domenica 7 marzo 2010

Milano Fashion Week, la Primavera può iniziare


Metttere il sottofondo retrò che la scaltra Arisa ha confezionato certo mette di buon umore, e di questi tempi è impresa non semplice, riuscire a stimolare il Buon Umore! Forse avrebbero dovuto farla recapitare alla lussuosa redazione di Vogue America, all’attenzione esclusiva di Anna Wintour, la diabolica creatrice di tendenze modaiole più potente del mondo. La polemica nasce dalla richiesta a dir poco azzardata di spostare, accorciandola, la settimana della moda di Milano, “compattando” le sfilate in sole tre giornate. Quindi demolire in un battito di ciglia (la leggenda vuole quelle della Wintour lunghissime) l’intera opera di migliaia di persone che attorno all’appuntamento iper organizzato delle sfilate milanesi fa ruotare il lavoro di tutto un anno.

Dopo un compassato silenzio ovino, esplode la voce di un intelligente Diego della Valle (creatore e fondatore del marchio globale Tod’s) che non si piega all’assurda proposta della Wintour. In un’intervista afferma che non sposterà di una virgola il suo calendario, ma più intelligentemente si batte per permettere agli stilisti emergenti di non essere relegati all’ombra mediatica degli ultimi giorni delle sfilate, dato che anche per lui tanti anni fa il trampolino di lancio lo diede alla sua azienda proprio Milano. Al suo iniziale solitario monologo si sono aggiunti altri importanti pilastri del nostro Made in Italy ossia Armani, Roberto Cavalli, Laura Biagiotti e l’intera Camera della Moda.

Risultato? La Wintour arriva a Milano un giorno prima e il calendario delle sfilate segue il programma definito. La cosa che trovo “divertente” è la motivazione che ha spinto Madame Anna a imporre, con il suo solito piglio dittatoriale, ma stavolta inascoltato, questo spostamento, ossia non perdere la notte degli Oscar!


Questa la notizia. La mia riflessione si sofferma sulla Queen of the Dress. Non nego che in ogni modo Anna Wintour mi stia simpatica. I suoi capricci da migliaia di dollari, il carattere irascibile, l’innegabile gusto estetico, l’arguzia di scelte azzeccate e la scaltrezza con la quale riesce da cosi tanti anni a non perdere lo scettro-timone del magazine di moda più costoso del mondo, mi affascinano. Da qui le leggende, la “caricatura” che credo molto veritiera dell’ormai cult movie “Il diavolo veste Prada” dove una bravissima Meryl Streep interpreta in versione cinematografica la vita della “Direttora di Vogue”.

In particolare c’è una frase che l’assistente Anne Hathaway pronuncia durante il film ed è un po’ la domanda che voglio porre a chi sta leggendo: Ma se Miranda (l’alter ego della Wintour) fosse un uomo ci si affannerebbe così tanto nel criticarla e nel considerarla un mostro di crudeltà e arrivismo?
fonte modaemodi-parma,blogosfere,fashiontv

Nessun commento:

Posta un commento