martedì 11 settembre 2012

Diritti LGBT, Polonia verso la svolta

Non è solito parlare di diritti della comunità Lgbt all’interno dei confini dell’ex blocco sovietico, o almeno non ci sono sviluppi legislativi a riguardo, senza voler escludere la Russia, dove quest’anno tali sviluppi hanno preso piede, ma verso il peggio.

La Polonia invece si distacca, e prende una strada diversa. Il partito di sinistra anticlericale Palikot e i socialdemocratici ci avevano già provato, invano.

La proposta portata avanti da questo blocco parlamentare consisteva in un progetto per la regolazione legislativa delle nozze tra persone dello stesso sesso, che non comprendeva però l’adozione di minori.

L’interpretazione di stampo cristiano della parola matrimonio ha reso incostituzionale tale progetto, che saltò in immediato. Tuttavia, questa occasione fu necessaria per piantare un seme nel terreno della società polacca, fortemente religiosa, che al momento giusto darà i suoi frutti.

Ebbene, dal centro destra arriva il primo passo. Il partito di centro destra Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska/PO) che si trova al potere in Polonia, ha deciso di presentare un progetto di legge che possa tutelare le coppie dello stesso sesso.

Si tratta di un partenariato civile, rivolto a qualsiasi tipo di coppia, in grado di poter concedere dei diritti anche a quella fetta della popolazione che risulta esclusa da qualsiasi riconoscimento a livello legale. Le coppie che beneficeranno di tale partenariato civile potranno godere di diritti quali l’eredità, fondi pensione o diritti medici.

Il testo che la settimana prossima dovrebbe arrivare in Parlamento è stato definito “abbastanza conservatore” dall’autore stesso, in quanto non si tratta di matrimoni, bensì di riconoscimenti di alcuni diritti; insomma, una “caramella” per tranquillizzare parte della popolazione, e non adirare l’altra parte (fortemente cristiana).

Effettivamente il partenariato civile non concede né benefici fiscali né adozione; in fin dei conti si tratta di disuguaglianza, ma tuttavia è un passo che ravvicina i cittadini lgbt ai cittadini per così dire di primo livello.

E’ un passo significativo che contrasta le misure della Federazione Russa, e può portare ad una apertura anche ad altri paesi ex sovietici confinanti con la grande Polonia, confidando che l’effetto domino scaturito da quest’ultima porti un cambio anche nel Bel Paese, dove i partiti tendono a non prendere posizione.
fonte http://giornaleilreferendum.com di Leonardo Sartori

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