sabato 22 maggio 2010

Lgbt, Bologna Assemblea della Rete di Avvocatura per i diritti Lgbt del Pd per il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso


Si è tenuta a Bologna l’Assemblea della Rete per i diritti Lgbt del Pd.
Dall’incontro è uscita una proposta che la Rete avanza al Partito Democratico per una nuova stagione di diritti civili. Ecco il documento approvato:

Pari diritti: Il tempo è ora.
Il pd per il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso.
Il mancato riconoscimento della parità di diritti e dignità delle persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) rappresenta una ferita al principio di uguaglianza nel nostro paese.
L”Italia non possiede una legge contro le discriminazioni omofobiche e rappresenta un’anomalia fra i grandi paesi europei anche rispetto al riconoscimento delle coppie dello stesso sesso.

Il Parlamento Europeo, a partire dalla Risoluzione dell’8 febbraio 1994, ha sollecitato a più riprese gli Stati dell’Unione a rimuovere “gli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”.
Belgio, Olanda, Spagna, Svezia Norvegia, Portogallo, Danimarca, Gran Bretagna, Germania e Finlandia hanno risposto pienamente a quell’appello, altri paesi europei (Francia, Repubblica Ceca, Austria, Lussemburgo, Svizzera, Ungheria, Slovenia Croazia, Andorra) hanno riconosciuto in forme diverse alcuni diritti. L’Italia rappresenta il risvolto d’ombra di una nuova pagina di libertà che l’Europa sta scrivendo in questi anni insieme ad altre grandi democrazie come la Repubblica Sudafricana, il Canada, l’Argentina, la Nuova Zelanda, l’Australia e diversi Stati USA.

Nei giorni scorsi la sentenza 138/2010 della Corte Costituzionale ha indicato al Parlamento italiano una strada da seguire. Pur non ravvisando nell’art.29 della Costituzione un automatico riconoscimento del diritto al matrimonio per le coppie dello stesso sesso, la Corte ha dichiarato che “all’unione omosessuale spetta il diritto fondamentale di vivere una condizione di coppia, ottenendone il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri. Tale riconoscimento necessariamente postula una disciplina di carattere generale. Spetta al Parlamento individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette”.
Queste affermazioni indicano alla politica una nuova strada, assai più avanzata del dibattito sul riconoscimento dei diritti dei singoli “che fanno parte delle unioni di fatto” che aveva caratterizzato l’iniziativa del centrosinistra nell’ultima breve esperienza di governo. La Consulta indica al Parlamento la via di uno specifico riconoscimento giuridico delle coppie gay e lesbiche come loro diritto fondamentale.
È una strada che ha illustri precedenti in Europa, a partire da quel Civil Partnership Act, il nuovo istituto giuridico varato dal Regno Unito nel 2005 che ha esteso alle coppie gay lesbiche che vogliano contrarre unione i diritti e i doveri previsti dal matrimonio civile.

Abbiamo il dovere di non sottrarci di fronte a questa storica indicazione dell’Alta Corte e di superare ogni esitazione dimostrandoci capaci di proporre e condurre attivamente un processo di crescita culturale e civile della nostra società. È l’ora che il Partito Democratico si impegni con decisione per una riforma che riallinei l’Italia all’Europa e garantisca la fine di una disuguaglianza antistorica. In Parlamento è già presente un nostro testo: la Proposta di legge Concia 1631/2008 dal titolo “Disciplina dell’Unione Civile”. Chiediamo al Partito Democratico di impegnarsi con determinazione per questo obiettivo, di sostenere la proposta in Parlamento e di aprire nel partito, a tutti i livelli, momenti di confronto, di formazione e di decisione sul tema.

Come è avvenuto in passato su grandi questioni di libertà, come il divorzio o la riforma del diritto di famiglia, dobbiamo giocare la nostra parte per stare al passo con la storia e mettere in pratica i principi di uguaglianza e libertà contenuti negli atti costitutivi del partito. Il PD imbocchi questa strada con coraggio e convinzione. Lo faccia adesso, perché il tempo è ora.
fonte gaynews24

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