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sabato 21 agosto 2010
Lgbt Padova, niente case a coppie gay e sul bando scoppia la bufera
L'assessore Di Masi: non ho trovato un modo per inserirli.
Poi precisa: la mia è lotta ai furbi.
L'Arcigay: non si può discriminare. Idv: parteciperanno tutti
PADOVA - Un braccio di ferro estivo che sembra destinato a risolversi nelle prossime settimane. Intanto però scoppia la polemica. Da un lato l’assessore alle Politiche abitative Giovanni Di Masi, dall’altro il «padre» del registro per le coppie di fatto, oggi assessore, Alessandro Zan. A settembre il primo porterà una delibera in consiglio comunale dedicata alle giovani coppie. Si tratta dell’assegnazione di una decina di abitazioni tra Altichiero e il Sacro Cuore a neosposi, nubendi e conviventi more uxorio. Un modo per tendere una mano alle giovani generazioni evitando che, visti i costi esorbitanti degli affitti, questi siano costretti a «cercare accoglienza» nei vicini comuni della provincia. Una corsia preferenziale quindi per moglie e marito, promessi sposi e conviventi.
Omosessuali compresi? «Mi sono interrogato sulla questione - spiegato l’assessore Di Masi - , ma non ho trovato un modo per inserire anche gli omosessuali avendo la certezza che si tratta di una vera e propria coppia. Il mio timore avendo a disposizione solo 10 alloggi di proprietà del comune è di vederli finire nelle mani di finte coppie che cercano casa a buon mercato». Chiaro che la cosa proprio non sembra voler andare giù al padre del registro sulle coppie di fatto e presidente regionale dell’Arcigay Alessandro Zan.
«Non può esistere una cosa del genere - spiega - se si apre il bando anche ai conviventi non si possono fare delle discriminazioni. Siamo la città del registro delle coppie di fatto, abbiamo riconosciuto l'uguaglianza tra conviventi eterosessuali e omosessuali. Si tratterebbe di una delibera incostituzionale. Sono sicuro che Di Masi, che è uomo di grande sensibilità e laicità, inserirà anche le coppie omosessuali nella delibera che porterà in consiglio comunale». E viene da pensare quasi che Di Masi, a ben guardare, non avrà alternative. La proposta sarà discussa il prossimo settembre e con ogni probabilità, salvo incidenti di percorso, già per fine anno le coppie interessate potranno presentare la loro domanda d’alloggio.
Il giorno dopo Di Masi precisa: «La mia è una lotta contro i furbi non alle coppie omosessuali. Non credo - sottolinea - che le coppie omosessuali non abbiano progetti di vita o siano meno stabili di quelle eterosessuali. Nelle assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica il Comune di Padova si attiene rigorosamente ai criteri della legge regionale 10/96, che prevede la possibilità di presentare la domanda indistintamente per tutti i cittadini padovani, compresi i single e le coppie di fatto. È allo studio, inoltre, un ulteriore bando per una decina di alloggi, sempre nel quadro della legge regionale, riservati alle giovani coppie».
L’assessore ribadisce «l’interesse» del Comune e del suo assessorato di «favorire tutte le coppie di fatto, a prescindere dal sesso, ed evitare che si creino situazioni nelle quali possano inserirsi tentativi di eludere lo spirito dell’iniziativa, come ad esempio nel caso di coppie di conoscenti non legate da vincoli affettivi». «Ero presente - aggiunge - alla consegna del primo certificato di famiglia anagrafica rilasciata dal Comune di Padova ad una coppia omosessuale: credo che questo la dica lunga sul mio personale impegno per il rispetto dei diritti di tutti i cittadini padovani».
L'apertura dell'Idv. In una nota, il coordinatore provinciale dei dipietristi, Antonino Pipitone precisa che «saranno rigorosamente verificati i criteri dei partecipanti al bando», che prevede l’assegnazione di 10 alloggi a giovani coppie ed è regolato dai criteri della legge 10/96 della Regione Veneto, «che consente a tutti i cittadini - sottolinea - senza distinzione di sesso o altro, di poter concorrere al bando e quindi essere inseriti nella graduatoria utile».
Zanonato su Facebook Sulla questione interviene anche il sindaco di Padova che scrive di suo pugno un messaggio sulla propria bacheca di Facebook: «A Padova non c'è alcun regolamento riguardante le assegnazioni di case pubbliche che discrimini le coppie in base al loro orientamento sessuale, né è intenzione dell'amministrazione comunale approvare regolamenti discriminatori. Ci limitiamo ad applicare la legge regionale numero 10 del 1996, che stabilisce i criteri per l'accesso alla casa pubblica per coppie, persone singole, famiglie anagrafiche. La nostra è una città aperta e inclusiva, tra le prime in italia ad approvare il registro delle famiglie anagrafiche per tutelare i diritti delle coppie di fatto, che comunque necessitano di una legge nazionale per essere pienamente riconosciute».
R.B. fonte corrieredelveneto
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