lunedì 4 aprile 2011

Lgbt: La trans che gioca a tennis


La storia è questa: c’è un uomo in Cile che non è più un uomo perchè 11 anni fa ha deciso di diventare donna.

La storia continua: c’è un uomo in Cile che si chiama Ernesto che non si chiama più Ernesto perchè quando ha cambiato sesso ha deciso di chiamarsi Andrea.

La storia si complica: c’è un uomo in Cile che si diverte a giocare a tennis ma avendo deciso di non essere più un uomo fatica a portare avanti la sua passione perchè i transessuali nello sport sono una patata bollente.

La storia si fa avvincente: c’è una donna in Cile che si chiama Andrea e che prima era uomo e si chiamava Ernesto che lavora come mediatore finanziario in una società che si chiama Moneda e che va a gonfie vele.

La storia va raccontata: c’è una tennista non professionista in Cile che si chiama Andrea che una volta giocava con gli uomini e si chiamava Ernesto.
Ora gioca contro le donne e rivendica il diritto di farlo.

La storia si evolve: c’è una tennista determinata che da quando è diventata donna ha deciso di competere nei tornei professionistici.

Lo vuole fare perchè le hanno raccontato l’epopea di Renée Richards, la prima e unica transessuale che negli anni ’70 portò la federazione americana di tennis davanti alla Corte Suprema e ottenne il diritto di disputare gli Us Open nel torneo femminile.

La storia diventa paradigma: c’è una donna in Cile che si chiama Andrea e che prima si chiamava Ernesto che riesce a farsi invitare a due tornei minori in Argentina. Stiamo parlando di tornei femminili.
Due partite, due volte sconfitta 60 60. Ma il risultato conta nulla.

La storia fa storia: c’è una transessuale di 39 anni che si chiama Andrea e che prima si chiamava Ernesto che ha appena disputato la sua terza partita nel torneo femminile più importante d’Argentina.

L’hanno invitata loro e lei ci è andata. È stato un invito a pagamento perchè in cambio Andrea ha dovuto far diventare Moneda, la sua società, uno degli sponsor del torneo.

Andrea ha pagato per giocare e perdere la sua terza partita in carriera 60 60.
Andrea ha pagato per rivendicare un diritto.

Ha potuto giocare perchè ha completato la terapia ormonale che le permette di essere, anche per lo sport, una donna a tutti gli effetti.
fonte www.ilpost.it/ di enricomariariva

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