martedì 3 agosto 2010

Sport, Esclusiva per lisadelgreco.blogspot.com. Europei di atletica leggera, il risveglio azzurro, di Francesco Nocentini

Articolo di Francesco Nocentini,
in esclusiva per News Dal Mondo lgbt e non solo...© Riproduzione riservata

Il bilancio finale è di sei medaglie, quattro d’argento e due di bronzo.
Gli Europei di atletica leggera di Barcellona si chiudono in maniera tutto sommato lusinghiera per l’Italia. L’exploit più bello (senza nulla togliere agli altri azzurri) è della staffetta veloce, la 4x100, con il record nazionale fissato in 38”17 e il secondo posto dietro alla Francia del talento Christophe Lemaitre.

Il laziale Roberto Donati, il siciliano Emanuele Di Gregorio, il lombardo Simone Collio e il fiorentino Maurizio Checcucci hanno compiuto un’impresa da manuale, cancellando dall’albo d’oro dei primati niente meno che Pietro Mennea. Un record, quello della staffetta veloce, durato 27 anni, visto che il campione olimpico di Mosca ’80, lo stabilì insieme a Tilli, Pavoni e Simionato, ai mondiali di Helsinki del 1983.

A Checcucci, 36 anni, sprinter ‘rubato’ al calcio, finalista olimpico nel 2000 sempre nella 4x100, i compagni avevano affidato l’ultimo testimone in prima posizione. Il suo attacco al rettilineo è stato commovente: Checcucci ha macinato metri, ed il francese Martial Mbandjock, 25 anni (bronzo su 100 e 200 proprio a Barcellona), uno dei giovani talenti a livello mondiale, ha faticato a recuperare. C’è riuscito sulle righe, come si dice in gergo, solo alla fine ma con l’Italia sempre lì attaccata.

Belle anche la staffette 4x400 femminile e maschile. Chiara Bazzoni, Marta Milani, Maria Enrica Spacca e Liobania Grenot hanno stabilito il nuovo primato italiano (3’25”71) arrivando quarte. Per i maschi, invece, è venuto fuori solo un ottavo posto ma il gruppo ha dimostrato, come per le ragazze, che ha un futuro da protagonista.

Due staffette del miglio aggrappate ai giovani, ai quali è stato chiesto ogni spicciolo di energia. A cominciare da Marta Milani per finire a Claudio Licciardello, un talento puro ma ora tormentato dal male ai tendini. 

Nei primi 200 metri della sua frazione il giovane di Giarre, vicecampione europeo indoor individuale, è passato in circa 21”50. Una velocità supersonica, un tempo da finale dei 200 agli italiani e non da 400. Un lampo che si è interrotto quando l’atleta siciliano era a ottanta metri circa dal compagno al quale doveva passare il testimone. Perché questi lampi, nel giro di pista, ti uccidono. Ti tolgono quasi ogni briciola di ossigeno dal cervello.

La corsa che a tutti era parsa in pista, Licciardello l’ha vissuta sul ciglio del precipizio, quattrocento metri sul margine di chissà quale burrone. Lui ha retto fino alla fine, è arrivato al cambio quasi camminando ma senza mollare, a testa alta.

Una gara quella del giovane talento e dei suoi compagni (Marco Vistalli, Luca Galletti e il primatista italiano Andrea Barberi) nella quale si sono rivisti gesti che non appartengono più alla nostra epoca, come i modelli di auto ormai fuori produzione da un pezzo: commozioni virili, generosità a fondo perduto, strette di mano che valgono più di qualsiasi atto notarile.

In Claudio Licciardello e nei ragazzi delle altre staffette è rimasto, semmai, quel coraggio, quella sfrontatezza di prendere la vita di petto, che c’è ancora in chi crede allo sport vero. Un esempio per quei ragazzi che vorranno, un giorno, indossare la tuta e scendere in pista. Questi atleti invecchieranno ma non vorranno dirlo e saperlo. Meglio la baracca sul dirupo che un ombrellone ai bagni.

«Non gareggio per vincere ma per vedere chi ha più fegato» diceva il fondista Usa Steve Prefontaine, quarto nei 5mila alle Olimpiadi di Monaco ’72 e morto giovanissimo in un incidente stradale.

In quelle gare, in quelle staffette si sono viste le storie di un mondo che non c’è più ma che in qualcuno almeno rivive. E che la distanza aiuta semmai a guardare meglio.
Piangendo di commozione per una medaglia vinta...
O una mancata di un soffio...
Ma senza abbassare gli occhi...
foto: Giancarlo Colombo/Fidal

Fonte Francesco Nocentini per http://lisadelgreco.blogspot.com/
Esclusiva per lisadelgreco.blogspot.com ©Riproduzione riservata

2 commenti:

  1. ...cara Lisa ti ringrazio per avere ospitato sul tuo blog questo piccolo contributo...sono onorato per lo spazio che mi hai concesso...e ti ringrazio anche a nome di tutti i giovani che praticano questo bellissimo sport...

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  2. ..Francesco l'onore è il mio, avere il primo articolo in esclusiva per il mio blog, scritto da te giornalista e scrittore professionista,
    ma principalmente mio Amico...
    mi onora e mi lusinga...
    l'atletica in fondo è come il mio lavoro fatto di dedizione sudore e grandi sacrifici...
    e spesso non ripagati per l'abnegazione cui queste discipline richiedono...
    Grazie Lisa

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