mercoledì 14 agosto 2019

Lgbt. La danza di Carla Fracci in 12 anni di scatti


Dodici anni di foto, dal 1996 al 2018. Sul palco, in scena. Nei teatri più importanti di tutto il mondo. Per raccontare il mito e la storia di una delle danzatrici italiane più famose: Carla Fracci.
Si intitola "Los Abrazos" la mostra fotografica ospitata dall'Istituto di Cultura di Città del Messico a partire dal 22 agosto della fotografa toscana Lucia Baldini. 
Baldini ha collaborato con l'étoile per oltre 12 anni, vivendo un periodo molto interessante della carriera dell'artista. Sono stati anni in cui la Fracci ha interpretato ruoli meno convenzionali della cultura del balletto, proponendo un ventaglio ampio e intenso di figure femminili. Raccontandone la forza, la fragilità, l'amore e la disperazione, ogni volta andando a esaltare le potenzialità del femminile nelle sue infinite identità e modalità.




La mostra si muove su flussi paralleli creando un allestimento che ha il sapore di un'istallazione costruita da un'ampia galleria di ritratti fotografici in bianco e nero, fotografie analogiche, di formati diversi che vanno a creare un percorso visivo in continua evoluzione. Fotografie in scena che Lucia Baldini ha creato a fianco della Fracci, interpretando opere proposte su palcoscenici italiani e internazionali. Un fil rouge in cui l'étoile dialoga con coreografi e ballerini: Carolyn Carson per la Biennale di Venezia, Micha Van Hook per raccontare i "Giorni Felici" di Beckett, "L'apres midi d'un faune" reinterpretando i costumi e le coreografie di Nijinsky e dei Balletti Russi, ma anche il Nijinsky dei giorni tormentati in manicomio. 
 
Un'interpretazione maestosa di Isadora Duncan, l'appassionata Filumena Marturano che tanto Edoardo De Filippo ha voluto per lei. Il dolore della madre palestinese che soffre con la madre israeliana degli stessi strazi di vedere i propri figli morti che Mario Luzi ha scritto perché Carla la mettesse in scena e ne potesse raccontare la potenza della devastazione del dolore materno. E poi un Amleto insolito, inventato da Beppe Menegatti, in cui la Fracci è proprio Amleto e tutti gli altri ruoli, maschili e femminili, sono interpretati esclusivamente da danzatori maschi. 
Una mostra che passo dopo passo apre nuove strade narrative, diversi registri registici e coreografici, un caleidoscopio di ruoli femminile interpretati ogni volta magistralmente dalla Fracci per sorprenderci e per emozionarci.

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