mercoledì 24 febbraio 2010

La Chiesa Valdese: "Facciamo qualcosa di laico" anche per gay e trans


Lo confesso con orgoglio: da alcuni anni, nella mia dichiarazione dei redditi, destino l’otto per mille alla Chiesa Valdese. Un gesto e un sostegno che mi sembra accompagnato bene dalla loro cultura, dalla loro fede e soprattutto dalla civiltà di accoglienza che da sempre è nel loro dna fideista. E chiedo, ad amici e conoscenti, nel caso mi interpellino, di fare lo stesso. Ora, proprio loro, l’Unione delle chiese metodiste e valdesi, stanno usando quei soldi per una campagna quasi necessaria: rendere laicità ad uno Stato sempre più sincrono con un clericalismo di bandiera che poco si coniuga con le necessità di un paese che dovrebbe difendere se stessa e gli altri da certe incursioni.

La Campagna di comunicazione umana la vedremo in molte città, con cartelloni che invitano alla tolleranza, all’accoglienza, all’essere umano come entità di rispetto. Ci chiamate schiave, prostitute, trans. Siamo come voi. Persone. Vale anche per i disoccupati, per i nuovi schiavi del lavoro, per chi ha il colore della pelle diversa, per gay e lesbiche. Ha dichiarato la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola Valdese

“Con questa campagna abbiamo voluto segnalare con la forza delle immagini che ci sono pezzi di umanità che in Italia vivono ai margini della società, bisognosi di protezione, invece che di violenza e maltrattamenti. Con questi poster vogliamo ricordare agli italiani che la dignità umana è inviolabile, ma anche che la nostra società è plurale, e che questa pluralità è un dono, una ricchezza che reputiamo essere una formidabile opportunità proprio per il nostro paese e i suoi cittadini tutti”.
Soldi ben spesi questi, in un momento in cui tutta la società civile sembra anestetizzata da una nuova cultura dell’odio, del razzismo, dell’omofobia e dei tanti nuovi mali che spadroneggiano impuniti lungo tutto lo stivale. Una piccola comunità come i Valdesi, sentono che questo paese è afflitto da mali che ne minano credibilità e coscienza e lanciano messaggi che tutti dovremmo raccogliere e fare nostri. “Siamo tutti fratelli”, dicono senza enfasi ma con quella semplicità che intendere svegliare un sopimento troppo a lungo e ancora presente. Introiti che servono e vengono messi a disposizione, come afferma la pastora Bonafede, non per la Chiesa Valdese ma per campagne di civiltà e di comunicazione sociale.

Per questo, quando vedrete questi enormi cartelloni che verranno affissi nelle maggiori città italiane, sostate a pensare. Si può e si deve fare ancora molto per rendere tutti, persone.
fonte: queerblog

2 commenti:

  1. ...grazie Lisa! sono contenta, e nel mio piccolo orgogliosa, che tu sostenga qs campagna...con simpatia, simona (una valdese)

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  2. ..è il minimo che si possa fare per chi ci vede come PERSONE...e grazie a te che sei una valdese Lisa

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