venerdì 7 maggio 2010

Manifestazioni Lgbt, Si discute dei ‘Pride’ e del loro futuro. Le opinioni dei leaders.


Il Presidente della Camera dei Deputati nei giorni scorsi ha rilasciato alle agenzie di stampa una dichiarazione in cui nel succo dice che: “La cultura del sondaggio non è la sola strategia politica”.

Prendendo a prestito tali parole ed a seguito delle ultime polemiche sorte attorno al pride romano e, di riflesso, quello nazionale di Napoli, possiamo dire che “La cultura della parata gay non è e non deve essere la sola strategia politica di massa del mondo Lgbtq?”.
Leggendo tutt’intorno nel web e non solo su Facebook è lampante che oggi le persone Lgbtq, per quello che riguarda l’appuntamento dei Pride, vogliono essere partecipi (e a livello nazionale) in qualcosa di più importante e di spessore che non sia solo la tradizionale e tanto criticata parata gay.

Abbiamo chiesto un’opinione nel merito ad alcuni autorevoli esponenti del movimento Lgbtq e non. Le prime risposte pervenute sono di Paolo Patanè, attuale presidente nazionale di Arcigay e di Aurelio Mancuso, suo predecessore.

E’ evidente che il Pride non può essere la sola strategia politica di massa del mondo lgbt, anche se di fatto negli ultimi tre anni è apparsa tale. Arcigay promuove iniziative costanti lungo tutto l’anno e su tutto il territorio nazionale ed ognuna in fondo rappresenta un laboratorio per nuovi metodi di comunicazione ed aggregazione. Non è certo il Pride il problema, anzi: piuttosto è vero che accanto al Pride deve riproporsi una modalità di manifestazione con altre caratteristiche. L’ideale sarebbe creare un filo conduttore tra eventi di massa diversi in momenti diversi dell’anno sulla base di una precisa strategia che sappia utilizzare approcci che rimangono spesso differenti ma mettendoli in relazione. E poi quest’anno credo che sia giunto il momento di sperimentare qualcosa di nuovo durante la parata, e penso proprio che in questo senso il Pride a Napoli saprà stupire.
Paolo Patanè


In anni recenti si sono sviluppati diversi momenti di massa del movimento lgbt, ricordo le manifestazioni Tutti in Pacs, Sveglia è l’ora dei Diritti, Pacs Day ecc. I Pride sono una grande occasione di aggregazione, certamente non possono essere gli unici momenti. Chi conosce realmente la storia e l’ha vissuta, sa che oltre alle manifestazioni nazionali, ci sono state e ci sono iniziative culturali e sociali dove il movimento esprime una grande capacità di confronto e dialogo con la società intera. Iniziative come il Festival internazionale del Cinema di Torino, o le rassegne cinematografiche e teatrali di Milano, Napoli ecc., hanno un grande valenza anche di massa. Ma il tema vero è convergere su obiettivi chiari, diffusamente condivisi, se no ci si riduce a pur onorevoli gesti di testimonianza fine a se stessi. I pride italiani, infine, avrebbero bisogno di fare un salto di qualità, trasformarsi da comprensibili momenti di orgoglio per la visibilità conquistata, in manifestazione di concreta condivisione sociale.
Aurelio Mancuso
fonte gaynews24

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