giovedì 10 maggio 2012

Lgbt: Matrimoni gay, la rivoluzione di Obama "Quelle coppie hanno diritto a sposarsi"

Il presidente chiarisce la sua posizione in un'intervista alla rete televisiva Abc. Da tempo era sotto pressione. Il suo vice Biden si era detto favorevole alle nozze tra persone dello stesso sesso e il candidato repubblicano Romney è all'attacco proprio su questo argomento

NEW YORK
Il primo presidente nero adesso è anche il primo presidente che dice sì ai matrimoni gay. "Le coppie dello stesso sesso devono avere la possibilità di sposarsi". L'evoluzione, come l'aveva chiamata lui stesso, è compiuta. E per l'America e il mondo intero la sua evoluzione è una vera rivoluzione. Barack Obama sposa la causa degli omosessuali e dice una cosa di sinistra per rilanciare la sua difficile corsa alla rielezione. Proprio mentre il repubblicano Mitt Romney licenzia il suo portavoce Richard Granell soltanto perché gay.

Sì, il presidente che aveva già cancellato la vergogna del bando omosex tra i militari - quella legge conosciuta con il nome codardo di "Don't ask, don't tell" (non chiedere e non rivelare) - adesso va oltre. E sostiene pubblicamente quello che per la verità si sospettava da un pezzo credesse nel privato. "Nel corso degli anni - ha detto nel corso di un'attesissima intervista con la tv Abc - ho potuto parlare e conoscere gente del mio staff con partner dello stesso sesso, che ha cresciuto i figli insieme.

Quando penso ai nostri soldati, ai nostri aviatori, ai nostri marinai che hanno dovuto lottare tanto per i loro diritti. Sì, a un certo punto ho consluso che per me personalmente è importante andare avanti e affermare che le coppie dello stesso sesso hanno il diritto di sposarsi".

E' una rivoluzione, una svolta, una giornata storica, come sottolineano già le prime analisi qui negli Usa.
Ma è anche un tema più che delicato. Proprio mercoledì il North Carolina ha bandito le nozze gay con un referendum. E la Carolina del Nord non è uno Stato come tutti gli altri. E' lo Stato che quattro anni fa Obama strappò ai repubblicani finendo tra quelli determinanti per la vittoria. E' lo Stato dove a settembre Barack andrà a farsi reincoronare dalla convention democratica.

E proprio su questo tema i repubblicani sono clamorosamente all'attacco. "Quando a suo tempo la questione venne sollevata nel mio stato del Massachusettes", ha specificato nelle stesse ore lo sfidante Mitt Romney "ho sempre detto che non sono a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso: e né alle unioni civili che sono la stessa cosa sotto un altro nome".

Un passo indietro rispetto perfino a un signore tra i più destrorsi tra quelli visti ultimamente alla Casa Bianca: il vicepresidente Dick Cheney. Qui le ragioni del cuore avevano addolcito il falco: sua figlia Mary è lesbica.

Ma un conto è il cuore e un conto è la politica. Dal 1998 a oggi per 32 volte gli americani sono andati al voto per pronunciarsi con un sì o un no sui matrimoni gay: e per 32 volte gli omosessuali hanno perso. Anche negli Stati considerati considerati più progressisti: California, Oregon, Delaware. E questo malgrado la maggioranza degli americani si dichiari a favore: il 47 per cento contro il 43. E' il motivo per cui una materia così delicata, suggerisce il presidente, può essere gestita, appunto, solo dagli Stati. Finora soltanto sei, oltre al distretto di Columbia, che amministra la capitale Washington, hanno detto sì.

Per Obama non è solo una questione etica. E non è solo una questione logica: può essere contro ai matrimoni omosex un presidente che ha chiamato alla Casa Bianca il primo segretario dichiaratamente gay, Jeremy Bernard? No, dietro c'è anche una questione ovviamente economica. Gay, lesbiche e transgender sono tra i più ricchi donatori nella campagna del presidente: e ultimamente la loro manina miliardaria si stava tirando indietro.

Stanchi delle promesse non mantenute erano anche tantissimi giovani attivisti omosessuali: il nucleo di quell'esercito di volontari che nel 2008 hanno trascinato quell'oscuro senatore sul trono di George Washington. Gay, donne, giovani, naturalmente neri e poi latini: sono le "minoranze" di tutti i tempi - ormai destinate a diventare insieme maggioranza - quelle su cui Obama deve contare per la rielezione: soprattutto ora che un sondaggio di Usa Today ha pericolosamente accorciato a quattro punti la differenza con Romney.

La questione era diventata insostenibile dopo l'uscita del vicepresidente Joe Biden qualche giorno fa. "Uomo con uomo, donna con donna: io mi trovo perfettamente a mio agio con questa questione", aveva candidamente detto il numero due della Casa Bianca peraltro noto per le sue gaffe. Ma era chiaro che non di gaffe vera e propria si trattava.

Su certi temi Biden è sempre stato più a sinistra di Obama. E figuriamoci poi il putiferio nell'amministrazione quando addirittura il ministro per l'Istruzione, Arne Duncan, ha rincarato la dose dicendosi a favore. Solo una coincidenza? Certo è che Obama ha dovuto organizzare in tutta fretta un'intervista con la Abc per "chiarire" la sua posizione.

Ed è arrivata la svolta clamorosa: il presidente degli Stati Uniti è favorevole ai matrimonio tra persone dello stesso sesso.
fonte http://www.repubblica.it dall'inviato ANGELO AQUARO

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