Raffaella Carrà è un vero e proprio diamante
della Rai, che dagli anni Cinquanta ha creato un immaginario collettivo
nel quale specchiarsi e riconoscersi.
Due storie, quella dell’artista romagnola e quella della Rai, che si
sono sovrapposte per decenni, influenzandosi reciprocamente, divenendo
un unico pentagramma nella sinfonia generale di un Paese che, dalla fine
degli anni Sessanta, ha percorso molta strada.
Raffaella si è fatta interprete di un’Italia che voleva cambiare: nel modo di ballare, nel modo di vestire, nel modo di amare e di pensare. Un’Italia che a guardar bene le somigliava profondamente: semplice e talentuosa, provinciale e attenta a ciò che succede nel mondo, fedele ai valori “di una volta” e tuttavia prepotentemente affacciata sulla modernità.
Energia, rigore, empatia, sono state le qualità che Raffaella ha sempre
messo nel suo lavoro ma anche nei rapporti con i suoi collaboratori e
con tutti quei personaggi, dello spettacolo e della cultura, che oggi
possono raccontare con orgoglio e affetto di aver lavorato al suo fianco
o di averla incontrata. Proprio attraverso le loro voci (Bruno Vespa,
Enzo Paolo Turchi, Irene Ghergo, Maria Grazia Cucinotta, Noemi e molti
altri), viene fuori un ritratto sincero, attento, prezioso della “nostra
Raffaella” che attraverso le tante interviste rilasciate in
cinquant’anni di carriera e conservate nelle preziose Teche della Rai
(da Biagi a Fazio, da Costanzo a Mollica, da Minoli a Vespa), si
racconta in una sorta di virtuale self-portrait: facendo così riemergere
e rivivere le sue idee e i suoi progetti, i suoi ricordi e i suoi
sogni.
Anche i luoghi “parlano” di lei: il Centro di produzione televisiva di
Via Teulada, l’Auditorium del Foro Italico, il Teatro delle Vittorie.
È qui che ancora oggi, come per magia, riecheggiano l’inconfondibile risata di Raffaella e le note delle sue famosissime canzoni, divenute veri e propri inni pop di un intero Paese, bandiere di “fiesta” e di libertà su cui continuano a ballare le generazioni di ieri ma anche i giovanissimi di oggi, travolti da un’energia senza tempo.
fonte: ufficio stampa www.rai.it
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