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venerdì 7 maggio 2010
Lgbt "Certi Diritti" sfida il divieto del Gay Pride a Vilnius: "Noi ci saremo"
Si doveva tenere sabato 8 maggio uno dei primi Gay Pride che ogni anno si celebrano nel mondo, a Vilnius, in Lituania. Ma proprio ieri è arrivato lo stop da parte delle autorità: la manifestazione è stata vietata! Il tribunale amministrativo ha dato ragione al procuratore generale Raimondas Petrauskas che aveva mosso un’istanza contro quel raduno. Dicono che la preoccupazione maggiore sarebbe l’arrivo di persone da Estonia e Lettonia. La parata dell’8 maggio avrebbe dovuto svolgersi all’interno di un evento di cinque giorni interamente dedicato al tema dei diritti degli omosessuali e lgbt, evento che sta provocando non poche polemiche nel Paese, a maggioranza cattolica.
“Abbiamo ragione di credere – si legge nell’istanza – che lo Stato non sarà in grado di fornire una adeguata protezione ai partecipanti”
Ma si sa come vanno le cose in quella parte del mondo dove le minoranze sessuali sono ancora viste con disprezzo e poco protette dalle autorità. A sfidare il divieto si sono detti pronti alcuni membri di “Certi Diritti” che per voce di Ottavio Marzocchi, responsabile per le questioni europee, e di Joaquin Nogueroles Garcia, membro spagnolo dell’Associazione dichiarano:
“Nonostante la sospensione dell’autorizzazione per il Pride Baltico di Vilnius previsto per l’8 maggio, decisa ieri da un Tribunale amministrativo su istanza del Procuratore Generale e sulla base di presunti rischi di turbativa dell’ordine pubblico, i militanti di Certi Diritti manifesteranno a Vilnius per la libertà di espressione, d’assemblea, di manifestazione e per l’uguaglianza e la lotta alle discriminazioni. L’Associazione Radicale Certi Diritti esporrà anche cartelloni favorevoli al matrimonio gay in Lituania, Italia ed in Europa, atto potenzialmente punito dalla contestata “legge sulla protezione dei minori dalle informazioni nocive”, che ricomprende anche la promozione di informazioni pubbliche favorevoli ad un concetto di famiglia diverso da quello (eterosessuale) previsto dalla Costituzione lituana”.
fonte queerblog
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