Gli analisti stimano che della categoria entreranno a far parte circa 1200 uruguayani
Buenos Aires - Sette posti di lavoro vacanti nel ministero per lo Sviluppo Sociale uruguayano saranno coperti attraverso un concorso aperto solo a 'persone transessuali'.
Lo ha reso noto pochi giorni fa il portavoce dello stesso Ministero, specificando che sono inclusi nella categoria, oltre ai transessuali, anche i travestiti e i transgender. Intervistato dall'agenzia di stampa Associated Press, il responsabile delle politiche sociali del Ministero, Andrés Scagliola, ha spiegato che si tratta delle «tre categorie che compongono questo gruppo sociale escluso e discriminato. Una popolazione che per la sua identità di genere soffre una discriminazione che comincia con l'espulsione dal nucleo familiare».
Secondo Scagliola le difficoltà che si presentano a questo gruppo sociale per trovare un lavoro normale «nel 95% dei casi sono la ragione che porta queste persone al lavoro sessuale, non per scelta ma per necessità di sopravvivenza».
Con questo concorso, insomma, il Governo uruguayano vuole trasmettere un messaggio di speranza, che cambi la convinzione socialmente accettata secondo la quale i trans non possono dedicarsi a nient'altro che alla prostituzione.
Si tratta della prima volta nella storia dell'Uruguay che l'esecutivo in carica lancia un concorso di questo tipo.
Gli analisti stimano che della categoria entreranno a far parte circa 1200 uruguayani, 576 dei quali avevano aderito ad un'altra iniziativa del Governo di José Mujica, che assegnava loro una tessera che mensilmente da accesso all'acquisto di generi alimentari e articoli per la pulizia.
I partecipanti al concorso dovranno presentare una dichiarazione giurata che certifichi il loro essere trans da almeno due anni. I vincitori del concorso verranno mesi sotto contratto per un periodo di prova di quindici mesi, e se svolgeranno bene il loro lavoro passeranno ad un contratto a tempo indeterminato.
Solo poche settimane fa, nel corso dell'inaugurazione del primo suo Congresso Nazionale, la presidente dell'Unione Trans dell'Uruguay (UTRU), Collette Richard, aveva chiesto pubblicamente «un'uguaglianza senza stigme» per la comunità transessuale del Paese, vittima di un'ondata di omicidi rimasti irrisolti fin dal 2011.
«Quando ci rivolgiamo al servizio sanitario, siamo stigmatizzate come portatrici di HIV, quando ci rivolgiamo al sistema educativo subiamo molestie e siamo vittime della transfobia da parte dei docenti e dei compagni. Per di più non abbiamo accesso al lavoro» aveva denunciato la Richard. L'attivista ha chiesto una società che permetta l'integrazione come primo passo verso l'uguaglianza della comunità transessuale. «La comunità trans ancora aspetta che lo Stato riconosca i suoi diritti» aveva poi aggiunto la Richard, concludendo che «anche se il Governo ha approvato la legge sui matrimoni gay, questo non significa che ci siano benefici per la comunità trans».
Secondo uno studio realizzato dalla Ong 'Donna e Salute in Uruguay' (MYSU) con l'appoggio del Fondo Mondiale per la lotta alla Tubercolosi, alla Malaria e all'Aids, il 54,3% delle donne transessuali del Paese ha come unico sbocco il lavoro sessuale. Lo stesso documento rivela che l'82,9% delle trans uruguayane non ha terminato le scuole superiori e il 57,1% di loro percepisce un salario inferiore allo stipendio minimo previsto dallo Stato.
Nel Paese sudamericano, inoltre, mancano cliniche e strutture dovano possano essere svolti trattamenti ormonali o cambi di sesso.
La maggior parte delle transessuali di Montevideo usufruivano del servizio malattie infettive dell'Istituto di Igiene nazionale, ma dalla sua chiusura nel 2012 sono state trasferite ad un altro ospedale, dove le strutture specifiche sono anche minori.
Un altro dei temi principali legati al mondo trans uruguayano e quello della violenza; sono almeno sette i casi di omicidio di persone trans rimasti irrisolti negli ultimi due anni, e l'UTRU ha criticato duramente la mancanza di indagini della polizia arrivare ai colpevoli. Qulla serie di crimini irrisolti aveva generato grandi proteste sociali nel 2012, tanto da convincere l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) a chiedere ufficialmente al Governo uruguayano di adoperare il massimo sforzo per chiarire ciò che era successo.
Il già citato responsabile delle politiche sociali del Ministero Scagliola, d'altra parte, ha segnalato in diverse occasioni i progressi raggiunti dall'esecutivo. Tra questi la facilitazione per il cambio di nome e di sesso all'anagrafe e la formazione specifica dei funzionari che si occupano di questo settore.
Progressi cui, naturalmente, si aggiunge il concorso per sette posti di lavoro nel ministero per lo Sviluppo Sociale. Scagliola, inoltre, ha parlato della possibilità di «esonerare i transessuali dal pagamento delle imposte allo stesso Ministero».
Non tutti, però, sono d'accordo con le sue proposte.
Il deputato dell'opposizione, Pablo Abdala, ha duramente criticato il lancio del nuovo concorso, sostenendo che per avallare un atto di «discriminazione positiva è comunque necessario creare un'apposita legge». Critiche cui Scagliola ha risposto dicendo che «se ci fosse una legge sarebbe meglio, però nulla proibisce un concorso di quel tipo».
fonte http://www.lindro.it/ di Mirko Peddis
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martedì 10 dicembre 2013
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