merito. Serve molta ma molta informazione ai cittadini, anche e specie alla nostra popolazione LGBTQI che, alle prime armi, è molto sola. Un recente episodio? Bè non ci faccio più caso, ma credo sia il silenzio quasi totale di molti dirigenti scolastici delle scuole Medie Superiori di Andria, Trani e Barletta che non hanno risposto alla nostra calorosa proposta di informare gli studenti sulle nostre tematiche. Credo sia questa cosa, al di là di mille offese, quella che più mi fa male.
D A cosa è stato dovuto il trasferimento della vostra sede da Andria a Barletta?
Andria è una città collegata al resto della sua provincia in maniera PESSIMA. Questo è stato il discrimine del nostro trasferimento. I risultati si sono visti subito, giacchè nella nostra sede viene molta più gente dal resto della provincia, ad Andria o eri automunito oppure, specie la domenica, era impossibile raggiungerci.
D Quali i diritti che secondo la vostra associazione dovrebbero essere maggiormente riconosciuti a livello europeo e nazionale alle coppie Lgbt ?
Ahahahhaha… a livello europeo siamo messi benissimo, ma le Alpi, oltre a proteggere il Bel Paese dai cicloni atlantici (così mi hanno insegnato a scuola elementare), lo proteggono anche dalle soffiate di modernità che Bruxelles ci invia. Non per questo, paghiamo milioni di euro di multe europee perché molte direttive europee non vengono accolte dal nostro parlamento. Credo, spero di non pentirmene domani mattina, che con la nuova legislatura ci siano tutte le premesse per un miglioramento in tal senso (ricordo che tra Camera e Senato, tra PD, SEL e M5S abbiamo la maggioranza di parlamentari sensibili alle nostre cause).
D Dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo arriva un importante riconoscimento nella battaglia per la parità di diritti fra coppie omosessuali ed eterosessuali. Recente è la sentenza con la quale la Corte di Strasburgo si è pronunciata in senso favorevole in merito alla possibilità di adozione dei figli del partner nell’ipotesi di coppie gay non sposate. Cosa ne pensi al riguardo? Passeranno anni affinché la legislazione italiana prenda spunto da questa sentenza e la applichi al sistema giuridico italiano?
Rimando alla precedente, passeranno anni? Guardi, servono pochi giorni per fare una legge, specie se l’ha già scritta l’Europa. Manca la volontà politica.
D Al neocapo del Governo, cosa vorresti ribadire a nome dell’associazione di cui fa parte?
Al neo capo del Governo chiedo che entro il primo mese venga estesa, finalmente, la legge Reale Mancino sull’aggravante di “orientamento sessuale e identità di genere” (omofobia e transfobia per intenderci).
Subito dopo, entro sei mesi (ma sono molto positivista su questa durata) che venga finalmente approvata una legge che riconosca, tuteli e disciplini:
- Coppie omosessuali;
- Adozioni;
- Genitori transessuali e omosessuali;
- Procreazione Assistita;
- Riatribuzione del sesso biologico.
Questa era la nostra campagna “Tempo Scaduto”. Noi vogliamo questo.
D Al prossimo Papa invece cosa chiederesti per te e il tuo compagno ? Credi che le chiusure cattoliche siano un limite alle vostre battaglie per il riconoscimento dei diritti civili?
Guardi io credo che un buon Papa debba occuparsi della moralità, della spiritualità dei propri fedeli, lasciando ciò che è di Cesare a Cesare. Per me e il mio compagno? Non voglio né benedizioni, né matrimoni “in chiesa”. Noi NON LO VOGLIAMO IN CHIESA!! LO VOGLIAMO SOLO AL COMUNE. Il bigottismo? E’ una questione meramente machista della nostra società, deve cambiare la nostra mentalità affinché venga abbattuto questo fenomeno. Guardi, e concludo, sai quante persone conosco che di giorno ti insultano e di notte, con un po’ di alcool etilico nel sangue (magari solo quello), cercano un rapporto di tipo omosessuale? Tanti.
Dora Dibenedetto
fonte http://bat.ilquotidianoitaliano.it/
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