sabato 19 settembre 2020

Ambiente: Sì, le etichette virali di Patagonia ‘Vota e caccia quegli idioti’ sono vere. Ma lo slogan non è nuovo

Il fondatore di Patagonia, Yvon Chouinard, non ha paura di fare politica.

L’azienda che produce vestiti e accessori per la vita all’aria aperta ha una lunga storia di militanza ambientale ma ora che l’emergenza climatica si fa sempre più grave a livello globale, Chouinard avverte l’obbligo di denunciare i negazionisti del clima che occupano posizioni di potere. Senza giri di parole.

Oltre a mettere a disposizione una serie di informazioni utili per le elezioni e a incoraggiare il voto a favore di quei leader che hanno a cuore l’emergenza climatica, Chouinard sta chiarendo in modo cristallino la posizione politica di Patagonia con lo slogan: “Vota e caccia quegli stronzi”.

La foto dell’etichetta di un capo d’abbigliamento di Patagonia con questo slogan è girata recentemente sui social. E se è vero che qualcuno ha dubitato che potesse essere vera, la portavoce di Patagonia, Corley Kenna, ne ha invece confermato l’autenticità a Mashable per email.

“Le abbiamo aggiunte agli short per uomo e donna della nostra collezione del 2020 ‘Regenerative Organic Stand-Up perché ci siamo schierati contro i negazionisti del clima praticamente da quando abbiamo cominciato a produrre quegli short”, ci ha spiegato Kenna.

E se l’etichetta degli short è una novità, lo slogan circola già da un po’, chiarisce ancora Kenna.

“’Vota e caccia quegli stronzi’ Yvon Chouinard lo dice da anni, riferendosi ai politici di qualsiasi partito che negano o trascurano l’emergenza climatica ignorando i dati scientifici non perché non ne siano a conoscenza ma perché le lobby del petrolio e del gas gli riempiono le tasche di soldi”, dice Kenna.

A quanto pare, lo slogan era già apparso su una maglietta e il messaggio è ribadito con chiarezza anche sul sito di Patagonia. Lo scorso aprile, Chouinard ha usato quelle stesse parole concludendo una lettera indirizzata alla 1% for the Planet community. (Chouinard e il fondatore di Blue Ribbon Files Craig Mathews hanno creato il gruppo 1% for the Planet nel 2002. I membri dell’organizzazione si impegnano a donare almeno l’1 per cento delle loro vendite annuali a favore della tutela dell’ambiente).

“Ricordatevi di votare per cacciare quegli stronzi – tutti quei politici che pensano che non si debba fare niente per i cambiamenti climatici”, scriveva Chouinard. “Votate per il pianeta e contro quelli che non vogliono fare niente. Il potere è in mano a noi e adesso è il momento di usarlo”.

Da quando la foto dell’etichetta di Patagonia è diventata virale la gente sta coprendo di lodi l’azienda per il suo messaggio così audace e diretto.

È interessante però notare che questa dell’etichetta non è l’unica azione pubblica che Patagonia ha intrapreso negli ultimi anni. Nel 2016, l’azienda donò fino all’ultimo centesimo degli incassi del Black Friday a organizzazioni ambientaliste no profit. E nel 2017 si schierò nettamente contro la decisione del presidente Trump di ridurre significativamente la superficie di due monumenti nazionali: Bear Ears e Grand Staircase-Escalante.

Nel 2018, Patagonia ha lanciato una piattaforma digitale chiamata Patagonia Action Works per aiutare i consumatori a impegnarsi in prima persona partecipando a iniziative per la tutela dell’ambiente. E a giugno 2020 figurava tra i marchi che hanno ritirato la pubblicità da Facebook e Instagram in segno di protesta contro l’assenza di provvedimenti concreti per fermare la proliferazione di messaggi di odio e la disinformazione sulla piattaforma.

Visto che il pianeta si sta inesorabilmente surriscaldando, è poco probabile che Patagonia ammorbidisca il suo messaggio politico nell’immediato

fonte: By Nicole Gallucci  https://it.mashable.com

Nessun commento:

Posta un commento