mercoledì 18 agosto 2010

Lgbt, Arcigay: Addio Cossiga presidente di tutti


Salutiamo con affetto Francesco Cossiga, primo Presidente della Repubblica ad aver incontrato, nel suo ruolo istituzionale una delegazione di Arcigay guidata da Franco Grillini in occasione delle Giornata mondiale per la lotta all’aids dell’1 dicembre 1990.

L’incontro, seguito da quello del Presidente Giorgio Napolitano con la militanza gay del maggio scorso, è espressione netta di una scuola di politica alta che, con scelte autonome dal proprio credo religioso, libertà, laicità e distanza dai diktat delle gerarchie ecclesiastiche dovrebbe essere monito per tutti i politici italiani.

Cossiga è stato per omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali italiane uno tra i pochi politici italiani capaci di coniugare il ruolo di rappresentante laico di tutti i cittadini.

L’ex presidente pur picconando il matrimonio e l’adozione gay ha, ad esempio, sempre sostenuto la necessità e l’urgenza di regolamentare le coppie di fatto anche dello stesso sesso perché, in una dichiarazione del 2005, “da cristiano, da cattolico-liberale e da democratico ritengo che dovrà essere oggetto di attenta considerazione da parte del legislatore, la valutazione, anche a fini giuridici, degli obblighi naturali, anche d'ordine puramente morale, connessi o derivanti per prestazione di assistenza od anche solo umana compagnia, da convivenze reali di fatto tra coppie eterosessuali, non eterosessuali o bisessuali”. Ancora Cossiga dichiarava “ritengo maturi i tempi per dare una disciplina giuridica, al di là del rispetto dovuto a quelle obbligazioni morali naturali che possono derivare dall’aver vissuto in coppie di fatto, anche non eterosessuali”.

Contiamo che il suo esempio e le sue parole possano avere il seguito che meritano.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
fonte www.arcigay.it Ufficio stampa Arcigay Stefano Bolognini

1 commento:

  1. Francesco Cossiga, con la lettera aperta, pubblicata da “Il Giornale” il 18 giugno 2007 e che trovate integralmente più sotto, si scusa con il Santo Padre per il Gay Pride nazionale tenutosi il 16 giugno nella capitale con frasi omofobe ed offensive per i cittadini omosessuali italiani. Il cuore della lettera è questo: “Quando prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede Lei ha promosso, nella piena riaffermazione della dottrina morale della Chiesa, comune anche alle altre grandi religioni monoteiste circa l’oggettivo e intrinseco grave disordine delle relazioni omosessuali, già definite dai catechismi cattolici come «peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio»”.
    Ed in chiusura scrive: “Le chiedo scusa per le offese che sono state recate alla Chiesa di Roma, ai suoi simboli e ai suoi principi, e direttamente alla Sua persona da parte dei partecipanti di una manifestazione priva di decoro e di dignità.”
    Questo è il Francesco Cossiga che il presidente nazionale dell’Arcigay, Paolo Patanè, in modo alquanto discutibile per non dire di peggio, ha pensato bene di “beatificare” l’ex Presidente della Repubblica con un inopportuno comunicato ufficiale dell’Associazione accodandosi al cordoglio ipocrita e conformista della nazione.

    Non se ne capisce il motivo. Che i gay, soprattutto quelli dell’Arcigay abbiano una memoria corta è stranoto ma arrivare a tanto è perlomeno singolare. C’è da chiedersi dov’era il Patanè nel 2007. Forse era già nella segreteria nazionale e non si ricorda di questa lettera? Non si ricorda di una la lettera così fortemente contraria agli omosessuali scritta da Cossiga al Papa?

    Ci si accorge ogni giorno di quanto Patanè fosse la persona meno indicata, inadeguata ed incompetente per assumere la presidenza dell’Arcigay nazionale ed anche questa volta ce lo ha dimostrato, non possiamo che fortemente sperare che al più presto alzi i tacchi e se ne vada. (Max Forte)

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