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Il caso è questo: una banca voleva negare la copertura sanitaria al convivente del suo impiegato, nonostante i due fossero addirittura iscritti nel medesimo stato di famiglia.
Ma, nonostante questo, non c’era intenzione di permettere quel preciso diritto.
E così, la coppia, formata da Marco e Erminio, decide di citare in giudizio la cassa mutua della banca. Risultato? Vincono in primo grado. Ecco il commento di Ivan Scalfarotto del Pd:
“Le aule dei palazzi di giustizia sono sempre più spesso le sedi in cui le coppie gay possono ottenere dignità e parità di diritti. È il segnale che i tempi sono maturi anche in Italia per l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, gay e etero.
Chi lamenta l’invasività del potere giudiziario dovrebbe piuttosto interrogarsi sull’incapacità della politica di dare risposte serie ai problemi dei cittadini.
La cassa sanitaria aziendale è un benefit collegato alla prestazione lavorativa e quindi è parte integrante della retribuzione: bene ha fatto la Corte di Appello di Milano a smantellare l’assurdo principio, portato goffamente avanti dalla Banca, che le persone eterosessuali debbano essere retribuite più di quelle omosessuali”.
fonte http://www.queerblog.it Via | Vanity Fair
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