Sono passati esattamente 43 anni dalla
scoperta dei Bronzi di Riace: era infatti il 16 agosto 1972 quando
Stefano Mariottini, un giovane sub dilettante romano, si immergeva come
mille altre volte a 300 metri dalle coste di Riace, nel mar Jonio in
provincia di Reggio Calabria.
Chissà le sensazioni che avrà provato quando a 10 metri di profondità riuscì a scorgere le statue dei due guerrieri immerse nella sabbia. Emergeva soltanto il braccio sinistro di quella che oggi conosciamo come “statua A”: il giovane sub tornò in superficie, avvisò le autorità competenti e i sommozzatori dei Carabinieri recuperarono le due statue utilizzando un pallone gonfiato con l’aria delle bombole. Il 21 agosto fu recuperata la statua B, mentre il giorno successivo toccò alla statua A (che ricadde al fondo una volta prima d’essere portata al sicuro sulla spiaggia).
È stata poi
pubblicata la denuncia ufficiale depositata il 17 agosto 1972 con
Protocollo n. 2232, presso la Soprintendenza alle antichità della
Calabria a Reggio, in cui Stefano Mariottini “… dichiara di aver
trovato il giorno 16 c.m. durante una immersione subacquea a scopo di
pesca, in località Riace, Km 130 circa sulla SS Nazionale ionica, alla
distanza di circa 300 metri dal litorale ed alla profondità di 10 metri
circa, un gruppo di statue, presumibilmente di bronzo. Le due emergenti
rappresentano delle figure maschili nude, l’una adagiata sul dorso, con
viso ricoperto di barba fluente, a riccioli, a braccia aperte e con
gamba sopravanzante rispetto all’altra. L’altra risulta coricata su di
un fianco con una gamba ripiegata e presenta sul braccio sinistro uno
scudo. Le statue sono di colore bruno scuro salvo alcune parti più
chiare, si conservano perfettamente, modellato pulito, privo di
incrostazioni evidenti. Le dimensioni sono all’incirca di 180 cm"
Sul
lato sinistro di questa denuncia ufficiale, tutta battuta a macchina, è
un appunto scritto a mano, di colore rosso, a firma G. Foti
(soprintendente scomparso poco prima dell’arrivo dei Bronzi a Reggio di
Calabria): “La presente segnalazione fa seguito alla comunicazione
telefonica del 16 agosto 1972, ricevuta alle ore 21 che denunziava la
scoperta“.
fonte: Ilaria Calabrò per www.strettoweb.com
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