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lunedì 29 aprile 2013
Lgbt Roma: Un invito a Geppi Cucciari per il Conerto del Primo maggio
Sarebbe banale dire che i gay sono anche lavoratori.
Eppure ci sono alcuni politici che pensano che dare diritti come la reversibilità della pensione a una coppia gay andrebbe a togliere diritti a un lavoratore che ha famiglia. Come se essere gay fosse una categoria a parte.
E se quel lavoratore fosse gay? Ma la banalità di affermazioni di questo tipo non è isolata.
Spesso si pensa ai gay come ad una categoria a parte di marziani i cui diritti rivendicati sarebbero un accessorio, una non priorità, un fatto non essenziale in un paese che vive una crisi economica e sociale profonda.
Eppure, se ancora un sistema di welfare familiare funziona, i benpensanti dovrebbero soffermarsi a guardare quanto una parte della popolazione ne sia esclusa.
Pensiamo al caso estremo di una coppia gay in cui ci sia solo uno dei due che lavora. Chi tutela il soggetto più debole della coppia? Alla mancanza di lavoro si aggiungerebbe l'assenza di qualunque tutela da parte dello Stato. Oppure pensiamo ai casi di licenziamento in cui l'essere gay o trans rappresenta elemento di discriminazione, come possiamo ampiamente documentare con i dati della Gay Help Line. Una fattispecie che quasi mai si riesce a dimostrare in un tribunale e di cui però sono vittime in non pochi.
La rappresentazione che spesso si ha degli omosessuali è quella di ricchi stilisti o gente dello spettacolo, un immaginario che falsifica un dato reale e concreto, una rappresentazione che ricorre a stereotipi in una società in cui peraltro i nuclei familiari omosessuali sono sempre più in crescita, con tutto ciò che ne consegue sul piano del sostegno reciproco, dell'economia e del welfare.
Ancora una volta è facile ipotizzare che la questione gay resterà terra di confine per una politica che a fatica sta cercando compromessi e soluzioni di governo. Quindi ancora una volta spetterà alla società e ai movimenti creare le occasioni per farsi sentire.
Ecco perché il Primo Maggio potrebbe essere anche questo.
Ed ecco perché vogliamo rivolgere un invito a Geppi Cucciari e a chi si esibirà sul palco di piazza San Giovanni a ricordare che sul lavoro è bene non discriminare, che l'omofobia si combatte tutti i giorni e in ogni luogo, che i gay italiani aspettano ancora quelle leggi sulle unioni civili che li rendano uguali a chi vive in tutti gli altri paesi europei.
Sarebbe un piccolo ma grande contributo alla dignità di tanti.
fonte http://www.huffingtonpost.it di Fabrizio Marrazzo Portavoce del Gay Center
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