giovedì 19 agosto 2010

Danza Tradizionale, Iniziata la lunga Notte della Taranta, il blues di casa nostra


Si è aperta e si concluderà il 28 agosto una delle più importanti manifestazioni musicali dell’estate italiana, giunta ormai alla 13° edizione. Non solo musica popolare, ma una vera e propria fucina di sperimentazione e commistione tra i generi. E il “Wall Street Journal”, intanto, accosta la Pizzica al Blues.

Vecchi e giovani pizzicati dalla Taranta, come ogni anno, si riuniranno da stasera in Puglia per quello che è diventato uno degli appuntamenti più importanti, originali e coinvolgenti dell’estate musicale italiana. Stiamo parlando ovviamente della Notte della Taranta, festival di musica popolare pugliese giunto ormai alla sua 13° edizione, che si terrà fino al 28 agosto in lungo e in largo per il tacco del nostro stivale.

Numerosi comuni pugliesi accoglieranno gli ospiti più disparati: da Dulce Pontes a Savina Yannatou, dai Sud Sound System a Ludovico Einaudi, che sarà il Maestro Concertatore del classico concertone finale di Melpignano. Di fatto la varietà di ospiti è sempre stata una delle caratteristiche più importanti della Notte della Taranta (almeno in questa sua versione moderna); un evento che avrebbe potuto essere un semplice happening di musica popolare, in realtà, è diventato negli anni una fucina di sperimentazioni, di commistione tra i generi capace di rivitalizzare una musica già di per sé viscerale come quella della tradizione pugliese. Esempio lampante di ciò sono state in passato le partecipazioni di artisti come Franco Battiato, Gianna Nannini e Stewart Copeland, storico batterista dei Police.

Ma da dove nasce il ritmo incandescente ed energico della Pizzica e della Taranta? Se lo è chiesto anche il Wall Street Journal, storico quotidiano finanziario newyorchese che oggi (in concomitanza con l’apertura della 13° edizione) alla Notte della Taranta ha dedicato ben due pagine. Giungendo ad un interessante parallelismo: la Pizzica salentina e il Blues del Mississipi hanno la stessa origine rurale, popolare, strettamente legata al lavoro e alla necessità di schiavi e braccianti di esorcizzare il dolore e la fatica attraverso la musica.

“Come il blues del delta del Mississippi questa forma musicale, nata sotto il sole crudele di questo lembo estremo nel sud est dell’Italia, ha avuto origine nei campi”, scrive il quotidiano finanziario a proposito della pizzica salentina. Per poi proseguire descrivendola come “una valvola di sfogo musicale, carica e ferocemente ottimistica, dalle inevitabili fatiche di una vita di duro lavoro, sotto un rigido sistema sociale”. Un riscatto dunque, più che la tradizionale guarigione dal morso della Taranta; ad opera dei proletari che dai campi, per secoli, hanno gridato giustizia a modo loro: a suon di musica.
fonte www.newnotizie.it Roberto Del Bove

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