Sunil Babu Pant
(in foto), fondatore della prima associazione per i diritti Lgbt nel Paese, ha scritto a Mark Zuckerberg perché aggiunga al suo social network la possibilità di esprimere una terza opzione quanto al genere sessuale delle persone che si iscrivono.
Ad oggi, nessuna risposta. "Ma io vado avanti"
Sunil Babu Pant ha scritto una lettera al fondatore di Facebook, Mark Zucherberg
“Caro signor Zuckerberg, mi chiamo Sunil Babu Pant.
Ho fondato e sono direttore della Blue diamond society, la prima organizzazione del Nepal per i diritti Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. […] Le scrivo oggi come avido utente e ammiratore di Facebook. Il suo prodotto ha rivoluzionato in tutto il mondo il modo in cui comunichiamo e ci esprimiamo.
Ha portato le varie comunità, che altrimenti sarebbero lontane fra loro migliaia di chilometri, a incontrarsi, e questo ha avuto come risultato l’associarsi e la collaborazione che ha migliorato il mondo.
Le persone che non si identificano come maschi o femmine, tuttavia, continuano a essere messe da parte dalle opzioni di Facebook.
Dato che si permette agli utenti di identificarsi solo come maschi o femmine, molti nella comunità Lgbt si sentono come se fossero nascosti nel sito, incapaci di identificarsi per quello che è il loro vero sé”.
Sunil Babu Pant, un famoso avvocato di Kathmandu, attivista per i diritti civili, dal 2008 eletto come uno dei 5 rappresentanti del Partito comunista del Nepal (Unito) nell’Assemblea costituente e unico membro del parlamento apertamente gay, l’altra settimana ha inviato una lettera a Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook.
Oggi la lettera è stata pubblicata su The Kathmandu Post.
La richiesta è semplice: implementare un’opzione “altro” nella scelta del genere, che possa venire incontro alle esigenze di chi non si sente né maschio né femmina. “In Nepal stiamo lavorando per implementare una terza opzione di genere, denominata ‘altro’, su tutti i documenti ufficiale e all’anagrafe”, scrive Pant a Zuckerberg, “io la incoraggio a fare la stessa cosa, per amore del rispetto di tutte le varianti sessuali presenti nel mondo che vogliono socializzare, organizzarsi ed essere parte della sua rivoluzione del 21esimo secolo su Internet. Incoraggio Facebook a celebrare la diversità”.
Il Fattoquotidiano.it ha chiesto a Pant se avesse ricevuto notizie da Zuckerberg, ma la risposta è stata negativa.
“In ogni caso, questa mattina (il 26 marzo, ndr) ho mandato la stessa lettera a Chris Hughes, fondatore di Facebook insieme a Zuckerberg, e sono pronto a dare battaglia.
Tutti devono essere rispettati e riconosciuti e anche Facebook deve farlo.
Io farò di tutto perché lo facciano. Per noi non è solo un diritto, è una questione di dignità”.
L’avvocato è famoso per le sue campagne. Nel 2009 ha denunciato pubblicamente “l’inaccettabile punto di vista” espresso dal libico Ali Abdussalam Treki, presidente della 64esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Durante la conferenza stampa gli era stato chiesto cosa ne pensasse della risoluzione dell’Onu sulla depenalizzazione universale dell’omosessualità. Treki aveva risposto che in quanto musulmano non era a favore perché nella sua religione e secondo la sua tradizione non era “accettabile”.
Il 20 marzo la Blue diamond society ha annunciato che ospiterà le prime gare sportive nazionali per lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e inter-sex, per attirare l’attenzione sui loro diritti e promuovere uno stile di vita sano e il benessere psico-fisico della comunità.
I giochi si terranno a Kathmandu a fine settembre e sono il primo evento di questo tipo in Asia meridionale. I vincitori dovrebbero andare a rappresentare il Paese alle prossime Olimpiadi.
Tramite la Pink mountain travels&tours, un’agenzia specializzata in viaggi per gay di cui è proprietario Pant, il 20 giugno 2011 è stato celebrato il primo matrimonio fra due donne americane, una avvocato e l’altra docente al college, nel famoso tempio induista di Dakshinkali.
Il matrimonio fra persone dello stesso sesso nel Paese non è riconosciuto, ma nel 2007, un anno dopo la rivoluzione dell’aprile 2006 che ha messo fine all’unico stato legalmente induista al mondo, la Corte Suprema ha emesso una sentenza che obbliga il governo a garantire i diritti legati al sesso e a porre fine alla discriminazione.
La protezione delle minoranze sessuali e il riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso sono diritti che dovrebbero essere inglobati nella nuova Costituzione, che sostituirà quella ad interim del gennaio 2007 e la cui emanazione è stata posposta diverse volte, fino alla nuova scadenza del maggio 2012.
Con il censimento del 2011 la Repubblica federale democratica del Nepal ha anche riconosciuto ufficialmente, primo paese al mondo, l’esistenza di un “terzo sesso”, transessuali e gay.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/ di Enrica Garzilli
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