Il 6 e 7 maggio a Palermo si vota per l'elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale per il quale è candidato, nella lista di Sinistra PRC - Verdi per Leoluca Orlando Sindaco, l'esponente del movimento LGBT siciliano Claudio Lo Bosco.
L'impegno di Claudio Lo Bosco, come lui dichiara, è quello per la costruzione di una città dei diritti!
Lo Bosco, da sempre è impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori, ricoprendo varie cariche presso la CGIL. Da qualche mese è il Responsabile dell'Ufficio Nuovi Diritti della CGIL Sicilia.
Il suo impegno, inoltre, negli anni è stato rivolto verso le lotte per la conquista dei diritti delle persone LGBT, essendo stato Coordinatore Nazionale del GLO (Gruppo di Liberazione Omosessuale del PRC) dal 1998.
E' stato tra i fondatori, nel 2006, dell’Associazione Omosessuale ArticoloTre di Palermo, ridando vita all'impegno LGBT in città che da qualche anno si era assopito. Ha organizzato, assieme ad altri, per la prima volta, il Pride a Palermo, che dal 2010 è diventato un appuntamento partecipato e atteso dalla città.
Claudio Lo Bosco inoltre, in questi anni, è sempre stato accanto ai vari movimenti di lotta che hanno caratterizzato il conflitto nella nostra città di Palermo, a partire, per esempio, dal movimento studentesco.
Lo Bosco vuole portare il suo impegno anche dentro il Consiglio Comunale di Palermo, per far si che ad occuparsi dei temi della comunità LGBT sia chi da anni lavora per l'ottenimento dei diritti sul territorio, senza necessariamente dover fare affidamento a quei consiglieri comunali che, seppur sensibili alla causa, sono pur sempre persone esterne al movimento.
Di seguito il programma di Claudio Lo Bosco:
La lotta contro le discriminazioni delle persone LGBT è una battaglia che può esser vinta solose condotta mettendola in collegamento con tutte le altre vertenze aperte sul territorio, che hanno per oggetto le disuguaglianze di cui sono vittime le più differenti minoranze. La battaglia per la conquista dei beni comuni non sarà mai vinta, se non si diffonderà la coscienza che nel concetto di bene comune rientrano a pieno titolo i diritti civili come beni comuni immateriali.
Del resto, penso che la riflessione sui bei comuni, qualsiasi essi siano, resta monca e non efficace se non è basata sul pilastro dei diritti, perché nonesiste bene comune se, prima, non esistono dei soggetti che collettivamente sipensano detentori alla pari di un diritto su un bene e ne rivendicano l'esigibilità.
La lotta per i diritti delle persone LGBT ha così pari dignità rispetto a tutte le altre, essendo parte insieme a queste della più generale piattaforma per i beni comuni. Quindi, non è più possibile fermarsi soltanto ai riconoscimenti simbolici, che ormai da più di dieci anni gay, lesbiche e trans ricevono in questoPaese e che non hanno portato a nessun avanzamento sulle questioni LGBT.
Anche a Palermo, a livello comunale, la maggioranza uscente di centrodestra ha compiuto degli atti solo simbolici, con l'approvazione di due mozioni che però non sono mai state applicate.
Noi ovviamente ci impegniamo a fare di più, come, per esempio, sin da ora, l'inserimento nel programma della complessa applicazione delle due mozioni già approvate in materia dal Consiglio comunale e, in generale, la previsione di serie campagne contro le discriminazioni. In particolare si deve dare piena attuazione ai due punti della prima mozione approvata, quella contro l’omofobia:
a) aderire alla rete Ready – Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
b) promuovere la costituzione di un osservatorio (con amministrazioni, prefettura, associazioni, mondo del lavoro) per l’analisi dei fenomeni di discriminazione e violenza contro le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali), la sensibilizzazione delle pubbliche amministrazioni e della pubblica opinione e la promozione di azioni positive contro omofobia, intolleranza e discriminazione.
Per quanto riguarda la seconda mozione, quella che impegna il Comune ad istituire il registro delle unioni civili, bisogna attuarla ma imboccando la via che hanno preso le amministrazioni comunali di Milano e Napoli.
Con recenti provvedimenti, negli ambiti di loro competenza, questi Enti locali hanno dimostrato di voler riconoscere la possibilità della concreta fruizione di ben definiti diritti anche alle persone LGBT, attraverso i servizi da loro erogati nei campi, per esempio, dei servizi sociosanitari, dell'accesso alla casa e dei servizi scolastici. Solo in tal modo si sostanzia al meglio il concetto dei beni comuni, garantendo a tutte e tutti l'esigibilità dei loro diritti, qualsiasi essi siano.
In questo percorso non saremo soli, perché al nostrofianco ci sono già e ci saranno tutte le persone che hanno partecipato ai due Pride tenuti a Palermo (nel 2010 e nel 2011 rispettivamente 15.000 e 20.000).
Si tratta di tutta una parte della città: donne e uomini, giovani e meno giovani, migranti, disoccupati, senza casa, studenti, ovviamente in maggioranza eterosessuali, che hanno riconosciuto in quella manifestazione e in quella lotta un luogo nel quale far confluire e rendere visibili tutte le istanze non riconosciute di cui sono portatrici e portatori.
Hanno così dimostrato dipossedere la consapevolezza che i diritti civili e, in particolare, i diritti delle persone LGBT non sono questioni da affrontare sempre e comunque in un secondo tempo, ma sono questioni centrali nelle quali si possono riconoscere tutte e tutti. Hanno dimostrato quindi di credere già che i diritti civili sono a tutti gli effetti beni comuni da richiedere a gran voce per la città diPalermo.
Anche quest'anno (23 giugno) si terrà il Pride e l’Amministrazione dovrà sostenerlo e parteciparvi in maniera concreta, al contrario di quanto è avvenuto negli anni precedenti, quando anche qui si è agito solo a livello simbolico, concedendo il semplice patrocinio. Il Comune deve intervenire in favore del Pride del 2012, anche per preparare al meglio la città al Pride nazionale del prossimo anno (2013), che molto probabilmente si svolgerà per la prima volta a Palermo.
Il Comune si deve impegnare a far si che l'eventuale Pride nazionale del 2013 sia una grande occasione di trasformazione e rilancio della nostra città, un evento storico che faccia di Palermo la citta dei diritti conquistati per tutti i cittadini, a prescindere dal loro orientamento sessuale, dal loro genere, dalla loro condizione sociale, dalle loro credenze politiche e religiose e dalla loro razza.
Il Pride nazionale a Palermo diventerebbe così anche un momento di ampia visibilità nazionale e internazionale.
ALTRE INFO: http://blog.libero.it/claudiolobosco/
fonte http://www.gaynews.it/
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mercoledì 4 aprile 2012
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